Il Primo Ministro Islandese dice “NO GRAZIE!” All’UE e alla NATO

di Martin Breum

Reykjavik, 29 Ottobre 2018

 

I fallimenti dell’Eurozona stanno a indicare che l’Islanda dovrebbe restare fuori dall’UE, ha riferito il primo ministro all’ EUobserver.

Se dipendesse da lei uscirebbe anche dalla NATO.

Non credo che dovremmo aderire all’UE proprio adesso. Non ritengo ci sia alcuna ragione per farne richiesta”, ha dichiarato Katrin Jakobsdottir durante l’intervista a questo sito, mentre il nuovo governo Islandese si preparava a festeggiare il suo primo anniversario in carica al paese.

Personalmente, sono critica verso le politiche economiche della UE-la creazione dell’eurozona senza reali politiche fiscali centralizzate”.

La banca centrale europea ha acquisito un grande potere senza essere molto democratica. Le politiche economiche della UE sono state molto distanti dal popolo all’interno dell’Eurozona e hanno creato divisioni non necessarie”, aggiunge.

L’Islanda ha cominciato il percorso di adesione alla UE nel 2009, ma lo ha abbandonato nel 2015. E’ rimasta invece membro dell’Associazione Europea di Libero Scambio (AELS) e dello Spazio Economico Europeo (SEE), due associazioni di libero scambio.

Il paese del Nord Atlantico, con una modesta popolazione di soli 340’000 abitanti, è anche membro della NATO, la più grande alleanza militare mondiale.

Jakobsdottir ha ammesso che la questione dell’adesione all’Unione Europea è ancora divisiva. “Era controversa allora (2009) e lo è ancora oggi”, ha affermato alla luce di recenti sondaggi che indicano come il 60 % degli Islandesi vuole rimanere fuori dall’Europa, mentre il 40% vorrebbe entrarvi a far parte.

Il libero scambio con l’UE è stato certamente positivo per l’Islanda, ammette il primo ministro. “La posizione dell’Islanda nel SEE ci ha portato benefici”, afferma Jakobsdottir.

Quando osserviamo la nostra economia, la nostra struttura sociale e le nostre politiche, penso che abbiamo fatto bene pur non essendo membri della UE”, dice.

Potete controllare tutti gli indici del mondo: non stiamo facendo affatto male da un punto di vista economico, degli indicatori sociali e dell’uguaglianza di genere, dove primeggiamo su tutti gli altri paesi nordici”, aggiunge.

 

GIOCHI DI GUERRA

 La 42enne, ex accademica, e’ divenuta lo scorso anno la seconda donna nella storia a guidare l’Islanda.

Il suo partito, il Movimento dei Verdi di Sinistra, ha formato una coalizione con i progressisti liberali e i partiti indipendenti per prendere il potere. La coalizione sostiene l’appartenenza alla NATO ma il primo ministro afferma che preferisce “soluzioni diplomatiche e politiche” alle sfide sulla sicurezza. “La posizione del mio partito è contraria all’appartenenza alla NATO, tuttavia siamo gli unici nel parlamento islandese a mantenere tale posizione”, dice.

Noi-come partito della Sinistra Verde-riconosciamo che c’è una grande maggioranza in Islanda a supporto dell’appartenenza  alla NATO, d’altra parte non siamo favorevoli all’idea di una presenza militare permanente qui in Islanda”, aggiunge.

Le truppe americane hanno mantenuto l’Islanda libera dall’occupazione tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale. L’Islanda divenne anche un membro fondatore della NATO nel 1949, ma gli USA hanno abbandonato la loro base permanente lì nel 2006.

Jakobsdottir ha parlato nel bel mezzo di “giochi di guerra” della NATO su grande scala, denominati Trident Juncture iniziati la scorsa settimana e che hanno visto tre fregate canadesi e due inglesi, insieme a una nave d’assalto anfibia statunitense, la Uss Lwo Jima, e 7000 soldati americani giungere a Reykjavik.

L’obiettivo dell’operazione è di difendere la Norvegia da “un aggressore fittizio”-il termine velato usato dalla NATO per la Russia.

Gli stretti tra Groenlandia, Islanda e Regno Unito hanno ricevuto una crescente attenzione dopo l’attacco della Russia all’Ucraina del 2014 e l’inizio del suo incremento militare nelle regioni baltiche e artiche.

Gli aerei americani Poseidon P-8, preposti alla caccia dei sottomarini russi, sono anch’essi diventati frequentatori assidui dell’aeroporto Keflavik in Islanda negli ultimi anni.

 

SOLUZIONI DIPLOMATICHE

 Jakobsdottir afferma di essere “critica verso qualsiasi tipo di accresciuta militarizzazione del Nord Atlantico”.

Il suo governo “si atterrebbe alla politica di sicurezza (appartenenza alla NATO) che abbiamo concordato”, dice.

Ma noi (il nostro partito) “siamo favorevoli a soluzioni più pacifiche e non crediamo che una maggiore militarizzazione sia una soluzione”, aggiunge.

Dobbiamo rafforzare le relazioni politiche e diplomatiche, non rinunceremo a questa posizione anche se ci dovessero essere problemi intorno a noi”, afferma la leader islandese.

 

Articolo tratto e tradotto da:

https://euobserver.com/nordic/143224?fbclid=IwAR3bzOipoWkkZrKahb-B2fxm8Vqp7hmyc41jmRt5ZvGg7m_uk0dCgugCnGo

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