Fukushima: l’acqua contaminata sarà infine rigettata nella natura!

Quando lo stoccaggio sostenibile delle acque contaminate dalla centrale distrutta sul sito di Fukushimas avrà raggiunto i suoi limiti, il Giappone, molto semplicemente, li rigetterà in ambiente.

di Paul Malo


Impossibile stoccarle in modo sostenibile: le acque contaminate della centrale di Fukushima saranno rigettate in mare, annuncia il governo giapponese.

Fukushima – Il rompicapo delle acque entrate a contatto con il combustibile fuso

I danni collaterali sulla natura della catastrofe di Fukushima non cessano di estendersi. Le autorità giapponesi hanno scelto la vigilia di Natale, lo scorso 24 dicembre 2019, per annunciare la cattiva notizia: quando la capacità di stoccaggio sul sito avrà raggiunto i propri limiti, sarà necessario riversare in ambiente l’acqua contaminata della centrale di Fukushima-Daiichi, distrutta dallo tsunami di marzo 2011.

Effettivamente si tratta di 300 tonnellate ogni giorno di acqua dolce che devono essere immesse per raffreddare il cuore dei reattori.
Diffondendosi nelle parti basse, esse si caricano di radioelementi entrando in contatto con i combustibili nucleari fusi nelle viscere dei reattori distrutti della centrale giapponese. Di principio quest’acqua radioattiva debba essere ripompata e trattata per essere reintrodotta nei circuiti di raffreddamento dei reattori.


Verso una diluzione in mare

In realtà una parte di queste acque non finisce reimmessa in questi circuiti. Essa viene depositata come rifiuti nucleari in un moltitudine di serbatoi. In totale più di un milione di tonnellate di acque contaminate è oramai stoccato in un buon migliaio di cisterne. Ora il governo giapponese ha precisato che, una volta demoliti i reattori e pulito il sito, nulla dovrà restare e soprattutto nessuna cisterna contenente del trizio.
Secondo il rapporti di esperti a servizio del governo giapponese, un tale stoccaggio di lunga durata ha oramai raggiunto i suoi limiti, anche se viene raccomandato da Greenpeace. In effetti all’orizzonte 2022 non soltanto le cisterne saranno piene, ma in più la loro tenuta stagna non sarà più garantita.

Al fine di limitare i rilasci dovuti alle fughe nel Pacifico, una barriera di tenuta lunga 900 metri è già stata costruita sul bordo dell’oceano. Cosa fare, allora, per riuscire nello stoccaggio sostenibile nel sito: se l’Agenzia internazionale dell’energia atomica è favorevole al rilascio in ambiente, ovvero alla diluizione in mare, all’evaporazione nell’aria (o una combinazione delle due), con una preferenza degli esperti per il rilascio nel Pacifico, la TEPCO, la società che ha in gestione la centrale, riconosce che una parte di quest’acqua resterà pericolosa per la catena alimentare, in quanto contiene ancora dei radionuclidi in quantità, fra i quali il trizio.

Certamente nessuna decisione verrà presa prima dei giochi olimpici di Tokyo, previsti per l’estate 2020, ma già si alzano delle voci fra le ONG in difesa dell’ambiente in Giappone e nei paesi vicini, soprattutto la Corea del Sud, così come fra gli agricoltori ed i pescatori della regione.

Tratto da:
https://www.consoglobe.com/fukushima-eau-contaminee-rejet-dans-l-environnement-cg

Traduzione a cura di Davide Gionco

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