1637 : la bolla dei tulipani olandesi

In Olanda la coltivazione dei tulipani iniziò nel 1593, dopo che il botanivo fiammingo Carolus Clusius presso l’Università di Leiden, aveva accertato che i tulipani, giunti dalla Turchia, erano in grado di sopportare le severe condizioni climatiche dei Paesi Bassi.

L’interesse per questi fiori dalle diverse colorazioni divenne una vera e propria mania che negli anni si trasformò in una esagerata ricerca degli esemplari più rari, come quelli con petali a striature geometriche, con spettacolari effetti colorati di linee intricate e fiammeggianti.

L’interesse per i tulipani coincise con una fase di crescita commerciale dei Paesi Bassi, da poco indipendenti ed al centro del lucroso commercio delle Indie Orientali, dove un singolo viaggio poteva produrre profitti anche del 400%.
Il tulipano divenne rapidamente una merce di lusso e uno status symbol.
Poiché il prezzo andava aumentando col tempo, si cominciò ad acquistare i bulbi di tulipano per fini speculativi.
La domanda di bulbi di tulipano crebbe al punto che ogni singolo bulbo di tulipano raggiunse prezzi enormi. Nel 1623, un bulbo di una specifica qualità di tulipano poteva costare anche un migliaio di fiorini olandesi (il reddito medio annuo dell’epoca era di 150 fiorini). Sempre più persone acquistavano bulbi per poterli rivendere di lì a poco realizzando cospicui guadagni.
La gente era convinta che quella passione generale per i tulipani sarebbe durata in eterno e che da tutto il mondo sarebbero fioccati ordini di persone abbienti per le quali nessun prezzo sarebbe stato troppo alto.
Il cronista della Gazzetta di Haarlem (Amsterdam), così scriveva:“Oggi un contadino ha acquistato un singolo bulbo del raro tulipano chiamato Vicerè, pagando per esso: otto maiali, quattro buoi, dodici pecore, due carichi di grano, quattro carichi di segale, due botti di vino, quattro barili di birra, due barilotti di burro, mille libbre di formaggio, un letto completo di accessori, un calice d’argento e un vestito, per un valore totale di 2.500 fiorini”.
Una cifra fuori da ogni logica: una famiglia di quattro persone viveva, all’epoca, con 300 fiorini l’anno.
Tutta l’economia olandese fu trasportata da questo fenomeno, ed anche i prezzi degli altri beni, come quelli di prima necessità, aumentarono gradualmente.

All’inizio le vendite dei bulbi avvenivano dalla fine di giugno, quando si dissotterravano, fino a settembre, mese in cui si ripiantavano.
In seguito, fioristi e commercianti di tulipani iniziarono, durante gli altri mesi, a firmare contratti “a termine” davanti ad un notaio per l’acquisto di tulipani con l’impegno di consegnare i bulbi in estate (sostanzialmente dei “futures” sui tulipani) e nel 1636 vi era un mercato formale di questi “futures”, dove si commerciavano gli atti d’acquisto e non più i bulbi. Questa pratica fu soprannominata “commercio del vento”.
I commercianti si incontravano in “collegi” presso le taverne e gli acquirenti erano tenuti a corrispondere una “moneta del vino” del 2,5% a pagamento, fino ad un massimo di tre fiorini.
Non veniva corrisposto alcun anticipo e i contratti erano tra le  singole controparti e non con la Borsa, anche perché dichiarati non-legali da alcuni editti statali.
Nel 1636 i tulipani erano scambiati nelle borse valori di numerose città olandesi: molte persone vendevano e compravano immobili o altri possedimenti per poter speculare sul mercato dei tulipani. Alcuni speculatori fecero grandissimi profitti.
Dal settembre del 1636 i prezzi iniziarono a salire vertiginosamente. L’andamento rialzista proseguì nei mesi di novembre, dicembre e gennaio raggiungendo valori esorbitanti.
Il prezzo record fu pagato per il bulbo più famoso, il Semper Augustus, venduto per 6000 fiorini (circa 70.000 euro di oggi).
Le vendite erano effettuate utilizzando diversi meccanismi:  vendite in loco da parte dei coltivatori, vendite a termine con notaio e commercio di “futures” nei collegi.
Il crollo iniziò il 6 febbraio del 1637, apparentemente scatenato da un’asta di bulbi di tulipani “normali” andata deserta ad Haarlem.
Anche se questo fatto poteva essere causato dalla presenza in Haarlem di un focolaio di peste bubbonica, il panico in pochi giorni si diffuse in tutto il paese. Nonostante gli sforzi degli operatori per sostenere la domanda, il mercato dei tulipani crollò.
Si incominciò a pensare che la domanda di tulipani non avrebbe potuto più mantenersi a quei livelli, e questa opinione si diffuse man mano che aumentava il panico. La bolla speculativa scoppiò.
Alcuni detenevano contratti per comprare tulipani a prezzi dieci volte maggiori di quelli di mercato (ormai crollato), mentre altri possedevano bulbi che valevano un decimo di quanto li avevano pagati.
Il 24 febbraio 1637, la corporazione dei fioristi olandesi, in una decisione che è stata poi ratificata dal parlamento olandese, stabilì che tutti i contratti a termine (tipo “futures”), dovevano essere interpretati come i contratti di opzione.
Se prima l’acquirente di un contratto a termine era legalmente obbligato ad acquistare i bulbi di tulipano, dopo questo decreto, se il prezzo corrente di mercato è sceso, piuttosto che pagare il prezzo intero contrattato, l’acquirente di un contratto di opzione può scegliere di pagare una penalità e rinunciare ai bulbi.
La vicenda della “tulipano-mania” è stata ricostruita dal giornalista inglese Charles Mackay, che nel 1841 l’ha pubblicata con il titolo “Extraordinary Popular Delusions and the Madness of Crowds”, ma non tutti gli economisti sono d’accordo con la sua analisi.
Si discute sul numero di olandesi rovinati dalla bolla dei tulipani, se molti e di tutte le classi sociali oppure pochi e solo uomini di affari e commercianti, ma resta un evento esemplare di intreccio tra economia, finanza e legislazione.
Tra l’altro, oggi sappiamo che le striature dei tulipani sono causate da un’infezione da potyvirus (virus delle piante) che causano una distribuzione alterata dei pigmenti nei petali. Purtroppo l’infezione virale dei tulipani non è benigna: nelle generazioni successive all’infezione, il bulbo si rimpicciolisce finché non è più in grado di fiorire.
Per questo motivo la maggior parte delle varietà di tulipani striati, tra cui il Semper augustus, non esiste più.
Oggi i tulipani variegati si ottengono con ibridazioni.

Tratto da
http://www.economiaxnoi.it/1637tulipani.html

Lascia un commento