Sul coronavirus è tempo di spegnere la TV

di Giovanni Lazzaretti

Il “frame”, la cornice

Lo sappiamo benissimo, ma ci caschiamo ogni volta.

Quando c’è un evento di grande portata, che coinvolge grandi movimenti di potere e di denaro, che ha fonti di notizie lontane (e quindi gestite solo da rilanci di agenzia), i grandi media cartacei e televisivi hanno 2 settimane di assestamento e poi confezionano il “frame”, la cornice dalla quale nessuno può sfuggire.

Sebastiano Caputo descrisse esplicitamente la cornice per la guerra di Siria. 

I fatti sono stati venduti dagli spin doctor al pari di un pubblicitario che piazza un prodotto commerciale nel mercato, e in modo più raffinato sono state costruiti dei recinti semantici per cui se ne uscivi, descrivendo una realtà alternativa, diventavi automaticamente, per riflesso, “un sostenitore del regime”. 

I tre grandi “frame” della guerra in Siria sono stati i seguenti: “il dittatore sanguinario Bashar al Assad”, “i ribelli moderati” e infine “la guerra civile siriana”.

In pratica tre notizie false (Assad non è un sanguinario, i ribelli moderati non esistono, non c’è una guerra civile siriana ma la guerra dell’esercito regolare contro i terroristi) costituivano la cornice sicura entro la quale dovevi muoverti. All’interno di questa potevi rimescolare di tutto. Se uscivi da questa, semplicemente eri espulso dal sistema mediatico che conta.

Anche in questi giorni mi è toccato sentire su non so quale canale nazionale «A Idlib i ribelli filo-turchi combattono i lealisti filo-russi». Con due parole hai già messo alla pari l’esercito regolare con i terroristi invasori. Ovviamente la Siria ha il diritto di allearsi con chi vuole, mentre nessuno ha il diritto di violare l’integrità del suo territorio. Così va il mondo dell’informazione.

Adesso “quelli del frame” sono diventati anche uno spot televisivo: «Oggi più che mai l’informazione influenza la nostra vita e la nostra sicurezza. Le notizie sono una cosa seria. Fidati dei professionisti dell’informazione. Scegli gli editori responsabili, gli editori veri. Scegli la serietà».

Il coronavirus è un evento epocale.

Quindi certamente si è formata una cornice dalla quale nulla sfugge.

 

La cornice del coronavirus

Quali sono gli elementi certi della cornice, dai quali non si sfugge sui grandi media?

1) Ignorare qualunque ragionamento sulla nascita del virus

2) Parlare sempre dell’errore dei tagli della sanità, senza mai mettere in evidenza il salto numerico di letti con la nostra non-amica Germania (corollario: parlare sempre degli “angeli in corsia”, vero, dimenticando perché devono fare turni infami)

3) Continuare a lasciar parlare in TV i responsabili dei suddetti tagli, senza un minimo di autoaccusa (verginità completamente rifatta per Monti e Renzi)

4) Ignorare le motivazioni profonde dei tagli

5) Dare per scontato che la chiusura del sistema Italia sia l’unico sistema possibile, su indicazione degli “scienziati”.

6) Ignorare tutte le manifestazioni che mostrano la negatività dello stare in casa (suicidi, esasperazione dei bambini, fruizione pornografica, disfacimento della concentrazione scolastica, eccetera)

7) Ignorare i 15.000.000 italiani che, oltre all’eliminazione di tutte le libertà costituzionali, patiscono l’eliminazione di un’ulteriore libertà costituzionale: quella di andare almeno una volta alla settimana a prender Messa (do per buona la statistica della presenza a Messa pubblicata su La Stampa del 27 ottobre 2019)

8) Ignorare che il bollettino quotidiano della protezione civile ha valore statistico pari a zero

9) Alimentare l’attesa spasmodica di un vaccino

Mi fermo qui, altri se ne potrebbero aggiungere. 

Elenco allora qualcosa di “fuori dalla cornice”. 

 

Nascita del virus

In un libro del 2004, “la strage dei genetisti”, Maurizio Blondet descrive gli omicidi/suicidi di esperti di armi batteriologiche, virologi, genetisti, biologi a livello mondiale, avvenuti dopo l’11 settembre 2001.

Niente di nuovo, del resto. Dalle coperte al vaiolo di britannica memoria alle lettere all’antrace che fecero 5 morti e 17 intossicati negli USA nel 2001 (con chiusura del Parlamento e Patriot Act approvato senza dibattito), sempre si sono tentate queste strade alternative.

E’ certo che ovunque nel mondo si tentano di confezionare armi batteriologiche.

Quindi, se è da stupidi affermare che “certamente” il coronavirus è stato prodotto in un laboratorio, è altrettanto da stupidi affermare che “certamente” NON è stato prodotto in un laboratorio. 

Semplicemente non lo sappiamo, ma la produzione artificiale non ha nulla di fantascientifico.


Se volete pensare a un fatto naturale

Da un pipistrello dell’Hubei è avvenuto lo spillover del coronavirus al paziente zero.

E da lì la globalizzazione l’ha portato in tutto il mondo.

 

Se volete pensare a un incidente

A Fort Detrick, sede dell’Istituto di ricerca medica sulle malattie infettive dell’esercito degli Stati Uniti (USAMRIID) in agosto succede “qualcosa” che provoca la chiusura

Deadly Germ Research Is Shut Down at Army Lab Over Safety Concerns. Problems with disposal of dangerous materials led the government to suspend research at the military’s leading biodefense center. (The New York Times, 5 agosto 2019)

La faccenda deve essere importante, visto che la pagina di Wikipedia NON la riporta.

A Wuhan dal 18 al 27 ottobre 2019 si svolgono i Giochi Mondiali Militari. La pagina è assente in Wikipedia (che riporta invece tutte le altre 6 edizioni); nell’edizione precedente c’erano 8.700 atleti (l’Olimpiade ultima fece 11.303 atleti). Quindi un consesso abbondante, con tutta la promiscuità internazionale di una manifestazione simile (compresi gli approcci a distanza zero).

Poco dopo parte l’epidemia di Wuhan e, a seguire, la pandemia.

 

Se volete pensare a un fatto voluto

La variante è ipotizzare che, come l’antrace del 2001, anche stavolta un criminale servo di chissà chi ha portato fuori volutamente qualcosa di brutto da Fort Detrick.

Poi, occasione d’oro, ci sono i Giochi di Wuhan per diffonderlo senza problemi e nel luogo ideale (le malattie partono sempre da oriente).

«Sì, ma la cosa è impossibile, perché adesso gli americani lo subiscono anche loro».

Non sto parlando di americani. Sto parlando di una rete di Servi del Male che possono avere qualunque passaporto e per i quali la morte e la sofferenza dei popoli è il massimo della libidine.

Naturalmente chi produce porcherie produce anche i mezzi per difendere se stesso.

 

Pensate ciò che volete, io non penso nulla. Faccio solo un elenco.

 

Tagli alla sanità

Farebbe un effetto ben diverso dire esplicitamente che la Germania ha 450.000 letti d’ospedale più di noi e ha 28.000 posti di rianimazione contro i 5.000 nostri (i numeri che citai, segnalati da Gandolfini en passant, sono stati sostanzialmente confermati dalla Gabanelli sul Corriere).

Con quei numeri non avremmo avuto i drammi in corsia; avremmo avuto solo un utilizzo più ampio di posti sovrabbondanti.

Monti, Letta, Renzi (che continuano a parlare) sono tra i colpevoli principali di questi tagli (meno 27 miliardi in 4 anni).

L’hanno fatto per rispettare i parametri europei.

Parametri europei che non riusciamo a rispettare perché ogni anno diamo 70 miliardi (equivalgono allo stipendio lordo di 2.000.000 di lavoratori normali) ai redditieri internazionali.

Li diamo perché dal 1981 Andreatta e Ciampi consegnarono il debito italiano ai mercati.

E’ la solita storia che ripeto sempre. 

Ma spero che prima o poi le malefatte del neoliberismo arrivino a conoscerle tutti.

 

Non possiamo lasciare la decisione ai virologi

Prego quotidianamente per l’Ospedale Sacco perché voglio bene alla dottoressa Chiara Atzori.

Ma quando il 9 aprile ho sentito parlare il primario Galli mi sono un po’ innervosito.

«Chiedete agli italiani se preferivano essere morti oppure essere vivi, anche se con le pezze al sedere», o qualcosa di simile.

Galli non ha la percezione (né può averla, dati gli stipendi di un primario) cosa vuol dire non avere soldi, avere spese fisse (affitto o mutuo, bollette, cibo, medicine), e non poter nemmeno girare per mendicare qualcosa. 

Non è questione delle pezze nel sedere, quelle le sopporta chiunque: è la disperazione e la morte civile.

La questione da porre infatti è: preferisci la certezza della povertà assoluta (quelli che non arrivavano a fine mese adesso hanno la certezza della povertà assoluta) o la bassissima probabilità di morire di coronavirus? 

Perché, ricordiamolo dal report bisettimanale dell’Istituto Superiore di Sanità, chi muore ha per il 61% almeno tre patologie, per l’82% almeno 2 patologie, per il 96,5% almeno 1 patologia pregressa. L’età media di morte è 78 anni, età dove non sei più lavoratore da un pezzo.

Attrezzate gli ospedali come si deve, con letti sovrabbondanti, con materiale sanitario prodotto in Italia (un ospedale “non neoliberista”, per farla breve) e vedrete che il coronavirus è malattia pesante, ma non tale da fermare l’Italia.

La povertà è morte. Non te ne accorgi subito, ma è morte. Ve lo ricordate Federico Fubini?

“Faccio una confessione, c’è un articolo che non ho voluto scrivere. Guardando i dati della mortalità infantile in Grecia mi sono accorto che facendo tutti i calcoli con la crisi sono morti 700 bambini in più di quanti ne sarebbero morti se la mortalità fosse rimasta quella di prima della crisi. La crisi e il modo in cui è stata gestita ha avuto questo effetto drammatico e ci sono altri dati che confortano questa mia conclusione, come i bambini nati sottopeso”. 

Così Federico Fubini, vicedirettore del Corriere della Sera, presentando su Tv2000 il suo nuovo libro ha raccontato di aver scelto di “censurare” la notizia dell’impatto di crisi e misure imposte dalla Troika sulle morti infantili. “Adesso nel libro lo scrivo e lo racconto in dettaglio”.

Noi stiamo preparando la Grecia al cubo (la Grecia venne distrutta, ma non si fermò mai), ma i morti ce li dirà solo la statistica futura. 

Non ci sarà il bollettino quotidiano della protezione civile a raccontarceli.

 

Andrà tutto bene

Quando, recitando la preghiera alla Madonna di Bismantova per salvarci dal virus, un nipote ciondola o “svacca” gli ricordo che non è uno scherzo e che la situazione è seria.

Poi constaterà che si vive ragionevolmente anche nelle situazioni serie.

Ma l’orrore di quella frase “Andrà tutto bene” non lo voglio propinare. 

Non va per niente bene per milioni di persone, non andrà per niente bene in futuro per milioni di altre persone, non va bene per i morti e per le famiglie, non andrà bene per nessuno (tranne i redditieri) se arriverà la Troika, anche se arriva per interposta persona.

Gli aneddoti, le scenette di gente che fa giochetti alla finestra, espone bandiere e canta, sono folklore per mascherare la realtà. Realtà che è abbastanza sopportabile in un paese, insopportabile in certe zone di città.

Giovani e adulti con un +24% di fruizione pornografica. 

Bambini con mesi d’infanzia rubata (ve la ricordate la piagnucolata di Greta Thunberg alla quale il riscaldamento globale aveva rubato l’infanzia? Ai nostri bimbi di adesso, non alla Thunberg, stanno rubando l’infanzia). 

Bambini e ragazzi con una pseudo-scuola da Internet che serve solo a dire “non avete perso l’anno”.

 

Statistiche

Il bollettino giornaliero serve solo ad ossessionarci.

Credo siamo l’unico paese che fa dare il conto dei morti alla protezione civile. Lasciate validare i dati dall’Istituto Superiore di Sanità, attendete metodi statistici che ci dicano quanti sono stati davvero i contagiati, e poi capiremo meglio cosa stiamo vivendo.

Quando poi ho sentito, nella conferenza stampa quotidiana, la risposta alla domanda «Ma nella statistica questi morti da polmonite si sommano a quelli “standard” o sono compresi?» mi sono cadute le braccia.

«Certamente si sommano!», è stata la risposta. 

No. Non possiamo affatto dire che “certamente si sommano”. Persone con 2 o più patologie e con età sopra gli 80 potevano morire di polmonite in corso d’anno in ogni caso. Sarà solo la statistica sull’anno solare che ci darà la risposta.

I numeri che ci dicono quotidianamente hanno valore statistico pari a zero.

Ma l’attesa del bollettino delle 18 (è ormai l’unico evento che accade in Italia) è diventato per tutti il rito della paura e della speranza quotidiana.

 

Vaccino?

Bill Gates, il milionario fondatore di Microsoft e dell’organizzazione filantropica Bill & Melinda Gates Foundation, ha annunciato nelle scorse ore, secondo quanto riportato dalla Cbs, che attraverso la sua fondazione investirà miliardi per finanziare fabbriche che svilupperanno il vaccino per fermare il Covid-19.

Ecco, INO-4800 è quasi pronto (poi semmai occorre andare a controllare a chi appartengono le fabbriche che lo producono).

Ma il coronavirus muta, non sappiamo nemmeno se dà immunità; però vedrete che cascheremo nella trappola della paura e, appena Bill Gates lo annuncerà, dovremo vaccinarci tutti.

Ve li ricordate i 24 milioni di vaccini per la “peste suina” comprati dall’Italia e sostanzialmente buttati?

E’ possibile che il vaccino non ci sia mai e che ci vaccineremo inutilmente con INO-4800 solo per la paura ossessiva creata in questi mesi.

Del resto per l’AIDS il vaccino lo cercano da 40 anni e (notizia sfuggita a tutti causa coronavirus) l’esperimento in Sudafrica è stato chiuso, perché si ammalavano di più i vaccinati che quelli trattati col placebo.

Per l’AIDS l’unica politica è la vecchia ABC dell’Uganda: Abstinence, Be faithful, Condom. Astinenza, fedeltà, e condom per chi proprio non resiste. 

«Ma no, basta il condom!» dicevano allora i poco saggi. 

Adesso nessuno dice «Basta la mascherina!»: il distanziamento sociale lo indicano come essenziale.

Misteri della scienza: quando c’è di mezzo il sesso, la medicina esce facilmente dalla logica.

 

Chiesa

Ho lasciato volutamente fuori l’abolizione della libertà religiosa per 15.000.000 di italiani. 

Alla prossima.

 

Giovanni Lazzaretti

giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com

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