La danza delle vecchiette

di Giovanni Lazzaretti
12.02.2022

 

Danzare?

Dopo le prime vaccinazioni circolò su Internet un filmatino dove due signore parecchio anziane, apparentemente all’interno di una RSA, danzavano allegre in tondo attorno a una sedia.

Scena reale colta al volo? O filmino costruito? Non ha importanza, rendeva bene l’idea: era la danza di due naufraghe felici di essere state ripescate dal mare in tempesta. Erano salve, e danzavano. Avevano però dimenticato una cosa. E un’altra non gliel’avevano proprio spiegata.

Avevano dimenticato che non si muore solo di covid. Quando si è verso i 90 anni, la malattia più seria la si porta sempre con sé: l’età. E non avevano loro spiegato che il covid non è il vaiolo: per quanto si sforzassero di chiamarle “immunizzate”, immunizzate non erano. La narrazione doveva essere questa.

«Care ragazze, siete state vaccinate. Per questo inverno-primavera 2021 non avverrà nulla di particolare, i morti saranno più o meno quelli del 2020 (1). Poi verrà l’estate che metterà le cose a posto (a posto non perfettamente: i morti estivi 2021 saranno più del 2020 (1), ma non preoccupatevi). Infine tra l’autunno-inverno 2021-2022 saremo finalmente a campo vinto: vi assicuriamo che tra i vaccinati non moriranno più di 16.000 persone (2). La maggior parte saranno della vostra fascia d’età, ovviamente».

Vedo le vecchiette che fermano la danza. Si girano attonite verso il narratore. E intonano a voce alta “quella” canzone di Marco Masini.

 

Nota tecnica sulle abbreviazioni utilizzate
PNVC = Persone non vaccinate covid
PVC =Persone vaccinate covid
TI = Terapia intensiva
ISS = Istituto Superiore di Sanità

 

Fotografia di un fallimento

La situazione delle PVC nell’ultimo bollettino ISS è questa: in un mese ci sono 4.291 PVC morte (57,7% del totale), 1.372 PVC ricoverate in TI (44,4%), 28.478 PVC ricoverate in corsia (64,5%). Non ditemi che era questa la “promessa di salvezza” fatta alle vecchiette. La promessa tacita e falsa era «col vaccino vinciamo il covid».

Per le PNVC abbiamo: 3.144 morti (42,3%), 1.716 in TI (55,6%), 15.695 ricoveri ordinari (35,5%). Meno morti, meno ricoveri. Più TI, ma è bene andare a vedere le 4 ombre descritte nel Samizdat n.16 per chiarirsi le idee.

Per coprire il fallimento vaccinale resta solo il rapporto dei numeri con la massa dei vaccinati e non vaccinati.

Ma questo rapporto è completamente drogato dai 30-35 milioni di PVC “inutili”: inutili perché statisticamente non sarebbero mai morte di covid, per cui vaccinarle o non vaccinarle era indifferente. Le si poteva tranquillamente mettere a denominatore anche nel novero delle PNVC senza che cambiasse nulla.

Punto fermo ineludibile: se 4.291 vaccinati morti in un mese per voi è un successo, allora che vi devo dire? Canto anch’io quella canzone di Marco Masini.

 

PNVC, quanto ci costate…

Gli unici titoli di TG che mi capita di sentire sono quelli del TG2000 dopo il rosario di Lourdes. Aver sentito come prima notizia che le PNVC ci costano 146 milioni di euro di ospedalizzazioni mi ha fatto venire i brividi.

A parte che il dato è il tipico dato da TG, ossia senza né capo né coda (diteci almeno dalla data / alla data), possiamo fare alcune considerazioni.

  • Supponiamo di riuscire a vaccinare 5 milioni di PNVC. Fanno 15.000.000 di dosi x 50 euro (3) = 750 milioni di euro. Quindi le PNVC non hanno fatto spendere; hanno fatto risparmiare più di 600 milioni.
  • Inoltre anche le PVC vanno in ospedale: nell’ultimo mese 344 in meno in TI, ma 12.783 in più in corsia. Il risultato monetario fa circa il 58% in più rispetto alle PNVC (4).
  • Infine ricordiamo che non siamo nel Paese dei Balocchi. Vaccinare costa. Costa a oggi 131.908.035 di dosi x 50 euro = 6.595.401.750 euro. 6 miliardi e mezzo, calcolo al ribasso, altro che 146 milioni.

Resta solo lo slogan di Bassetti letto su Adnkronos: «Senza vaccini anti Covid e con il numero dei contagi che abbiamo registrato in questa quarta ondata avremmo avuto 5mila morti al giorno».

Il fatto è che i casi non hanno mai avuto una relazione coi morti, men che meno con la variante omicron che attacca statisticamente le alte vie respiratorie e statisticamente passa oltre solo in presenza di altre patologie.

Senza vaccinazioni avremmo avuto più o meno lo stesso numero di morti, visto che è la omicron che attenua i problemi e non il vaccino (il vaccino è regolato solo sulla proteina Spike, vecchia e mutata).

 

Tornano di prepotenza le cose dimenticate

Ci siamo baloccati coi soliti numeri: fingere un successo mettendo a denominatore le vaccinazioni inutili.

Capito il problema, è bene mettere in campo le cose dimenticate.

La prima sono le cure domiciliari. Da quando le ha adottate, il Piemonte ha ottenuto 3.215 morti covid in meno dell’Emilia-Romagna (stessa popolazione, stessa storia covid, morti identici al 13.11.2020 prima dell’adozione). Colpo di fortuna? Direi che sarebbe bene studiare il caso.

La seconda sono gli effetti avversi da vaccino. Tengo un registro delle storie di post-vaccino che mi vengono raccontate; ognuna di esse doveva essere segnalata, essendo noi in regime di monitoraggio passivo; NESSUNA di esse è stata segnalata, tranne forse le due che hanno avuto un passaggio ospedaliero immediato. Il nostro sistema di monitoraggio non dà nessuna fiducia sui numeri, perché i pazienti sono disincentivati a comunicare. Meglio rivolgersi ai conteggi britannici (e poi moltiplicare, essendo anche per loro un monitoraggio passivo).

La terza sono i costi. Cosa avremmo potuto fare coi 6 miliardi e mezzo impiegati a vaccinare, per ottenere alla fine 4.291 morti vaccinati in un mese? I “soliti” morti, tra l’altro: 80 anni di media 3,3 patologie di media. Quanto costano inoltre 83.484.074 tamponi molecolari e 96.751.603 tamponi antigenici?

La quarta è lo sfascio della sanità pubblica. La macchina tamponistico-vaccinale assorbe energie in modo impressionante. Qualunque visita ospedaliera tu cerchi, la normalità è trovare le liste chiuse.

 

In sintesi

In sintesi:

  • se ignori il costo dei vaccini
  • se ignori i danni e i morti da vaccino
  • se ignori le cure domiciliari (anzi, le ostacoli attivamente)
  • se ignori lo sfascio della sanità pubblica causato dalla gestione ospedaliero-tamponistico-vaccinale

in altre parole

  • se ignori completamente il rapporto costi/benefici

allora riesci a dimostrare, giocando sulle PVC “inutili” messe a denominatore, che alle PVC va un po’ meglio che alle PNVC.

E quando i non vaccinati saranno spariti non si potrà nemmeno dimostrare quel minimo vantaggio fasullo: resterà semplicemente il carico di morti, unito ai danni e ai morti da vaccino, unito ai costi vaccinali abnormi.

Costi abnormi ed evitabili.

Sentire Remuzzi dire a gennaio 2022 che gli antinfiammatori riducono del 90% la necessità di ospedalizzazione (5) fa un po’ impressione.

Il fatto è che si sapeva già nella primavera 2020, anche per i non addetti ai lavori. Certo, non c’erano “studi randomizzati”. Ma essendoci morti a valanga ed essendo farmaci banali e ipertestati, forse era il caso di provare e di capire immediatamente che gli antinfiammatori NON sono da indicare tra i “sintomatici” come la tachipirina.

Il crollo delle ospedalizzazioni avrebbe rivelato da subito che il vaccino non era necessario.

Credo che dovrà essere oggetto di grande dibattito in futuro: di fronte all’emergenza di una malattia nuova hanno ancora senso le linee guida ministeriali? O queste finiscono per essere una gabbia, vanno ridotte al minimo e bisogna lasciar agire il comandante Sullenberger? (6)

 

Giovanni Lazzaretti

giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com

 

NOTE

(1) Per i dettagli vedere https://www.attivismo.info/piccola-storia-della-pandemia-1a-puntata-dal-virus-del-2015-al-paziente-1-mediatico/

(2) Calcolo “spannometrico”: prendo i morti 14.09.2021-12.02.2022, li proietto al 21.03.2022, e li rapporto alla percentuale di morti vaccinati indicati nell’ultimo bollettino ISS (57,7%).

(3) 50 euro a dose è una valutazione al ribasso, comprendente: dose + personale + logistica + utenze + software. 60 euro è più realistica, ma meglio 50 che semplifica i calcoli. Non tiene conto di tutti i costi indotti (ore perse al lavoro, giorni di malattia post vaccino, danni alla sanità pubblica per mancanza di personale, eccetera).

(4) Faccio la proporzione utilizzando il parametro dei rimborsi governativi: 3.713 euro per corsia, 9.697 per TI. Non andrebbe bene se volessi sapere il costo assoluto, ma per una valutazione in % approssima bene il risultato.

(5) vedi ad esempio https://www.ilgiorno.it/cronaca/cure-covid-antinfiammatori-1.7304022

(6) «Giovanni, qui è tutto nuovo. I protocolli si fanno lavorando. Io non sono un burocrate, se muoiono l’87% di intubati, non è che dico “Tutto fatto secondo le regole, noi siamo a posto”. No, mi sento come il comandante Sullenberger.» Vedere i dettagli in https://www.attivismo.info/piccola-storia-della-pandemia-2a-puntata-la-trappola/

Lascia un commento