Perché molti non credono alle evidenze? Il divario tra percezione e realtà

di Andrea Lazzarone

In molti sono portati a sottovalutare questo problema, relegandolo ad una questione di mera ignoranza. Anche accettando che le dinamiche che creano il divario tra percezione e realtà, come è possibile che certa genti arrivi a negare anche l’evidenza? Come è possibile cioè che quel divario tra percezione e realtà continui a persistere anche dopo che si sono mostrate prove e documentazioni che dimostrano il contrario?

Di certo, saranno in molti a ritenere che solo uno stupido o un testardo persisterebbe nel sostenere un’idea errata anche di fronte all’evidenza, continuando a negare ciò che può essere fattualmente dimostrato.

In realtà non è così: il problema sta proprio nel fatto che quelle percezioni, radicandosi nel cervello sotto forma di schemi, diventano per il cervello delle certezze granitiche, capaci di assumere lo stesso livello di evidenza delle prove contrarie basate sul metodo scientifico.

La nostra percezione è più forte delle statistiche, delle prove, delle argomentazioni razionali; e non perché siamo stupidi, ma perché essa è la base fondante della nostra comprensione del mondo e il cervello farà estrema fatica ad abbandonarla. Se lo facesse, dovrebbe rimettere in discussione tutte le sue convinzioni, su cui basa il suo stesso approccio alla quotidianità.

La percezione è personale, emotiva, interiore; le prove sono documentazioni estranee al nostro sentire, spesso difficili da interpretare e per le quali può essere necessario avere conoscenze che mancano ai più. Per questo, è inevitabile che il cervello preferisca la prima alle seconde, anche se la prima è fondata sul nulla.

Per farlo capire meglio, ho pensato di proporvi un banale esempio.

Di che colore è il cielo?

Poniamo che io vi sottoponga delle prove scientifiche inconfutabili, accertate e verificate dall’intera comunità scientifica mondiale e fondate su un approccio scientifico rigoroso, che dimostrino oltre ogni ragionevole dubbio che il cielo è rosso.

La accettereste come verità?

Sono abbastanza certo che, per quanto vi fidiate della scienza, per quanto siate consapevoli che a volte il nostro cervello possa confondere percezione e realtà, per quanto accettiate che, spesso, quello che vediamo non sia davvero la verità, non ce la fareste ad accettare che il cielo in realtà è rosso.

Non ci riuscireste perché, per quante prove io possa produrre, a voi basterebbe alzare gli occhi per vedere il cielo azzurro. Lo vedreste sempre azzurro, anche dopo aver letto tutte le mie prove; e continuereste a vederlo azzurro sempre. Del resto, è da quando siete nati che, se guardate il cielo, lo vedete azzurro.

Quindi, per quante prove io vi possa proporre, la mia verità contrasterà profondamente con una vostra percezione elementare, che sperimentate ogni secondo della vostra vita e che fa ormai parte del vostro bagaglio cognitivo. Tutto ciò che avete intorno, che avete visto e sperimentato nella vostra vita vi dice inconfutabilmente che il cielo è azzurro. Accettare che non è così vi costringe ad abbandonare uno schema acquisito che manderebbe in tilt ogni vostra convinzione sul mondo circostante.

Se il cielo non è azzurro, allora neanche il mare è azzurro. Nulla di ciò che vedo azzurro è in realtà di quel colore; nemmeno i puffi, la maglia della nazionale e qualunque altra cosa che avete sempre considerato azzurra.

Il cervello non può abbandonare gli schemi acquisiti

Per il cervello questo è inaccettabile, quindi non potrà far altro che ritenere che le mie prove siano in realtà errate o false, e di conseguenza non le prenderà in considerazione anche se, sul piano scientifico, sono rigorose, convincenti e non lasciano spazio ad altre interpretazioni possibili.

E’ semplice ignorare l’evidenza quando la percezione ci mostra il suo esatto opposto.


Tratto da: https://www.paolotuttotroppo.it/percezione-e-realta-perche-diffidiamo-delle-evidenze/

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