Elogio degli incompetenti

di Giovanni Lazzaretti

«In Italia è accaduta una sorta di Rivoluzione d’Ottobre nella quale comunità di utenti in rete hanno assaltato ed espugnato il Palazzo d’Inverno delle competenze. I non addetti ai lavori (che sono la maggioranza degli elettori) si sono ribellati e non hanno più fiducia negli esperti in vari campi. I politici oggi al governo possono decidere se assecondarli o no».

Così scrive l’economista Leonardo Becchetti su Avvenire, in due diversi articoli.

Non so voi, ma queste frasi mi inquietano. Evidentemente sono rimasto un paleo-democratico: credevo ancora che in democrazia un popolo (che non ha le competenze, ovvio, ma può avere il buon senso) vota dei parlamentari che stima per la linea politica (oppure sceglie il meno peggio), attende un governo che concretizzi la linea politica, e chiede che il governo si avvalga di esperti per realizzare “tecnicamente” ciò che il popolo ha deciso “politicamente”.

Invece, secondo Becchetti, se il popolo non ha fiducia degli esperti, i politici dovrebbero decidere se seguire gli esperti o seguire il popolo. Fa poi tre esempi.

Becchetti: «L’ignoranza delle statistiche ha creato il movimento del rifiuto della vaccinazione obbligatoria».

Falso. E’ proprio la conoscenza delle statistiche che fa diffidare dall’obbligo.
16 paesi europei non hanno alcun obbligo e hanno ugualmente un’alta copertura vaccinale. L’obbligatorietà del vaccino sulla varicella l’abbiamo solo noi e la Lituania. Sappiamo quindi statisticamente che è sufficiente una metodologia informativa per raggiungere le percentuali volute.
E soprattutto, cosa c’entrano le scuole? Dire «se non ti vaccini, non vai alla scuola materna» è una frase da stupidi: per non avere un danno ipotetico crei il danno certo dell’interruzione del percorso scolastico. Inoltre spingi le famiglie a creare asili per non vaccinati. Imporre la vaccinazione e zittire il dissenso indica che siamo guidati da dittatorelli, non da “esperti”.

Becchetti: «In economia la rabbia esplode attorno all’idea di una moneta democratica. Se la moneta fosse affidata al popolo tutti i problemi sarebbero risolti. Come se la moneta fosse il toccasana e non esistessero rischi di inflazione quando la moneta viene stampata a sproposito».

A parte il fatto che Becchetti fa confusione tra economia e nOmismatica, sembra non rendersi conto che abbiamo un livello di povertà attorno al 30% e che da 35 anni il nostro debito si alimenta esclusivamente di interessi passivi: tutto questo è stato creato dai “competenti” che ci hanno gestiti dal divorzio Tesoro-Bankitalia in poi. Evidentemente sono “esperti” solo nel fare gli interessi della casta finanziaria, non certo il bene del popolo.

Becchetti: «Nel mondo tecnico-ingegneristico la rabbia sociale si scaglia contro le infrastrutture. Abbiamo il digitale, a cosa servono le infrastrutture pesanti? Ma il dramma di Genova fa capire quanto sia importante la cura delle infrastrutture, eccetera».

Becchetti, fermiamoci un attimo. Ma il crollo di Genova a chi vogliamo imputarlo? Ai No-Tav o agli “esperti & competenti” che ci hanno gestiti in questi decenni, privatizzando e trascurando le manutenzioni per non ledere il santo profitto e l’intangibilità degli interessi passivi?

Becchetti: «Una via fondamentale da seguire è quella del dialogo paziente e costante tra gli esperti e la società civile».

Vedete? Dicono che i 5 Stelle vogliono spazzare via il Parlamento. Becchetti vuole fare la stessa cosa: dialogo tra esperti e società, in modo che la società impari ciò che dicono gli esperti, posto che gli “esperti” non hanno le orecchie molto aperte per recepire ciò che dicono gli “ignoranti”.

Modifichiamo quindi l’impostazione.

Il popolo si è accorto che i “competenti” non lavorano per il popolo, ma lavorano per se stessi e per la finanza.

Il popolo si è accorto che i politici che ascoltano troppo i “competenti” finiscono per lavorare per la finanza e contro il popolo.

Hanno deciso quindi di votare due forze politiche fatte di grezzi, incompetenti e ignoranti (secondo i canoni di Becchetti), sperando che queste forze lavorino per il popolo e non per la finanza.

E, per una qualche benevolenza divina, queste due forze politiche si sono messe insieme, formando il “governo degli incompetenti”. Perché solo chi è incompetente può ripartire da capo, per cercare di capire come hanno fatto “competenti & esperti” ad affondare l’Italia.

Accantonare “competenti & esperti” non dà la sicurezza di riuscire, ma è la pre-condizione necessaria per mettersi a studiare vie nuove.
Vedete l’Argentina di oggi? Quale suggerimento possono aver dato gli “esperti” al presidente Macri? Ovvio: tagli & tasse. La via vecchia. L’unica via che gli “esperti” conoscono.

 

Giovanni Lazzaretti

giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com

Lascia un commento