Esperimento Robbers Cave: pregiudizi e conflitti tra gruppi – Di Alessandro Cuminetti

Articolo tratto da https://www.psicosocial.it/ (Blog di Psicologia, Crescita Personale e Curiosità) sull’ Esperimento Robbers Cave: lo studio sul pregiudizio e i conflitti che si originano nei gruppi di persone.

L’esperimento Robbers Cave nell’ Oklahoma, fatto dallo psicologo turco Muzafer Sharif nel 1952, è un classico della psicologia sociale. L’esperimento Robbers Cave dimostra quanto facilmente il gruppo adotti un’identità esclusiva e quanto velocemente tale identità possa degenerare in pregiudizio e antagonismo verso coloro che ne sono al di fuori. Di solito ogni gruppo si mette al centro del cosmo classificando gli altri esseri umani in rapporto a sé. Esistono in noi quindi due identità: quella individuale e quella sociale. Come fa la nostra identità sociale a influenzare la nostra percezione del mondo? Quali sono i nostri giudizi sugli altri? Cosa frena lo sviluppo di una mentalita’ aperta?

Altri studi fatti in seguito all’esperimento Robbers Cave, diedero ulteriori interpretazioni dei fatti avvenuti in quell’estate; si svilupparono altre versioni della storia o se volete, vennero aggiunte interessanti teorie a ciò che inizialmente fu pubblicato e scoperto.

Ma ora scopriamo in cosa consisteva l’esperimento Robbers Cave originale!

Esperimento Robbers Cave, psicologia sociale dei pregiudizi e dei conflitti

La teoria del conflitto realistico fu applicata e valutata grazie a questo esperimento. I soggetti presi come esperimento erano 20 ignari ragazzini di circa 12 anni:

  • provenivano tutti da scuole diverse di Oklahoma City negli Stati Uniti;
  • nessuno di loro si conosceva prima di arrivare nel campeggio di Robbers Cave;
  • condividevano la stessa religione protestante;
  • avevano stessa estrazione sociale ovvero cresciuti tutti in famiglie di classe media;

L’obiettivo dell’esperimento Robbers Cave era quello d’investigare sulla formazione di un gruppo, sulla coesione del gruppo, sul conformismo e su come nascono i conflitti analizzando in pratica la teoria dell’identità sociale fra gruppi . Come fecero Sherif e i collaboratori a innescare un conflitto tra ragazzi che erano in campeggio per divertirsi?

Li divisero in modo casuale in 2 squadre! In men che non si dica i due gruppi assunsero identità contrapposte, si crearono rivalità e cameratismo.

Ogni gruppo si diede un nome: Serpenti a Sonagli e Aquile. Le gare sportive proposte inasprirono la rivalità e dopo 2 giorni iniziali di sportività, essa venne abbandonata!

Esperimento Robbers Cave: nascono i conflitti

Le Aquile furono accusate dai Serpenti a Sonagli di slealtà. Le Aquile decisero di rubare la bandiera dei Serpenti e di bruciarla! A questo punto i Serpenti a Sonagli fecero una spedizione punitiva notturna e rubarono i pantaloni del capo dell’altro gruppo, li dipinsero e li usarono come bandiera per i tornei del giorno dopo. I giorni a seguire furono giorni di rappresaglia con premi rubati, creazione di armi non convenzionali (calzini riempiti di pietre a imitare dei frombolieri), letti imbrattati. I due gruppi pregarono gli organizzatori di farli mangiare in tavoli separati.

Esperimento Robbers Cave: la creazione dei pregiudizi

Ogni gruppo sviluppò uno stereotipo negativo dell’altro. I Serpenti si sentivano dei veri duri, le Aquile si credevano i giusti. L’immagine dell’altro era disprezzata e allo stesso tempo si rinforzava la propria, si cadeva così nella trappola dell’autocompiacimento. Se le Aquile o i Serpenti perdevano un torneo c’era la tendenza a dare la colpa alla sfortuna, a una palla sgonfia o al brutto tempo; se invece si vinceva il merito era della bravura del gruppo senza menzionare circostanze esterne. Sherif e l’ esperimento Robbers Cave avevano portato alla luce come si arrivava a odiare e combattere le altre persone per la loro appartenenza a un gruppo diverso dal loro. Sherif sosteneva che quest’odio fosse in parte “necessario”: il disprezzo per gli altri è una diretta conseguenza per rafforzare l’orgoglio e l’identità del proprio gruppo. Tanto è più forte la necessità di competere per le scarse risorse, maggiore è la coesione e più forte sarà lo scontro e l’avversione per gli altri.

Esperimento Robbers Cave: riportare la pace

La seconda parte dell’esperimento aveva come obiettivo quello di ridurre l’antagonismo tra Aquile e Serpenti a Sonagli. Si idearono attività per riavvicinare i gruppi, come vedere un film, assistere insieme ai fuochi d’artificio. Il risultato fu deludente! Gli sperimentatori allora tentarono un altro approccio: crearono obiettivi sovraordinati, che richiedevano la collaborazione di tutti per essere raggiunti. Si sparse la notizia che nel campo c’era stato un misterioso sabotaggio dell’acqua corrente dovuto a un gruppo di vandali, un nemico comune ed esterno. Si scelsero quattro ragazzi per gruppo per ispezionare l’area, esaminarono insieme il serbatoio e scoprirono che un tubo era ostruito da un sacchetto di plastica. Ognuno di loro partecipò per risolvere il problema. L’acqua ricominciò a scorrere e tutti fecero festa. I Serpenti che avevano con loro le borracce permisero alle Aquile di bere per prime. Purtroppo la pace non arrivò subito, ma i gruppi costretti a collaborare per risolvere i problemi comuni che capitavano al campo raggiunsero la quiete. A questo punto gli individui iniziarono a ragionare autonomamente senza farsi influenzare dai pregiudizi. I membri delle Aquile e dei Serpenti a Sonagli strinsero amicizia trascorrendo gli ultimi giorni di campeggio sempre insieme. L’ultimo giorno di campeggio la maggior parte dei ragazzi fu entusiasta di fare ritorno a Oklahoma City così come era partita: cioè tutti sullo stesso autobus.

Conclusioni sull’esperimento Robbers Cave

Sherif mostrò con questo esperimento che i gruppi si formano istantaneamente e in modo automatico; l’appartenenza a un gruppo influenza il nostro comportamento sulla percezione che si ha degli altri. Si può rimediare all’antagonismo e ai conflitti tra gruppi, creando obiettivi comuni. L’opposizione Noi-Altri è una componente fondamentale della società.

Le altre storie non dette dell’esperimento Robbers Cave

All’inizio di questo post dicevo che non c’è solo una storia a lieto fine che rappresenti il comportamento dei gruppi, ma per correttezza intellettuale bisogna citare anche le prove che in un certo senso, sono finite male e che rappresentano anche altri aspetti. Ciò che spesso non viene citato è che l’esperimento Robbers Cave non è l’unico effettuato,  in realtà è il terzo di una serie effettuata da Sherif e colleghi. I due studi precedenti infatti hanno conclusioni un po ‘meno felici. Nel primo, i ragazzi si coalizzarono su un nemico comune e nel secondo i ragazzi si coalizzarono sugli sperimentatori stessi. Quindi quali sono le critiche portate all’ esperimento Robbers Cave? Michael Billig uno psicologo sociale, analizzò tutti e tre gli studi di Sherif. Billing sostiene che l’esperimento non coinvolge solo due gruppi, ma tre, poiché gli sperimentatori sono parte del sistema. Infatti, con gli sperimentatori inclusi, è chiaro che questi siano il gruppo più potente.

Per fare chiarezza

Gran parte del conflitto tra i due gruppi di ragazzi è orchestrato e gestito dagli sperimentatori. Gli sperimentatori avevano tutto l’interesse a creare un conflitto tra i due gruppi . Erano loro che avevano più da perdere se l’esperimento fosse andato storto, e più da guadagnare se fosse andato bene. I tre esperimenti, quindi, avevano un finale ‘felice’, e due meno! Perciò esistono diversi risultati quando un gruppo potente cerca di manipolare due gruppi più deboli. Delle volte può capitare che tutto finisca a tarallucci e vino(esperimento tre), delle volte i gruppi si uniranno contro un nemico esterno e comune (esperimento uno) e qualche volta i due gruppi più deboli si coalizzano e si ribellano al gruppo più forte ovvero agli sperimentatori (esperimento due). Per la psicologa Frances Cherry, è il secondo esperimento che rende questa analisi plausibile. Quando i ragazzi si ribellano contro gli sperimentatori, mostrano una spiccata comprensione di come sono stati manipolati. Anche se l’esperimento Robbers Cave è in un certo senso lo studio di successo, unito agli altri due, diventa più realistico. Spesso nella realtà, sostiene Cherry, esistono più casi in cui alcuni gruppi detengono più potere di altri.

I gruppi deboli possono ribellarsi

I livelli del potere tra i gruppi cambia radicalmente la dinamica tra le loro interazioni. Che si tratti di paesi, società, o famiglie, se un gruppo ha più potere, improvvisamente si apre la strada alle competizioni e alle cooperazioni orchestrate, per non parlare delle manipolazioni. La manipolazione di altri gruppi, però, è un gioco pericoloso; i gruppi più deboli non giocano sempre con le regole fissate per loro. Può capitare che si uniscano per fare un fronte unico contro un gruppo più forte. La comprensione della psicologia e delle strategie che portano gruppi di persone a comportarsi in un certo modo è in continua fase di studio. E voi che dite? Non credete che per le grandi potenze mondiali, la ricerca e lo studio del comportamento dei gruppi non sia materia di attenzione?

 

ARTICOLO ORIGINALE

Esperimento Robbers Cave: pregiudizi e conflitti tra gruppi

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