Basta con la cultura della Carillion. E’ ora che i capi paghino per i danni che causano

Condividiamo con voi questo articolo di George Monbiot, pubblicato il 24.05.2018 sul The Guardian
https://www.theguardian.com/commentisfree/2018/may/24/carillion-culture-bosses-pay-carnage-tame-corporate-power

Monbiot fa riferimento all’ennesimo fallimento di una compagnia, la Carillion, con gravi conseguenze per la società (licenziamenti, mandati pagamenti dei fornitori e dei subappaltatori), ma senza alcuna conseguenza per dirigenti ed azionisti, i quali ne escono arricchiti.

La questione centrale è la responsabilità sociale ed ambientale delle imprese. L’attuale sistema giuridico inglese (e quello italiano non ha sostanziali differenze) prevede una “responsabilità limitata” delle imprese.
Grandi imprese coma la Carillion (come dire “Ilva” o “Fiat” per l’Italia) svolgono attività che comportano rischi sociali ed ambientali che vengono sistematicamente scaricati sulla società civile in cui operano.
Se le cose vanne male, l’azienda fallisce, i dirigenti ne escono con le tasche piene di soldi, spesso anche gli azionisti.
E il conto lo pagano altri: lo stato, altre imprese, la popolazione.

Buona lettura


Ecco come controllare il potere delle corporations e impedire ai dirigenti senza remore di arricchirsi a nostro danno

Ancora una volta, se ne vanno via. Come quelli di RBS, di Northern Rock e una serie di altri zombi aziendali, i boss di Carillion, il colosso dell’outsourcing che è crollato a gennaio, sono tornati a casa per contare i loro milioni mai diminuiti. Le sofferenze che hanno inflitto le hanno patite altre persone. Ma l’avidità irresponsabile ha pagato ancora una volta.

La relazione della Camera dei Comuni su questo fallimento è una delle valutazioni più schiaccianti sul comportamento aziendale che il Parlamento abbia mai pubblicato. Ma è ancora poca cosa. Mentre dà uno schiaffetto ai dirigenti ed al consiglio di amministrazione della società, e lamenta la debolezza dei regolatori, arriva a malapena a toccare le cause strutturali che fanno dell’avidità una caratteristica perenne della vita aziendale.

Il problema inizia con la questione che il rapporto non menziona nemmeno una volta: la natura estrema della responsabilità limitata. Per consentire ai proprietari di una società a responsabilità limitata di non rischiare nulla salvo il denaro che hanno speso per le azioni è quello di concedere loro una gratuita ed illimitata indennità dai rischi che impongono ad altri. È come se permettessimo agli automobilisti di viaggiare senza assicurazione, sapendo che se causano un incidente non pagheranno più di quanto costi sostituire la propria auto, indipendentemente dai danni materiali, dalle ferite e dalla morte che potrebbero causare agli altri.

L’attuale modello a responsabilità limitata ha permesso agli amministratori e ai dirigenti della Carillion di accumulare un deficit pensionistico di 2,6 miliardi di sterline, lasciando che le 27’000 vittime del suo schema venissero salvati dal fondo statale (che è finanziato da un prelievo sulla vostra pensione, se ne avete una). Questa indennità ha permesso ai proprietari dell’azienda di liberarsi dal debito di 2 miliardi di sterline dovute a fornitori e subappaltatori. Con lo stesso meccanismo era già stato azzerato il costo del salvataggio dei servizi pubblici, prima follemente affidati dal governo a questa stessa società.

Uno studio recente evidenzia un legame diretto tra la generosità del sistema a responsabilità limitata e la tendenza delle corporations a scaricare i costi su altre persone. Nel 1998 la Corte suprema degli Stati Uniti stabilì che le società madri erano responsabili solo per i danni strettamente attribuibili alle loro società sussidiarie. Lo studio rivela che, all’indomani di questa decisione, le emissioni tossiche da parte di società sussidiarie negli Stati Uniti aumentarono in media del 10%, in quanto tagliarono gli investimenti in tecnologie di abbattimento delle emissioni.

La responsabilità limitata non solo consente alle corporations di agire senza prudenza nei confronti degli interessi degli altri, ma li obbliga a farlo. Gli amministratori, infatti, hanno il dovere di utilizzare tutti i mezzi legalmente ammissibili per massimizzare le rendite per gli azionisti. La responsabilità limitata li costringe quindi a esternalizzare i rischi.

Non c’è modo per cui le compagnie dei combustibili fossili possano pagare per i cambiamenti climatici che provocano. Non c’è modo che le case automobilistiche possano coprire i costi sanitari causati dall’inquinamento atmosferico. I loro modelli di business si basano sullo scaricare i loro costi su altre persone. Se non fossero protetti dall’estrema forma di responsabilità limitata che oggi prevale, sarebbero obbligati a passare a tecnologie pulite.

Si stima che i costi che le imprese scaricano sulla società in una percentuale compresa tra il 4% e il 20% del PIL. In altre parole, questi costi superano il tasso di crescita economica del PIL. Se tali costi fossero interiorizzati, l’economia dovrebbe essere gestita su basi completamente diverse. La salute umana e la sopravvivenza del mondo naturale verrebbero al primo posto, mentre l’avidità aziendale passerebbe all’ultimo posto.

L’esecutivo favorisce anche i conflitti di interessi della società. Mentre la Carillion cadeva a spirale, gli emolumenti ed i bonus dei dirigenti aumentavano alla grande. Il codice di governo societario del Regno Unito raccomanda che i direttori che falliscono nel loro compito debbano cedere una parte della retribuzione che avrebbero dovuto ricevere, ma i dettagli sono lasciati alla discrezione delle singole compagnie. Nel caso della Carillion il comitato retribuzioni aveva definito dei criteri tali per cui anche in caso di totale fallimento non sarebbe stato possibile rivalersi sui generosi bonus della dirigenza.

I suoi piani di incentivi a lungo termine erano inutili. Il direttore finanziario, Richard Adam, aveva una serie di dividendi di performance trattenuti per tre anni, apparentemente per prevenire comportamenti avventati. Ma il rapporto della Camera dei Comuni sostiene che i “trucchi contabili” hanno mantenuto alto il valore delle azioni fino al giorno in cui sono diventarono pagabili, dopo di che furono vendute. Entro due mesi, il loro valore era diminuito di tre quarti. Anche quando funzionano bene, tali incentivi proteggono solo gli interessi della corporation, piuttosto che gli interessi della popolazione.

Quindi cosa si dovrebbe fare? Il primo passo, credo, è una radicale revisione della responsabilità limitata. In un documento un professore di diritto, l’americano Michael Simkovic, propone che le aziende debbano pagare una tassa per questa indennità, calibrata sul livello di rischio che impongono alla società. Perché, dopotutto, questa assicurazione dovrebbe essere gratuita? Come mostrano numerose fughe di notizie, le aziende tendono ad essere molto più consapevoli dei rischi che infliggono ai governi o al resto della società. Le sanzioni che sono disposte a pagare per la responsabilità limitata le porteranno a prendere in considerazione i costi che attualmente esternalizzano. In questo modo si potrebbe dare un prezzo alle pratiche antisociali.

As for the executives, I have a tentative proposal of my own. Any managers earning more than a certain amount – say £200,000 – would have half their total remuneration placed in an escrow account, which is controlled not by the company but by an external agency. The deferred half of their income would not become payable until the agency judged that the company had met the targets it set on pension provision, workers’ pay, the treatment of suppliers and contractors, and wider social and environmental performance. This judgment should draw on mandatory social and environmental reporting, assessed by independent auditors.

Per quanto riguarda i dirigenti, faccio una mia proposta. Qualsiasi dirigente che guadagni più di una certa somma – diciamo 200’000 sterline – dovrebbe ricevere la metà della propria remunerazione totale in un conto di garanzia, non è controllato dall’azienda, ma da un’agenzia esterna. La metà differita del loro reddito non diventerà esigibile fino a che l’agenzia non abbia giudicato che l’azienda abbia raggiunto gli obiettivi fissati sulla previdenza, la retribuzione dei lavoratori, il pagamento di fornitori e appaltatori e risposto alle esigenze sociali ed ambientali. Questo giudizio si dovrebbe basare su relazioni tecniche obbligatorie di tipo sociale e ambientali, valutate da revisori indipendenti.

In caso di mancato adempimento, i dirigenti perderebbero parte o tutta la somma versata in garanzia. In altre parole, pagherebbero per qualsiasi disastro imposto agli altri. Per garantire che l’agenzia non sia in conflitto con gli interessi dell’azienda, l’agenzia dovrebbe essere finanziata tramite i redditi confiscati.

Sono queste le soluzioni giuste? Non sono ancora sicuro. Quindi, per favore supportatele, dichiaratevi contrari o date dei suggerimenti nei commenti sotto questo articolo. So che, nel migliore dei casi, si affronterà solo una parte del problema. Dovrebbero esistere le compagnie nella loro forma attuale? Il capitalismo è compatibile con la vita sulla Terra? Radicali come sembrano, le idee in questa colonna sono piccoli passi. Ma rispetto alle timide misure contenute nel rapporto della Camera dei Comuni, sono passi da gigante.

Lascia un commento