Zecchini d’oro e MiniBot

di Giovanni Lazzaretti

Twitter non è lo strumento adatto per fare lunghi ragionamenti. Ma un tweet può contenere agevolmente le sintesi di errori.

In Carlo Cottarelli – Account verificato @CottarelliCPI – 10 giugno 2019 c’è ad esempio questa frase «Da Pinocchio: “Nel paese dei Barbagianni c’è un campo…Tu fai in questo campo una piccola buca e ci metti dentro…uno zecchino d’oro… durante la notte, lo zecchino germoglia e fiorisce, e la mattina dopo trovi un bell’albero carico di tanti zecchini d’oro”.
Zecchini o #minibot?»
Visto che tutta la citazione viene da Pinocchio, la parte del professor Cottarelli sono solo le ultime 3 parole: e in queste sono contenuti due macro-errori.
Innanzitutto gli zecchini di Pinocchio sono le classiche monete d’oro, ossia monete che portano con sé il loro valore intrinseco. Niente a che vedere coi MiniBot che, come tutti sanno, sono pezzi di carta e non portano con sé alcun valore intrinseco: il loro valore può essere svelato solo da ragionamenti di nOmismatica.

Assolviamo il professor Cottarelli da questa prima confusione tra tipologie nOmismatiche che nulla hanno a che vedere l’una con l’altra. Forse il professor Cottarelli voleva comunicarci solo un’altra cosa: che i MiniBot sono oggetti a replicazione miracolosa, e quindi a replicazione insensata come quella di Pinocchio.

Ma neanche questo paragone è veritiero.
Essendo i MiniBot titoli di Stato (debito finanziario) creati per estinguere debiti della Pubblica Amministrazione (debiti commerciali), sono una quantità ben determinata, e non sono affatto oggetto di moltiplicazione miracolosa.

I BOT (Buoni Ordinari del Tesoro) non sono sempre esistiti: sono uno strumento inventato in un certo periodo storico per raccogliere denaro da parte dello Stato e dare un rendimento ai propri cittadini, nella certezza comunque di avere la Banca Centrale come acquirente di ultima istanza.
Come in un certo periodo storico sono nati i BOT, così oggi è possibile che nascano i MiniBot: titolo di Stato nuovo, con le caratteristiche di (1) non essere gravato da interessi (2) non avere scadenza (3) poter essere usato come mezzo di pagamento.

I MiniBot sono debito come i BOT, ma spazzano via un pochino di interessi passivi, ossia quella voce che più di tutte grava sul bilancio dello Stato. E il professor Cottarelli, che ebbe l’incarico della revisione della spesa pubblica, dovrebbe essere contento di questo passo avanti.
Cos’è che dà valore al pezzo di carta con la scritta “BCE – 20 euro” che ho qui davanti mentre scrivo?
Il fatto che sono pezzi di carta a corso legale (tutti sono obbligati ad accettarli a saldo parziale o totale di un debito-credito) e in particolare la Repubblica Italiana li accetta come pagamento di imposte e tasse.
Il fatto che qualcuno creda ancora al valore legato alle “riserve auree” non annulla il fatto che sono solo pezzi di carta.
Cos’è che dà valore al pezzo di carta con il volto di Oriana Fallaci e la scritta “Buono del Tesoro – 20 euro”?
Il fatto che sono debito dello Stato, e la Repubblica Italiana li accetta come pagamento di imposte e tasse. Sono a corso legale? No, non sono a corso legale, visto che nessuno è obbligato ad accettarli a saldo parziale o totale di un debito-credito. Ma se li accetta in modalità volontaria non ci rimette nulla, visto che potrà, alla peggio, pagarci imposte e tasse.

Dove sia lo scandalo dei MiniBot non è dato di sapere: l’unica cosa che fanno è togliere un po’ di interessi alla finanza speculativa e lasciarli all’interno dello Stato Italiano. Parliamo di briciole, ovviamente. Ma si vede che introdurre un principio nOmismatico nuovo scandalizza i tutori dello “status quo”.

Ritornando all’albero degli zecchini di Cottarelli, mi fa comunque venire in mente qualcosa.
Che cosa è che si moltiplica in modo improprio come gli zecchini di Pinocchio?
Due cose: gli interessi passivi che, attraverso gli interessi composti, generano se stessi e generano nuovo debito; e tutto il denaro come noi lo conosciamo, che viene creato dal nulla, come moneta-debito dal sistema della BCE, delle Banche Centrali Nazionali, e delle Banche
Commerciali.

Ricordo un articolo di Luciano Gallino, scritto nel 2014 per Repubblica pochi mesi prima di morire.
«La stragrande maggioranza del denaro in circolo viene creato dal nulla dalle banche private nel momento in cui concedono prestiti, accreditando l’ammontare sul deposito del richiedente. Quando Mr. Jones o la Signora Bianchi si vedono accreditare 100’000 sterline o euro sul proprio conto di deposito, grazie ai quali stipuleranno un mutuo, non un solo euro è stato tolto da altri depositi o dal capitale della banca. La somma è stata creata da un contabile con pochi tocchi sulla tastiera».

Se uno non si fida di Luciano Gallino, può sempre leggere un breve testo della Bank of England: «La creazione di denaro differisce da vari malintesi popolari: le banche non agiscono semplicemente da intermediari, dando in prestito i depositi effettuati presso di loro. Ogni qualvolta una banca fa un prestito, crea simultaneamente un corrispondente deposito sul conto del mutuatario, creando in tal modo nuovo denaro».

Tutto chiaro, amici? Non so se è una sorta di lapsus freudiano, ma, nel voler attaccare i MiniBot, il professor Cottarelli ha descritto il sistema monetario così come è oggi: creazione dal nulla. E, aggiungo, creazione per il nulla, visto che i frutti dell’albero degli zecchini vanno quasi tutti a una finanza autoreferenziale che non ha contatto con l’economia reale.

«Pensare che il problema del debito pubblico sia risolvibile con i MiniBot è come provarci con i soldi del Monopoli».
Col che si evince che anche Rossi, Presidente dei Giovani di Confindustria, è un nOmismatico mancato.
No, ragazzi. Coi soldi del Monopoli le tasse non le paghi. Coi MiniBot, sì.
Al massimo potete dire che il MiniBot cartaceo è scomodo e va sostituito con MiniBot dematerializzati, da far girare su una piattaforma informatica.
Dettagli, è il concetto base quello che conta.

Giovanni Lazzaretti

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