La Svezia ha posto fine ai tassi negativi. Quanto sono costati alla Germania?

di Fabio Lugano

Lo scorso giovedì la Banca Centrale Svedese ha interrotto il proprio esperimento con i tassi negativi, introducendo un aumento di 0,25% e riportandoli a zero.

La politica monetaria non è  cambiato per una modifica nelle condizioni economiche: la crescita è sempre di poco superiore all’1% su base annua (1,6% meno del 1,8% atteso, ma più del 1% dello scorso quadrimestre),ma perchè la Banca Centrale si è resa conto dell’inutilità della politica dei tassi negativi, e la crescita è stata dovuta soprattutto ad un aumento della spesa pubblica.

La BCE prosegue invece la propria politica dei tassi negativi e Welt cerca di calcolarne gli effetti per la Germania. Il primo dato generale è fornito al giornale da una banca indipendente: secondo DZ Bank, i risparmiatori tedeschi hanno già perso l’incredibile cifra di 648 miliardi di euro.

Bisogna però dividere questo danno a seconda delle diverse figure coinvolte, perchè la perdita deriva da comportamenti e situazioni diverse dei singoli operatori.

STATO TEDESCO: La spesa per interessi del governo federale era una volta la seconda maggiore voce  del bilancio federale – subito dopo la spesa sociale e persino prima del bilancio della difesa. Nel 2008, il ministro delle finanze doveva ancora pagare 40,2 miliardi di euro per il debito pubblico . Il servizio del debito è ora dietro al budget per i trasporti e l’istruzione a circa 16 miliardi di euro. Secondo i calcoli della Bundesbank, lo stato e indirettamente anche i cittadini hanno risparmiato circa 437 miliardi di euro attraverso i tassi di interesse negativi della BCE. In problema è che questi risparmi non hanno generato nuovi investimenti o spesa sociale, ma si sono convertiti in sterili avanzi di bilancio. Il risparmio non è stato sfruttato, non ha generato nulla. La colpa non è di nessuno se non dello stato tedesco.

OCCUPAZIONE: Il mercato del lavoro ha registrato un boom storico negli ultimi cinque anni. Durante il periodo di interesse negativo, sono stati creati 3,8 milioni di nuovi posti di lavoro regolar. Ora ci sono 34 milioni di dipendenti soggetti a contributi previdenziali, costituendo un record storico. Il boom ha anche aumentato i salari, del 3% solo l’ultimo anni. Il lavoro dipendente è stato il vero vincitore di questo periodo storico.

PENSIONI PRIVATE E PUBBLICHE: il sistema pensionistico tedesco si basa su un primo pilastro, piccolissimo, sociale, un secondo pilastro. Questi sistemi si basano sul cumulo ed il rendimento del capitale dei contributi versati, per cui il calo dei rendimenti ha colpito questi due settori in modo duro. Il rendimento delle pensioni private ha colpito le pensioni private, dove ormai  il rendimento si allinea sul 2,3%  ed il 4% può essere percepito solo dalle polizze più vecchie. Le assicurazioni sociali hanno accumulato, grazie al boom  del lavoro, un patrimonio enorme di 41 miliardi di euro, ma per mantenere le pensioni , a tassi così bassi, sarà necessario aumentare i contributi, così come è avvenuto nel settore delle assicurazioni sanitarie.

IMMOBILIARE: In teoria il settore immobiliare avrebbe dovuto essere quello che maggiormente avrebbe dovuto beneficiare dei tassi negativi. In realtà lo sviluppo è stato molto inferiore alle aspettative perchè si è convertito in un forte picco dei prezzi che ha frenato le nuove costruzioni da immettere sul mercato. A Monaco ormai si raggiungono prezzi dell’ordine del 7 mila euro a metro quadrato, mentre la media in poco tempo da 2150 euro al mq a 3000 euro al mq in media. Quindi l’effetto è stato minimo, assorbito da un boom dei prezzi in assenza di nuova offerta.

INVESTIMENTI: E i tedeschi hanno impegnato quasi 2,4 trilioni di euro in conti correnti e overnight , 500 miliardi in più rispetto al 2014. Le spese per interessi delle aziende sono calate, ma non ci sono stati incrementi negli investimenti. I risparmi non si sono convertiti in maggiori spese per investimenti. 

Quindi di per se i tassi negativi si sono rivelati un’occasione persa: né la politica fiscale, nè le aziende hanno approfittato dei tassi negativi per innovare il sistema economico e le infrastrutture. Dei tassi negativi quindi sono rimasti solo gli effetti negativi sui risparmi, ma la colpa non è della BCE. I responsabili risiedono a Berlino.

 

Tratto da:
https://scenarieconomici.it/la-svezia-ha-interrotto-i-tassi-negativi-quanto-sono-costati-alla-germania/

Lascia un commento