Come si applica il Grande Reset a te (Massimo Bordin, http://micidial.it/)

di Massimo Bordin.

Sul Grande Reset ne hanno scritte di tutti i colori. Chi pensa sia una bufala complottara; chi, più informato, che sia un progetto ormai formalizzato e agli atti. Tra gli analisti, su tutti, svetta il libro dell’economista Ilaria Bifarini, che ha documentato il grande reset così come esposto in quel di Davos a gennaio 2021. Più difficile, per diverse ragioni, capire cosa significa il reset economico in itinere al netto delle mode green, degli interessi delle élites e della polemica sulla globalizzazione. Eppure, sapere cosa significa il reset dell’economia per il comune cittadino è fondamentale per incrementare e promuovere il progetto, se a qualcuno pare il caso, oppure per scardinarlo. Una cosa è certa: la “scusa” a sostegno della proposta fatta a Davos fu quella della sostenibilità ambientale con specifico riferimento alla situazione pandemica, e dunque con piani di investimenti destinati all’ecologia, “creando infrastrutture economiche e digitali”.

Si, ok, tutto molto bello, come direbbe Bruno Pizzul in telecronaca, ma cosa significherà questo piano per noi?

L’idea di base è quella di ridimensionare pesantemente la proprietà privata, ma senza collettivizzare le grandi imprese come vorrebbe il comunismo ortodosso. Per farla semplice semplice, ciò che ci chiederanno è: “ma a te, miserabile salariato che non sei altro, interessa possedere una lavatrice o piuttosto avere i panni puliti?”

Domande retoriche di questo tipo sono finalizzate ad orientare un accesso ai beni di consumo radicalmente diverso da quello attuale. In altre parole, è evidente che i servizi continueranno come e più di prima ad essere richiesti, ma produttori e finanziatori preferiscono che tali beni vengano usufruiti tramite il noleggio o un sistema di abbonamenti. Ecco allora che l’esempio della lavatrice poco sopra proposto si comprende meglio e verrà esteso a tutto. Vuoi girare in automobile? Bene, ma noi delle élite faremo di tutto perchè tu non te la possa mai più comprare, magari tramite una tassazione ad hoc, oppure un aumento esponenziale dei controlli di sicurezza sul mezzo di locomozione, con controlli periodici onerosi e divieti alla circolazione in perenne aggiornamento che richiederebbero un acquisto di nuove automobili a cadenza semestrale. Come risolvere tali costosissime eventualità? Tramite il noleggio delle auto ed il definitivo abbandono dell’acquisto. Ma ciò potrebbe valere per il frigorifero e appunto la lavatrice, e non solo per il rent a car (che già esiste, seppur in forma embrionale). I grandi e-commerce potranno arrivare al punto di portare a casa dei clienti i panni puliti o il cibo, rendendo troppo costoso o superfluo l’acquisto di beni come la lavatrice ed il frigorifero. E, come avrete già intuito, ciò si potrà estendere a qualsiasi servizio: panni stirati, giardini curati, informazioni e formazione. Il trend è in corso da prima del covid, e basti vedere la diffusione della televisione a pagamento (netflix, amazon prime video, disney channel ecc). Ad un primo sguardo superficiale può sembrare un’evoluzione positiva del consumismo, perchè consente di spendere solo per ciò che è necessario, risparmiando su costi di manutenzione e sull’inutilizzo parziale dei mezzi tradizionali, ma è inevitabile che questo nuovo approccio crei una dipendenza costante dei clienti verso i fornitori dei relativi servizi. Inoltre, chi perde il lavoro, con questo sistema, non potrà resistere più di una settimana, dovendo pagare bollette anche solo per fare la doccia, stirare la camicia, mangiare un pezzo di formaggio fresco. Praticamente sarà impossibile conservare il cibo o pulire i capi di abbigliamento senza pagare la rata settimanale, e questo perchè nessuno possiederà più cose come frigoriferi, aspirapolveri, ferri da stiro, rasaereba, automobili, biciclette e tutto il repertorio cui siamo abituati da un secolo. I beni saranno nelle nostre disponibilità solo pagando periodicamente abbonamenti, rate, mutui e finanziamenti. Inevitabile dunque, per miliardi di persone, l’accesso al credito tramite indebitamento.

Inutile aggiungere, quindi, che il possesso di questi beni cui siamo abituati diventerà un lusso accessibile solo ai ricchi, che rimarranno dunque NON bisognosi dei rispettivi vincoli e contratti. Non so se qualcuno ci ha fatto caso, ma gli influencer ed i videoblogger da mesi promuovono questo sistema. Consapevoli o meno che siano, su youtube tutti quelli che fanno video di economia insistono sull’inutilità di possedere una prima casa di proprietà e raccolgono avidamente dai loro ascoltatori affiliazioni ad amazon e bangood, per non parlare delle carte di debito come Hype, Revolut, Curve ed N26.

Finora, abbonamenti e pagamenti a rate sono stati una scelta del consumatore. Con il grande reset saranno una cosa scontata e diffusa a tutti, un po’ come oggi capita con l’assicurazione Rc auto, il canone Rai o il contratto di servizio di telefonia mobile. L’economia 4.0 non avrà il core business negli investimenti per le pale eoliche o i pannelli solari, come cercano di far credere, ma nel noleggio obbligatorio di qualsiasi cosa, dal telefonino al tostapane.

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