Il Ruolo di un partito Rivoluzionario ovvero come la fretta di avere fretta (e non quella di discutere dei problemi veri) portò la gatta a fare i gattini ciechi.

di Alberto Marabini

C’è fretta nel manipolo rivoluzionario Italiano e non da oggi:  per raccogliere gli spazi politici venutisi a creare dalla crisi del M5S, già questa fretta ha portato alla creazione a raffica di formazioni politiche nuove.

Però poi ci si è fermati a quello e quei lunghi mesi seguenti in cui ci si sarebbe potuti occupare di discutere di un sacco di temi seri (programmi, obbiettivi, l’atteggiamento da darsi di fronte alle istituzioni nazionali, statuto, etc.) sono stati sostanzialmente persi a non fare niente.
“Non è questo il momento”, “I nostri problemi sono altri”, “Ci penseremo più avanti” mi sono visto spesso troppo ripetere e non perché ci fosse un vuoto pneumatico di idee, figurarsi, ma perché c’era troppa ansia.

Adesso, di fronte alle possibilità aperte dalla crisi del Corona Virus e dal verificarsi di altre condizioni politiche, ci sta venendo un’altra ansia, quella di farlo una buona volta “Il Partito”, presentarsi alle elezioni e andare in Parlamento quando solo qualche mese fa qualcuno mi diceva addirittura che semplicemente il nostro compito avrebbe dovuto essere quello di creare un movimento d’opinione per influenzare la politica.

Io sono d’accordo, per carità, sul fatto che sia positivo che alcune stelle si stiano allineando e non avevo dubbi sulla possibilità che si sarebbe verificato (dall’imbecillità delle classi dirigenti e dall’avidità delle istituzioni finanziarie non ci si poteva aspettare altro), ma mi preoccupa che le opinioni politiche vengano sterzate in questa maniera così improvvida dagli avvenimenti che ci accadono intorno.

Non ci si accorge che in tutta questa ansia si stanno percorrendo gli stessi passi che hanno portato alla crisi del M5S (anzi peggio perché in quel caso l’ansia era meno): invece di ragionarci, invece di prepararci, ci buttiamo a capofitto “Tanto siamo tutti d’accordo”, ci si dice: “Questo è il nostro momento, bisogna agire in fretta” (tutto il resto – verticismo, logica del branco e psicologia del gregge –  vedrete che sono li che ci aspettano proprio dietro l’angolo di questa ansia).

Allora discutiamone: quali sono gli obbiettivi di un Partito Rivoluzionario del Sovranismo?

1) Presentarsi alle elezioni per andare al Governo.
Non basta creare un Partito Bandiera per cambiare il Paese, bisogna avventurarsi con spirito profondamente maggioritario a prenderne il Governo, ma questo ha delle conseguenze logiche e iniziano col punto che segue

2) Scrivere un programma per Cambiare il Paese
E qui non sto parlando di una lista dei sogni da compilare a scopo elettorale e della cui realizzazione ci occuperemo “dopo”, magari con il fiato della stampa di regime sul collo, ma di una Road Map il più possibile dettagliata per arrivare a costruire il Paese che vogliamo.

Ora tutta l’attenzione sembra concentrata sulla sovranità monetaria,, quando poi in campo finanziario non è l’unico dei problemi, mentre invece ci sono almeno altre due direttrici fondamentali che non stiamo esaminando:
– come creare uno Stato che questo cambiamento possa portarlo (Democrazia diretta, limitazione dello strapotere delle Caste, centralità del Parlamento), visto che di fatto al momento viviamo in una tirannide

– quali sono le linee direttive della riorganizzazione industriale del Paese (visto che se parliamo di MMT la piena occupazione e la solidità produttiva per proteggere il Paese dalla speculazione finanziaria sono problemi imprescindibili).
Bisogna parlare di ricerca, di riorganizzazione delle filiere industriali, di nazionalizzazioni e di controllo Statale, non si sperare di salvare il Paese con una impostazione economica sostanzialmente liberista.

3) Creare, far crescere, selezionare, educare e mettere al lavoro una classe dirigente che possa portare il cambiamento: perché per riorganizzare lo Stato, per costruire nuovi ministeri e industrie che possano essere al servizio del Paese di cui abbiamo bisogno non si possono riutilizzare gli strumenti che ci sono adesso (per esempio le elites dell’industria privata per anni dedicata alla sistematica spoliazione del Paese). Bisogna invece avere un manipolo di gente bene organizzata, consapevole di quello che si sta facendo, in grado e abituata a lavorare insieme (magari proprio sguinzagliata a partire dai ministeri) e bisogna incominciare a farlo adesso, organizzando delle commissioni interne per la stesura del Programma.

4) Fungere da catalizzatore per i movimenti dal basso e per farlo bisogna saper dimostrare tutta l’autorevolezza che si può conquistare solo coi punti precedenti.

Questi sono i punti principali, poi ci sono quelli accessori e quello principale è dimostrare tutta la nostra alterità al Movimento 5 Stelle.

Bisognerà che dimostriamo che questo nuovo Partito non sarà solo uno strumento per procurare qualche poltrona ai suoi vertici, come spesso ci verrà imputato, ma che la salvaguardia dei suoi principi e la garanzia della sua democrazia interna (oh, la democrazia interna: referendum vincolanti richiesti dal basso e spazi equanimi di agibilità democratica dovranno essere dei capisaldi) non saranno ad appannaggio principalmente nè della direzione politica nè degli iscritti/leoni da tastiera ma di chi all’interno di quel Partito si da da fare per tirare avanti la carretta.

Ecco: adesso dovreste avere fretta! perchè si è perso un mucchio di tempo e queste cose non si improvvisano.

Per il Partito del “tanto siamo tutti daccordo” invece consiglio di approfittare della quarantena, recuperare un po’ di sonno e dare un po’ di sollievo a quelle povere ghiandole surrenali affaticate.

E se il problema non fosse l’ansia, e se invece questa reticenza ad affrontare i problemi fosse dovuta alla troppa voglia di farsi gregge (o branco), di essere sostanzialmente passivi mentre comodamente ci si siede di lato a tifare perchè alla fine è troppo complicato darsi da fare, troppa fatica  studiare, prepararsi ,pensare a leggi e strategie politiche, entrare nei ministeri, troppo scomodo disturbare il manovratore;

Se vogliamo continuare a giustificarci dicendo che per la militanza è sufficiente spargere link avvelenati, lanciare petizioni online, ruggire da una tastiera mentre si lascia la risoluzione dei problemi sempre ad “altri”, quelli più aggressivi magari o più dotati di fascino personale, che non vedono l’ora di occupare una poltrona di Montecitorio;

Se non abbiamo il coraggio di avere per il popolo italiano tutti assieme non dico la statura morale di un Ghandi, un Mandela un Berlinguer ma qualcosa del genere e invece ci limiteremo a fare i soliti leghisti forconari gilet gialli chiedendo agli altri di fidarsi e in caso di sconfitta pronti a dirsi che se non lo fatto il problema sono loro;

Se non abbiamo il coraggio di incominciare a rappresentare con la nostra persona il tipo di Italia che vorremmo essere (“Sii il cambiamento che desideri vedere nel mondo” una volta si diceva), dimostrando che sulle nostre idee siamo pronti ad avere il coraggio di giocarci la pelle;

Insomma, se non avete voglia di fare politica sul serio allora siamo chiari: stiamo rifacendo tutti gli errori del Movimento 5 Stelle da capo e dopo un tale disastro non possiamo più permetterci di sbagliare.

Confederazione Sovranità Popolare sta mettendo faticosamente in piedi di un Centro Studi e senza nessuna presunzione di metterci sopra un’etichetta (perchè le idee appartengono a tutti) anche una Scuola Politica

Invece se qualcuno volesse un’idea di come possa essere fatto lo Statuto di una organizzazione del genere lo può trovare a questo link. Invece l’organigramma qui e qui.

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