L’invasione da Marte di Hadley Cantril – Le reazioni della popolazione ad una notizia drammatica, ma non veritiera.

La reazione degli italiani al martellamento mediatico sul coronavirus ricorda in qualche modo quanto già accadde negli USA nel 1938, a seguito di notizie allarmanti lanciate alla radio. In quel caso totalmente inventate, ma che avevano saputo colpire l’immaginario collettivo.
Ecco come è possibile condizionare fortemente l’opinione pubblica, lanciando messaggi usando fonti ritenute autorevoli (radio, tv, giornali) e tramite soggetti ritenuti autorevoli (autorità scientifiche, esponenti del governo). Il tutto senza attinenza con la verità.

La dinamica non è molto diversa da quella che spinse gli americani nel 2001 ad appoggiare l’intervento armato degli USA in Irak, dopo essere stati terrorizzati dagli attentanti dell’11 settembre. Saddam Hussein non c’entrava nulla con il crollo delle torri gemelle, ma in quel frangente la popolazione era incapace di ragionare in modo critico e fu trovata la “copertura politica” (Colin Powell) su intervento armato già deciso precedentemente.

Una maggior dose di senso critico può aiutarci a mantenere il nostro pensiero più autonomo da certi falsi condizionamenti e a controllare meglio ciò che i poteri forti fanno alle nostre spalle, con il beneplacito del potere politico nostrano.


L’invasione da Marte di Hadley Cantril

di Alessia Offreddi

 

30 Ottobre 1938. Siamo negli Stati Uniti, è sera e la radio è sintonizzata sul canale CBS, danno della musica da ballo. Ad un tratto, la musica si interrompe e il presentatore prende parola.

«Signore e signori, vogliate scusare per l’interruzione del nostro programma di musica da ballo, ma ci è appena pervenuto uno speciale bollettino della Intercontinental Radio News. Alle 7:40, ora centrale, il professor Farrell dell’Osservatorio di Mount Jennings, Chicago, Illinois, ha rilevato diverse esplosioni di gas incandescente che si sono succedute a intervalli regolari sul pianeta Marte. Lo spettroscopio indica che si tratta di idrogeno e che si sta avvicinando verso la terra a enorme velocità. (…) »

In seguito a questo primo messaggio, riprende il programma musicale. Tuttavia, le interruzioni si ripetono e le notizie sono sempre più inquietanti. Ad un tratto, si sentono urla di persone terrorizzate. Dopo poco, gli studi della CBS vengono invasi dalla polizia e le trasmissioni vengono interrotte.
Il panico si è disseminato in tutta la nazione, in alcuni paesi la gente scende in strada, disperata, a chiedere aiuto, a mettersi in salvo, a cercare di riunirsi ai propri cari, per prepararsi all’invasione aliena. Circa un milione di persone prega, piange, cerca disperatamente un modo per fuggire alla morte per mano dei marziani.

La trasmissione radiofonica “Mercury Theatre on Air” è stata costruita per riproporre attraverso la radio grandi opere della letteratura, come il libro di Wells “La guerra dei mondi”, da cui vengono estratti i brani letti dal presentatore. Per rendere più accattivante il programma, si sceglie di leggere brani del romanzo fantascientifico interrompendo una finta trasmissione musicale. Chi non ha seguito l’inizio del programma non capisce cosa stia succedendo, chi l’ha seguito rimane perplesso, non capisce realmente cosa stia succedendo, chi non sta ascoltando la radio riceve notizie allarmanti da amici o parenti e in pochi minuti un’intera nazione viene assalita dal terrore di un’invasione.

Qui l’audio originale del programma radiofonico:
https://youtu.be/OzC3Fg_rRJM

Questo episodio di cronaca non nasce come esperimento scientifico, ma è chiaro a tutti che un fenomeno di tale portata va approfondito: non è forse mai successo che persone di ogni fascia di età e in ogni parte degli USA abbiano una reazione così intensa e impaurita come questa notte. Un gruppo di sociologi, guidati da Hadley Cantril, cerca di capire cosa sia successo tra la popolazione.

Il gruppo della Cantril si muove cercando di intervistare più persone possibili. Un tale fenomeno era imprevedibile, pertanto si cerca di raccogliere alcuni dati dalle persone rimaste shockate dalla trasmissione. Incontrano 135 persone, a cui fanno domande dettate dal buon senso, senza poter avere alcuna ipotesi da testare o strumenti da applicare.

La signora Ferguson, del New Jersey, rispondeva:
«Sapevo che si trattava di qualcosa di terribile, ero terrorizzata, ma non sapevo cosa fosse. Ho sempre saputo che, quando sarebbe giunta la fine del mondo, tutto sarebbe stato così veloce da non accorgersene neanche. Perché mai Dio ci avrebbe avvertiti con queste notizie? Quando ci dissero che strada prendere, di salire sulle colline, e i bimbi cominciarono a piangere, tutta la famiglia decise di uscire. Prendemmo delle coperte, mia nipote volle prendere anche il gatto e il canarino. Eravamo davanti al garage quando il ragazzo dei vicini venne a dirci che si trattava di una finzione.»

 

Le domande dei sociologi

Questa e altre dichiarazioni simili hanno portato i sociologi a porsi due domande fondamentali:

Perché questa trasmissione ha spaventato così tanto la popolazione rispetto ad altri programmi di fantascienza?

Gli studiosi attribuiscono la responsabilità di una reazione così inaspettata alla qualità del prodotto radiofonico. Chiunque avesse per caso ascoltato quella trasmissione, seppur ben informato, si sarebbe chiesto almeno per un attimo cosa stesse realmente succedendo. Il realismo del programma ha infranto i metri di giudizio a cui la popolazione era abituata. La radio, strumento di comunicazione per eccellenza negli anni ’30 e ’40, non solo ha favorito la diffusione del messaggio, ma gli ha conferito una sorta di autorità.
Il continuo riferimento ad autorità scientifiche e ad istituzioni governative, inoltre, ha rinforzato la credibilità del pericolo imminente, mentre il senso di smarrimento descritto dai finti testimoni oculari ha generato un clima di tensione e imprevedibilità.

 

Perché ha spaventato alcune persone e altre no?

Per rispondere a questa domanda, il team di sociologi divide gli ascoltatori in diverse categorie, in base alle reazioni descritte:
1 – Coloro che hanno continuato a cercare la coerenza interna del programma, certi che si trattasse di una finzione.
2 – Coloro che hanno cercato informazioni sull’evento al di fuori del programma, rendendosi conto che tale notizia non poteva essere trasmessa attraverso un solo canale, deducendo quindi che doveva trattarsi di una messinscena.
3 – Coloro che hanno cercato informazioni al di fuori del programma, ma hanno continuato a credere che si trattasse di un evento reale, perché troppo spaventati per accettare spiegazioni alternative o perché le modalità con cui cercavano altre informazioni era evidentemente inefficace.
4 – Coloro che non hanno neppure messo in discussione la veridicità della notizia.

Ciò che sembra aver creato e diffuso il panico in tale situazione viene ricondotto ad una mancanza di giudizio critico, probabilmente dovuta a una forte attivazione emotiva.

L’improvviso terrore ha impedito ad alcune categorie di ascoltatori di compiere le normali operazioni di verifica della notizia, accettata quindi quasi automaticamente come realtà. Vengono successivamente individuate alcune caratteristiche comuni a chi ha reagito alla trasmissione con panico e terrore: alta suggestionabilità, standard di giudizio inappropriati, insicurezza nelle proprie capacità interpretative o assenza di critica.
Il momento storico [1938] è caratterizzato da un momento di crisi economica, che può aver alimentato sentimenti di insicurezza nella popolazione: è un decennio di eventi poco chiari, quasi inspiegabili e un’inspiegabile invasione aliena pare essere una reale probabilità, a cui non c’è via d’uscita. Di qui il panico collettivo.

Oggi sappiamo che l’attivazione emotiva può effettivamente interferire sulle nostre capacità cognitive, pensiamo ad esempio al mood congruity effect nel caso dell’accessibilità ai ricordi (Bower, Monteiro & Gilligan, 1978). Sicuramente i dati raccolti in occasione di questo evento hanno mostrato la necessità di un approfondimento della relazione tra pensieri e emozioni: cinquant’anni dopo questo studio, viene teorizzato il contagio emotivo (Hatfield, Cacioppo & Rapson, 1993).


Tratto da:
https://www.stateofmind.it/2016/02/invasione-marte-hadley-cantril/

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