Il nazismo non è più il male assoluto?

di Giovanni Lazzaretti
03.04.2022

Bipolarismo da tifosi e “guerra giusta”

Ho chiuso la scorsa puntata affermando che non è possibile stare con Zelensky. Immediatamente scatta la reazione: «Allora stai con Putin!». E’ la malattia della Seconda Repubblica: il bipolarismo. Stai di qua, stai di là. Destra-Sinistra. Prodi-Berlusconi. Papa-Bush. SiVax-NoVax. Eccetera. Bipolarismo da tifosi, che trionfa in TV e che impedisce ogni ragionamento che non sia uno slogan; bipolarismo che consente alla TV di “dosare” i tifosi di una certa parte per far vincere mediaticamente una certa linea.

Io sto con la giustizia e con la pace. Giustizia e pace richiedono che i contendenti si siedano a un tavolo, con le loro ragioni e i loro torti. Al tavolo non possono essere soli, ma occorrono mediatori credibili, che purtroppo non possono essere gli europei dopo l’ondata guerrafondaia di questi giorni e dopo il loro apporto fallimentare nella non-attuazione degli accordi di Minsk II (Francia e Germania dovevano essere i garanti).

Su cosa deve vertere il colloquio Putin – Zelensky? Beh, un illuso come me immagina che si svolga sul concetto di “guerra giusta”. La guerra giusta, secondo il Catechismo, può essere sintetizzata in 4 punti.

(A) Il danno causato dall’aggressore deve essere durevole, grave e certo. (B) Tutti gli altri mezzi per porvi fine si sono rivelati impraticabili o inefficaci. (C) Ci sono fondate condizioni di successo. (D) Il ricorso alle armi non deve provocare mali e disordini più gravi del male da eliminare.

(A) Il danno causato dall’aggressore deve essere durevole, grave e certo.

Zelensky: «Ci avete attaccato il 24 febbraio 2022 e tuttora siete in Ucraina. I danni sono enormi. Il vostro è un attacco durevole, grave e certo. L’aggressore siete voi e il “buon diritto” è dalla nostra parte».

Putin: «Il 24 febbraio abbiamo varcato i confini dell’Ucraina per difendere il Donbass che voi state attaccando e martellando da 8 anni, dopo il colpo di Stato del 2014 che rimosse il presidente filo-russo democraticamente eletto. Siamo qui per difendere i russi del Donbass e per eliminare le vostre milizie neonaziste che hanno prodotto 16.000 morti e 1.500.000 sfollati. Siamo i difensori del Donbass, non gli attaccanti».

(B) Tutti gli altri mezzi per porvi fine si sono rivelati impraticabili o inefficaci.

Zelensky: «Altri mezzi? Che altri mezzi potevamo mettere in campo di fronte a un’invasione?»

Putin: «Gli altri mezzi li avevate già in mano: gli accordi di Minsk II firmati nel 2015 dalla Francia, dalla Germania, dalla Russia, dall’Ucraina. Non avete voluto realizzarli, ma avete preferito continuare a vessare i vostri cittadini russi invece di concedere loro la giusta autonomia». [Autonomia come il Sud Tirolo, aggiungo io: il faticoso percorso 1948-1972 che portò a un’autonomia vera]

(C) Ci sono fondate condizioni di successo.

Zelensky: «La storia dimostra che anche nazioni piccole possono battere nazioni grandi. Il Vietnam contro gli USA, l’Afghanistan contro l’URSS. Anche l’Ucraina ha fondate condizioni di successo militare».

Putin: «Concordo. Non c’è nulla di scontato nella nostra vittoria. Sia noi, come grande potenza, sia voi, come colonia supportata dagli USA, abbiamo entrambi la possibilità di vincere».

(D) Il ricorso alle armi non deve provocare mali e disordini più gravi del male da eliminare.

Zelensky: «Il male più grande è la perdita della propria terra. Combatteremo fino alla fine».

Putin: «Non oso immaginare cosa avreste fatto al Donbass se vi avessimo lasciato continuare. Non ho idea su cosa pensavate di fare coi bio-laboratori finanziati dagli USA. Non ho idea su cosa avreste fatto entrando nella NATO. Il male che stavate facendo con le milizie neonaziste è grande, e andava fermato. Gli altri mali li immagino, ma li immagino su basi concrete: non sono un’invenzione dal nulla, come le inesistenti “armi di distruzione di massa” di Saddam».

***

Le linee di confronto più o meno sarebbero queste. Perché quindi non si può stare con Zelensky? Perché è sicuramente perdente sul punto (B): non ha realizzato gli accordi firmati a Minsk (1), in perfetta continuità con il suo predecessore Poroshenko, entrambi mal consigliati dagli USA, e con Francia e Germania mediatori evanescenti.

Sul punto (A) ognuno deve scegliere in scienza e coscienza: chi è l’attaccante? Certo, se una persona si sintonizza sulla Storia solo il 24 febbraio 2022 quando glielo dice la TV, allora l’attaccante è Putin. Se invece studia la Storia almeno dal 2014 (ma meglio ancora retrocedere al 2004), allora l’attaccante è l’Ucraina, contro i suoi stessi cittadini.

Sul punto (D), idem: se la mente dello spettatore si accende solo il 24 febbraio, tutti i danni che vede in TV li addebita a Putin. Ma chi ha visto gli 8 anni del Donbass, la pensa diversamente.

Scegliete, ma non tirate fuori la storiella dei confini inviolabili. Ci sono giornalisti che nel 2003 invocavano la “guerra preventiva” all’Iraq e adesso affermano che chi varca i confini ha sempre torto. 

Giuliano Ferrara (2), ad esempio, arriva a definire Zelensky «un Churchill vero, redivivo». Non avrebbe mai detto la stessa cosa di Saddam nel 2003, quando Ferrara sponsorizzava la guerra preventiva (della quale non si è mai pentito anche col senno di poi). Questi ragionamenti indicano che non è la “guerra giusta” a guidare il suo pensiero, ma è l’ideologia dell’americanismo.

 

Il nazismo non è più il male assoluto?

Nel 2014 seguii la rivolta di Euromaidan e conclusi mentalmente con un commento amaro: «La solita fregatura neoliberista». Un presidente democraticamente eletto, Janukovyc, sceglie di chiudere con l’area di libero scambio con l’UE e coi prestiti capestro del FMI, e di accettare invece un prestito dalla Russia. Poiché la democrazia vale solo quando fa gli interessi della finanza occidentalista, ecco nascere immediatamente le proteste “spontanee”, che abbattono Janukovyc, costringendolo alla fuga. (3)

La cosa che mi sconcertò di più era la presenza di militanza neonazista nelle manifestazioni, con uomini venuti anche dall’estero: come si fa a far passare per “democratica” una manifestazione con simili partecipanti? E il peggio doveva ancora venire, perché le brigate neonaziste divennero poi il nerbo dell’attacco al Donbass che si ribellava al colpo di Stato di Euromaidan. Con punte imbarazzanti come questa, quando è lo stesso governo ucraino a dover arrestare una sua “compagnia”.

18 GIUGNO 2015 13:57 – Torture, arrestati soldati Ucraina – Otto soldati della compagnia ucraina “Tornado” sono stati arrestati nel Donbass perché accusati di diversi reati, tra cui sequestro di persona, tortura e omicidio. Ad annunciare gli arresti è stato il ministro dell’Interno ucraino Arsen Avakov, secondo il quale tra gli arrestati figura anche il comandante dell’unità (ora sciolta), Ruslan Onishchenko. (TGCOM24)

La presenza neonazista era conclamata e riconosciuta trasversalmente, da destra a sinistra, passando anche per giornali tranquilli come La Stampa. Come era riconosciuta tranquillamente la strage di Odessa del maggio 2014 come opera di estremisti di destra, neonazisti (4) e nazionalisti ucraini. 

Ma in breve arriva il mascheramento. La guerra del Donbass mediaticamente scompare, e i neonazisti possono lavorare indisturbati. Naturalmente, oltre agli abitanti del Donbass, c’è almeno la Russia che sa cosa sta succedendo realmente. All’ONU vengono approvate diverse risoluzioni promosse dalla Russia contro il risorgere del nazismo in Europa: 2014, 2017, 2020, 2021, forse altre mi sono sfuggite.

Il 18 novembre 2021 la Terza Commissione dell’ONU ha approvato una risoluzione che vieta la glorificazione del nazismo con 125 voti a favore, 53 astenuti e i voti contrari di Stati Uniti e Ucraina.

“Combattere la glorificazione del nazismo, del neonazismo e di altre pratiche che contribuiscono ad alimentare forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza correlata”

Tutte le risoluzioni hanno lo stesso esito: 115/125 voti a favore 51/55 astenuti 2/3 contrari. I contrari sono sempre l’alleanza blindata USA+Ucraina, con l’aggiunta del Canada nel 2014. Gli astenuti sono il misto UE+NATO, più qualche satellite.

Perché USA e Ucraina votano contro? «Perché la risoluzione era strumentale e pretestuosa contro l’Ucraina».

Attenzione a questa motivazione. Immaginate di tornare ad anni lontani. Supponiamo che Berlusconi abbia 3 TV. Supponiamo che approvino una legge per cui non si possono avere più di 2 TV. La legge potrebbe anche essere giusta, ma in quel momento sarebbe “strumentale e pretestuosa” contro Berlusconi. PERCHE’ BERLUSCONI AVEVA REALMENTE 3 TV.

La risoluzione contro il nazismo può essere “strumentale e pretestuosa” contro l’Ucraina. PERCHE’ L’UCRAINA HA REALMENTE I NEONAZISTI NEL DONBASS. Se non li avesse, che problema c’era a votare una risoluzione anti-nazista banale e ovvia?

Ricordiamo a che livello era arrivata la “caccia alle destre” in Italia. Salvini non poté presentare il suo libro-intervista “Io sono Matteo Salvini” (5) al Salone del Libro di Torino perché pubblicato da Altaforte, casa editrice che ha contatti con CasaPound. Caccia alle destre anche nelle briciole.

Poi arriva la guerra in Ucraina, e improvvisamente Mentana ci comunica che il battaglione Azov, non è fatto di neonazisti, ma di nazionalisti ucraini. Poi Repubblica intervista il capo di Azov, e anche qui “se stai cercando nazisti sei venuto nel posto sbagliato, giornalista”. Poi Wikipedia riscrive completamente la pagina “Strage di Odessa”, che diventa “Rogo di Odessa”

PER 8 ANNI INIZIAVA COSI’ – La strage di Odessa è un massacro avvenuto il 2 maggio 2014 ad Odessa presso la Casa dei Sindacati, in Ucraina, ad opera di estremisti di destra, neonazisti e nazionalisti ucraini ai danni dei manifestanti che si opponevano al nuovo governo instauratosi nel Paese in seguito alle rivolte di piazza di Euromaidan. In concomitanza del rogo, preceduto e seguito da linciaggi e violenze nei confronti degli aggrediti, trovarono la morte almeno 48 persone

IMPROVVISAMENTE INIZIA COSI’ – Il rogo di Odessa è stato un incendio verificatosi il 2 maggio 2014 presso la Casa dei sindacati di Odessa, in Ucraina, a seguito di violenti scontri armati fra fazioni di militanti filo-russi e di sostenitori del nuovo corso politico ucraino determinatosi nel paese dopo le proteste di Euromaidan. Il rogo ha portato alla morte di 42 persone.

La cosa è inquietante. Ma è ancora più inquietante guardando alle persone. Mentana ha la mamma ebrea. La Repubblica è proprietà Gedi = Elkann. Ebreo è Soros, ampio “gestore” del post Euromaidan. Ebreo è Zelensky. Fortemente ebreo è il governo USA attuale: 12 ebrei, 6 uomini, 6 donne.

Antony Blinken Segretario di stato (ministro degli esteri)
Janet Yellen Segretario al Tesoro (ex presidente della FED)
Merrick Garland Procuratore generale (Giustizia)
Alejandro Mayorkas Segretario della sicurezza interna
Avril Haines Direttrice intelligence nazionale
Ron Klain Capo di Gabinetto
David Cohen Direttore della CIA
Anne Neuberg Karfunkel Responsabile della sicurezza informatica
Victoria Nuland Sottosegretario agli esteri
Wendy Ruth Sherman Sottosegretario agli esteri
Eric Steven Lander Direttore politiche della scienza e tecnologia
Rachel Levine Sottosegretario alla salute

Come possono tanti ebrei tollerare, anzi, essere alleati con la presenza neonazista in Ucraina?

Dobbiamo rassegnarci al fatto che ci sono ebrei per i quali il nazismo non è più il male assoluto. Il male assoluto è colui che contrasta il neoliberismo imperante. Alle risoluzioni anti-naziste all’ONU Israele vota a favore e gli USA votano contro.

Questa è la differenza con Putin. Se Putin afferma nel suo discorso pre-guerra che entra in Ucraina per denazificare, sa bene che cosa significa: vuol dire varcare i confini, combattere, morire, mettere le brigate varie in condizione di non nuocere, affinché il Donbass torni a respirare. Ed essere classificato come mostro.

Invece per i gestori USA e per il giornalismo nostrano “denazificare” è molto più semplice e indolore: basta far sparire i nazisti per via mediatica. Tanto «noi siamo i buoni e perciò // abbiamo sempre ragione».

Giovanni Lazzaretti

giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com

NOTE

(1) Prima o poi dedicherò una pillola a Minsk, a Dio piacendo.

(2) Scelgo lui perché le sue posizione sono nette (e sbagliate) nel 2003 come oggi. Lo scelgo anche perché, per antichi motivi, lo ringrazio pregando quotidianamente per lui. Lo critico quindi fermamente, ma senza alcun livore.

(3) Spontaneità marcata USA. // Come ha spiegato la portavoce del dipartimento di Stato Nicole Thompson ai colleghi di PolitiFact, dal 1992 il governo americano ha speso circa 5,1 miliardi di dollari per sostenere i programmi di costruzione della democrazia in Ucraina. Di questi, circa 2,4 miliardi di dollari sono andati a programmi volti alla promozione della pace e della sicurezza (tra gli esempi citati ci sono l’assistenza militare, la sicurezza delle frontiere e le questioni relative alla tratta di esseri umani) mentre la cifra restante è stata suddivisa tra aiuti umanitari, incentivi alla crescita economica e investimenti «nelle persone». (dal sito Facta.News: con questo brano voleva smentire interventi USA nel cambio di regime in Ucraina)

(4) Sgombro subito un’obiezione che ho letto: “non sono veri neonazisti”. Certo, non sono nazisti perché il nazismo è un progetto ariano, dove gli slavi avrebbero avuto il ruolo dei paria. Ma prendono dal nazismo tutti gli elementi esportabili anche in un popolo slavo che vuole opprimere un’altra parte del popolo.

(5) Libro che non entrerà nella storia della letteratura, e che comunque sarebbe da riscrivere, dopo l’appoggio al governo Draghi e alla guerra.

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