Sallusti e la non-logica delle terapie intensive intasate dai non vaccinati

di Giovanni Lazzaretti
30.01.2022

L’errore ben formulato

Verso fine gennaio il giornalista “opinionista” e onnipresente in tv Alessandro Sallusti sosteneva uno dei luoghi comuni diventati patrimonio di molti italiani: «Io sono libero di vaccinarmi, tu sei libero di non vaccinarti. Ma se tu non vaccinandoti intasi le intensive, la mia regione diventa arancione. E allora io, che potrei muovermi, non sono più libero di muovermi. Quindi bisogna intervenire su di te in qualche modo.» 

Questo il concetto, andando a memoria.
Perché il discorso è certamente erroneo?
Perché c’è una regola base da non dimenticare: quando un’elucubrazione mentale partorisce come risultato una violazione del diritto naturale, il ragionamento è certamente erroneo.

La persona sana e priva di reati ha il diritto naturale di accedere a ogni locale pubblico. L’autorità può chiudere un locale all’accesso di TUTTI; può ridurne la capienza per TUTTI; non può escludere solo QUALCUNO, sano e incolpevole; questo atto si chiama semplicemente “Apartheid”.

Vediamo allora di dipanare la matassa erronea, di Sallusti e di chi la pensa come lui.

 

La realtà è un po’ diversa

Supponiamo che domani il governo dica: «Per l’enormità dei costi di questo periodo siamo costretti a chiudere tutte le intensive negli ospedali minori». L’intasamento delle intensive ovviamente aumenterebbe. Ma di questo aumento non si potrà dare colpa al non vaccinato, la colpa sarà solo del governo.

Ora, se è una colpa tagliare le intensive oggi, è una colpa anche aver tagliato le intensive ieri o l’altro ieri. Gli ospedali, in un paese civile, vanno dimensionati per l’ordinario e per le emergenze.

In Italia
1998: 311.000 posti letto 5,8 ogni 1000 abitanti
2007: 225.000 posti letto 4,3 ogni 1000 abitanti
2017: 191.000 posti letto 3,6 ogni 1000 abitanti

Nella prima tabella di raffronto che mi è venuta davanti (elaborazione openpolis su dati Eurostat) al 31.12.2018 noi avevamo 314 letti per 100.000 abitanti, ossia il 42% in meno rispetto alla media europea, e il 61% in meno rispetto alla Germania. Anche nelle intensive avevamo 60% in meno rispetto ai tedeschi. Una sanità sottodimensionata, a dir poco. 

Di chi la colpa? Della Seconda Repubblica. Dalla fine della Prima Repubblica si è affermato un modello di sanità neoliberista dove l’ottimizzazione (= taglio) si è insinuata in ogni dove. Dove sta la Seconda Repubblica, sta nel lontano passato? No, sta nel presente. Sta tutta al governo. 

La Seconda Repubblica si divide in due parti: il governo degli eletti e il governo dei non eletti (1). I non eletti li ricordiamo tutti: Monti (ancora presente in TV a concionare di una informazione “troppo democratica”), Letta (capo del PD, governo Draghi), Renzi (capo di Italia Viva, governo Draghi), Gentiloni (che qualcuno indicava come possibile Presidente della Repubblica), Conte (capo dei 5 Stelle, governo Draghi).

Il governo degli eletti è stato un’alternanza tra le vittorie di Berlusconi (3 vittorie nette, 8 anni e 8 mesi di governo) e le astuzie del PD nelle sue varie denominazioni passate (il Ribaltone, la Desistenza, l’Unione, 7 anni e mezzo di governo, senza mai avere i voti). Sono tutti lì, nel governo Draghi (PD, Forza Italia, Lega).

Tutti insieme appassionatamente. L’opposizione è fatta da due sole forze: Fratelli d’Italia (nati nel 2012, non hanno mai governato) e gli espulsi dai 5 Stelle, più qualche dissidente della Lega.

A capo del governo c’è Draghi, il gestore onnipresente del neoliberismo italiano: Direttore Generale del Tesoro, presente nel 1991 sul panfilo Britannia, Presidente del Comitato Privatizzazioni, ispiratore del TUB (Testo Unico Bancario), creatore del TUF (Testo Unico sulla Finanza), capo di Bankitalia, siluratore assieme a Trichet dell’ultimo governo eletto, capo della BCE, capo del governo, candidato al Quirinale.

 

Quindi…

Quindi il ragionamento di Sallusti e di chi la pensa come lui va modificato. Il serpentello che si morde la coda (sei libero, ma mi fai danni, per cui non sei più libero) va modificato così.

  • La Seconda Repubblica si regge su un modello neoliberista. 
  • L’Italia è stata oppressa dagli interessi passivi ed è stata svenduta con le privatizzazioni. 
  • Nell’ottica neoliberista TUTTI i governi hanno lavorato a tagliare la sanità, riducendola a una realtà asfittica e sottodimensionata. 
  • Oggi TUTTI gli attori dei tagli e delle privatizzazioni si riuniscono sotto l’eterno regista Draghi e usano i tagli da loro fatti per imporre i colori alle regioni. 
  • L’ottica neoliberista ha come obiettivo principe la morte delle piccole imprese. Vengono uccise dal combinato del nuovo costo dell’energia (costo creato ad arte da tecniche neoliberiste, senza alcuna motivazione logica) e dal movimento zero del turismo e del commercio “fisico” (movimento zero creato dalla certificazione verde, dalla paura, dalle quarantene, dai colori delle regioni).

Il non vaccinato è semplicemente il capro espiatorio che impedisce al popolo di vedere la realtà.

TUTTI quelli che hanno rovinato la sanità oggi stanno insieme al governo, rovinano la piccola economia, e utilizzano come arma di distruzione proprio i tagli sanitari che loro stessi hanno fatto. 

Il tutto sotto la regia eterna di un Mario Draghi dai pieni poteri.

Un gioco di prestigio spettacolare, se non fosse tragico. Ci costringono a guardare il rubinetto che perde, mentre la diga del Vajont sta esondando.

«Ma insomma, ‘sti cavolo di non vaccinati ci sono o non ci sono nelle intensive???»

Cosa rispondere? 

«A ogni questione complessa si può sempre dare una risposta semplice. Ed è certamente la risposta sbagliata».

Se volete la risposta semplice, accendete la TV. Se volete una risposta più complessa, continuate a leggere.

 

La Turchia, il miglior attacco ai Mondiali di Calcio

L’attitudine ad archiviare dati e a creare piccole statistiche non mi è nata col covid. E’ un retaggio che viene da lontano. Che fosse il torneo di Wist, o la Caccia al Tesoro Automobilistica di Primavera, o il torneo di calcetto, e altre cose minori, sempre ho conservato il fascicolo del materiale cartaceo, ho caricato i dati sul calcolatore creandomi programmi appositi, ho create le statistiche che mi interessavano.

Mi ero anche creato un programma di archiviazione delle partite dei Mondiali di Calcio, per soddisfare quelle curiosità statistiche che non trovavo sull’Almanacco del Calcio delle Edizioni Panini. 

Ad esempio, nello scorso millennio (2) il Brasile era indicato come la squadra spettacolo, che vinceva coi gol; la Germania invece come squadra arcigna, che vinceva con la solidità della difesa. La statistica cosa diceva? Che era falso: le due squadre avevano una media gol per partita praticamente identica.

La sorpresa è che la loro media gol di 2,2 e 2,1 a partita era scavalcata… dalla Turchia: 3,3 gol a partita.

Impossibile. Invece era esattamente così: 10 gol in 3 partite, non era un mio errore nel caricare i dati.

Poiché esiste un po’ di “cultura calcistica” capiscono tutti che c’è qualcosa che tocca. La cosa che tocca è, sostanzialmente, il basso numero di eventi, sui quali può succedere di tutto.

La statistica sulla Turchia non può essere “accettata”, ma va semplicemente “ignorata”. 

Essendo piccolo il numero di partite, si può andare a vedere come si sono originati i suoi numeri: così troviamo nel 1954 un Mondiale di Calcio con un regolamento un po’ folle, la fortuna della Turchia di trovare nel girone una squadra più scarsa di lei, e l’assurdo finale di decretare la Turchia “testa di serie”.

Germania-Turchia 4-1 // Turchia-Corea Sud 7-0 // ancora Germania-Turchia 7-2: 10 gol in 3 partite.

Le statistiche sui piccoli numeri non vanno “accettate”, ma vanno “ignorate”.

Sono “vere”, nel senso che i numeri sono quelli che sono. Ma i numeri sono piccoli, e quindi le circostanze e gli eventi al contorno assumono un peso tale da vanificarle e renderle quindi inutili.

Se non memorizziamo questo fatto essenziale, non capiremo nulla. 

San Marino ha 103 morti covid su 33.909 abitanti; nella classifica dei morti trovate la piccola Repubblica ai vertici con 3.037 morti per milione, peggio dell’Italia (2.418), peggio degli USA (2.603). 

Ma il dato semplicemente va “ignorato”: San Marino è in mezzo a due province italiane duramente colpite (Rimini e Pesaro) e non esiste alcun “caso San Marino” in relazione al covid. C’è solo la casualità dei piccoli numeri.

La “saturazione delle intensive da parte dei non vaccinati” ha a che fare coi piccoli numeri o coi grandi numeri?

Ho “saturato” le due pagine. Lo vedremo, a Dio piacendo, alla prossima puntata.

 

Terapie intensive intasate da non vaccinati

Il mantra dei TG è «le terapie intensive (TI) sono intasate all’80% dai NoVax, i malati oncologici non trovano posto». Innanzitutto abolisco la trita sigla NoVax. Io ho ricevuto più vaccinazioni di tutti i miei amici. Sono quindi semplicemente un PNVC (Persona Non Vaccinata Covid), mentre altri amici sono PVC (Persone Vaccinate Covid, molte non per scelta).

La prima cosa da sapere è che le intensive NON sono intasate. Il portale AGENAS del governo indicava per il 29.01.2022 una presenza da covid del 17,6% (3), quando la soglia critica è stata fissata al 30%. Guardando le singole regioni/province autonome, si avvicinano alla soglia solo le Marche (27,1%) e Trento (27,8%). 

L’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) è datato 19 gennaio, e porta i dati delle TI nel periodo 03.12.2021-02.01.2022: persone entrate in TI = 2.417 (4); PNVC in TI = 1.557; percentuale 64%. Questo è il primo passettino per ridimensionare l’80% indicato nel “mantra” dei TG.

La degenza media in intensiva è di 15 giorni circa (5)
1.557 persone x 15 giorni = 23.355 giorni di TI
03.12.21-02.01.22 = 31 giorni
23.355 : 31 = 753 posti TI occupati da PNVC.
Considerato che i posti di TI pre covid erano 8.000 circa e adesso 9.031, significa che i PNVC non occupano nemmeno l’extra di 1.031 posti creato dal covid.

Vale quindi la seguente affermazione.

La frase «il malato oncologico non trova posto in intensiva per colpa dei NoVax» è falsa. Le persone non vaccinate non occupano nemmeno tutti i 1.000 posti extra creati per il covid.

Se quindi il malato oncologico OGGI non trova posto, significa che non l’avrebbe trovato nemmeno IERI prima del covid. Perché  la nostra sanità già prima del covid era in coma.

Il “Sistema Seconda Repubblica” (SSR), che ha sfasciato la sanità, oggi usa le persone non vaccinate come capro espiatorio per coprire le proprie colpe.

Primo tassello, ma bisogna proseguire.

 

Le 4 ombre della TI

Le statistiche sulle TI sono quindi “magrine”, rispetto all’enfasi data dai TG. Ma sono ancora più magre se ragioniamo su 4 ombre (ombre nel senso che non abbiamo dati, ma abbiamo la certezza dell’evento che qualcuno prima o poi dovrà tradurre in dati).

Prima ombra. Tra le PNVC ci sono le persone “non vaccinabili covid”. Poiché un medico non ti fa un’esenzione neanche con la pistola alla tempia, gli esentati sono certamente portatori di patologie pesanti. Se vanno in TI da positivi, questo avviene molto probabilmente per le gravi patologie. Quanti sono? Non lo sappiamo. Quali che siano, vanno tolti dal totale delle PNVC.

Seconda ombra. Bassetti, 12 gennaio 2022: «Nei nostri reparti siamo ben oltre il 35% di ricoverati che con il Covid-19 non c’entrano nulla. Non hanno della malattia nessun sintomo, ma solo la positività al tampone per l’ingresso in ospedale» (dichiarazione all’AGI). Allora, poiché le curve dei morti e delle TI seguono andamenti molto simili, il problema di quel 35% di catalogazione impropria l’abbiamo anche nelle TI.

Terza ombra. Un servizio di Valentina Noseda (ReStart, RAI) è stato autocensurato per la messa in onda, ma lo trovate su RaiPlay. La Noseda intervistava persone che descrivevano il metodo per incrementare il numero dei positivi ospedalizzati, al fine di ottenere i rimborsi di 3.713 euro (ospedalizzati normali) o 9.697 euro (ospedalizzati TI). Vero, falso? Del tutto verosimile. Dove ci sono molti soldi, ci sono anche i servi di Mammona all’opera.

Quarta ombra. Ma i 9.031 posti di TI sono reali? Mentre ero al mare a Pesaro, a fine agosto, leggevo l’intervista a un primario che, essendo prossimo alla pensione, si sbilanciava un po’. «Il suo reparto adesso è molto pieno?» «No, dà sempre l’impressione di essere vuoto. Ho i letti, ma servono 15 medici per coprirli. Di medici ne ho 6, veda un po’ lei…». Ci sono 9.031 posti di TI coi relativi medici? Oppure…

Avanti ancora, c’è un’altra domanda chiave.

 

Ma perché parlate molto di TI e poco di morti?

La sparata sull’intasamento delle TI da parte delle PNVC è l’ultima arma che resta per far credere a un qualche peso del vaccino in questa gestione dell’epidemia. Ma, come ho ricordato più volte, le TI sfornano un numero di morti modesto rispetto al totale (6).

Spostiamoci allora sui morti, che sono un dato più pesante rispetto alle TI. L’ultimo rapporto ISS analizza le “diagnosi 26.11.2021-26.12.2021 con decesso”: sono 3.742, di cui 1.774 sono PNVC (47%) e 1.968 sono PVC vario grado (53%). Statistica poco spendibile nei TG, coi vaccinati che vanno peggio dei non vaccinati.

Guardiamo le corsie 03.12.2021-02.01.2022: 25.168 ospedalizzati, di cui 11.487 sono PNVC (46%) e 13.681 sono PVC vario grado (54%). Anche questa è poco spendibile nei TG, coi vaccinati che vanno peggio dei non vaccinati.

«Ma Lazzaretti! Quei numeri vanno rapportati a quanti sono i vaccinati e i non vaccinati! Quando i vaccinati sono tanti, scatta il cosiddetto “effetto paradosso”, per cui sembra che vada peggio ai vaccinati!»

Ogni tanto arrivano i miei “contestatori della Domenica” a ricordarmi l’ovvio. Intanto pongo una domanda: «Vi sembra un “successo vaccinale” avere 1.968 morti vaccinati in 31 giorni? Era questo che promettevate nel radioso Vaccino-day del 27 dicembre 2020?» Ma, domanda a parte, vi porto un attimo nel Pontevedro.

 

Pontevedro, pianurini e monticiani

Nel Pontevedro ci sono 10 milioni di pianurini e 10 milioni di monticiani. I primi si ammalano di covid, i secondi, non si sa perché, non lo prendono. 5 milioni di pianurini si vaccinano, 5 non si vaccinano. Dopo un certo tempo ci sono 1.200 decessi covid di non vaccinati e 1.000 decessi covid di vaccinati.

I non vaccinati totali sono 15 milioni (5 pianurini e 10 monticiani), per cui abbiamo 1.200 / 15 = 80 morti covid per milione. I vaccinati sono 5 milioni, per cui abbiamo 1.000 / 5 = 200 morti covid per milione.

Una martellante campagna governativa convince i monticiani a vaccinarsi. Si vaccinano tutti. Adesso i non vaccinati hanno 1.200 / 5 = 240 morti per milione. I vaccinati invece 1.000 / 15 = 67 morti per milione.

I morti sono sempre gli stessi, ma lo “spostamento di campo” dei monticiani ha alterato le percentuali.

Vi sembra un esempio stupido? Ma è esattamente ciò che hanno fatto in Italia. Vaccinando in massa fasce di età e persone senza patologie che avevano probabilità bassa o inesistente di morire di covid, hanno alterato la percezione globale del “successo vaccinale” portando al denominatore cifre di vaccinati “inutili”, perché a rischio morte vicino allo zero.

 

Conclusione (provvisoria)

«Lazzaretti, ma se lei ragionasse per fasce d’età…» 

«No. Siete voi che non ragionate per fascia d’età. Siete voi che volete “vaccinare il mondo”, secondo un’espressione che rasenta la follia. Se davvero ragionaste per fasce d’età, non avreste mai vaccinato in massa gente sotto i 60 anni, e avreste avuto forti dubbi se vaccinare tra i 60 e i 70. Ammesso e non concesso che il vaccino abbia una qualche efficacia.»

Le statistiche sul “successo vaccinale” sono basate su numeri minuscoli e sono alterate dalla massa delle “vaccinazioni inutili” che alterano i rapporti. Se le persone a rischio zero non fossero state vaccinate (come direbbe la logica), l’insuccesso vaccinale sarebbe stato palese.

Statistiche covid come la Turchia ai Mondiali: “vere”, ma “non significative”. 

«Insomma, i NoVax ci sono costati 146 milioni di euro di ospedalizzazioni!» 

Ottimo. L’ho sentito anch’io questo dato del cavolo, al TG2000 dopo il Rosario di Lourdes. Avete fatto l’errore di mettere in campo i costi. E qui entriamo allora nel campo del rapporto costi/benefici. 

Per il vaccinismo sarà un massacro.

 


Giovanni Lazzaretti

giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com

NOTE

(1) Unica anomalia, il “governo del contratto”, 5 Stelle + Lega: maggioranza dei seggi, maggioranza dei voti, accordo con lo stile della Prima Repubblica.

(2) In questo millennio, dopo Brasile-Germania 1-7 del 2014, le sensazioni sono un po’ cambiate…

(3) Il 17,6% è il rapporto tra 1.588 ricoverati covid in TI e i 9.031 posti TI disponibili in Italia. Se le intensive sono piene, all’82,4% sono piene di “altro” che non è covid.

(4) La Protezione Civile per lo stesso periodo dà come ingressi in TI 2.700 tondi. Su questa differenza di 283 non mi sbilancio; prendo per buono il rapporto ISS perché, essendo più tardivo, si spera sia più meditato,

(5) “Somma delle presenze giornaliere in intensiva” fratto “somma degli ingressi giornalieri in intensiva” da quando vengono comunicati, ossia dal 3 dicembre 2020.

(6) La morte per covid arriva in corsia (64%), nelle RSA e hospice (27%), e infine nelle intensive (9%). Queste le percentuali solide di fine 2020. Oggi le percentuali sono cambiate, ma i numeri indicano un 14% di morte in intensiva come soglia massima invalicabile.

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