Virus & media: troppe cose non funzionano

di Giovanni Lazzaretti

Ho provato a dare una veste coerente a questo articolo, ma alla fine è venuta fuori una sorta di vestito di Arlecchino. 

Prendetelo come se fossero tanti mini-articoli indipendenti. Il tema però è unico: virus & media.

E siccome c’è in giro gente nervosa, nonché la task force del governo che funziona un po’ come “ministero della verità”, in certi punti preferisco omettere i nomi.

 

Un colloquio già datato, ma utile

Un colloquio rubato a un medico in prima linea (previo SMS di autorizzazione a chiamarlo).

***

«Dario, ti rubo solo un minuto. Cosa mi dici della faccenda dell’eparina?»

«La faccenda? Che faccenda?»

«Quel cardiologo di Pavia che invitava a usare farmaci diversi perché la gente va in rianimazione per “tromboembolia venosa generalizzata” e non per polmonite. E subito Burioni l’ha stoppato dicendo che “è una scemenza di proporzioni immense. Lo scritto mette insieme alcune cose vere con altre scemenze olimpioniche, e arriva a conclusioni che definire senza senso è generoso”.»

«Giovanni, ma io di mediatico non seguo niente. Finito il turno, mangio, vado a dormire (non vado nemmeno più a casa, dormo in una stanza dell’AUSL), al risveglio rimangio, poi mi attacco al computer per vedere se i colleghi di cui mi fido hanno notizie nuove. Oppure vado a caccia di notizie all’estero, sempre in posti dove ho fiducia. E poi torno al lavoro.»

«Quindi tu non usi l’eparina.»

«Certo che la uso! Ma non è in relazione col cardiologo di Pavia che non conosco. La usiamo tutti, almeno tutti quelli di cui mi fido.»

«Ma allora perché non emerge a livello mediatico?»

«Ma perché abbiamo altro da fare che inseguire i media! Sono sfatto, vedo casa mia una volta ogni due settimane, secondo te ho il tempo di telefonare alla Gruber o alla Palombelli per dire “Senta, vorrei spiegare l’eparina al pubblico”. A parte il tempo che non ho, credi che mi prenderebbero in trasmissione?»

«Quindi è Burioni che dice la sciocchezza?»

«Giovanni, io non mi permetto di interloquire con uno che non conosco, solo per un’affermazione riportata su un giornale. So solo che da noi da quando si usa eparina a basso peso molecolare le cose clinicamente vanno meglio e la rianimazione ha decisamente meno intubati.»

«Allora all’inizio gli ammalati sono stati curati male?»

«Ma è ovvio. Se prima avevi un tot di intubati, e ne morivano 9 su 10, poi provi a fare terapia precoce mirata in un altro modo, e le cose migliorano nettamente, che altro puoi dire? Puoi solo dire “magari l’avessimo capito prima”.»

«Insomma in medicina “si prova”, avete saltato i protocolli.»

«Giovanni, qui è tutto nuovo. I protocolli si fanno lavorando. Io non sono un burocrate, se muoiono l’87% di intubati, non è che dico “Tutto fatto secondo le regole, noi siamo a posto”. No, mi sento come il comandante Sullenberger.»

«Chi sarebbe?»

«Dai, quello che ha fatto atterrare l’aereo a motori spenti sul fiume Hudson. Uno stormo di uccelli gli spegne i motori, e lui si ricorda di essere un pilota esperto, per di più sa anche di alianti. In pochi secondi deve decidere tutto: dove può arrivare a mo’ di aliante, tenuto conto dei venti e della velocità con cui perde quota. E lo poteva fare solo lui, non il copilota che non era così esperto. Se aspettava un protocollo dall’aeroporto, morivano tutti. E’ lui che ha creato un nuovo protocollo per un eventuale caso futuro. E li ha salvati tutti.»

«Bel paragone.»

«In questo frangente si vede la differenza tra il medico ordinario e il medico in gamba, quello che elucubra e cerca soluzioni nuove, per salvarne il più possibile.»

«Che strano che i cinesi non ci siano arrivati.»

«Giovanni, normalmente siamo noi che portiamo know-how in Cina, non il viceversa. Anche quelli di Medicina, del paese di Medicina intendo, hanno fatto un tentativo sperimentale.»

«Che sarebbe?»

«No, Giovanni, tempo scaduto. Quello te lo cerchi su Internet. Scusa, devo proprio andare.»

 

Va beh, gli ho rubato un po’ di tempo, il colloquio me lo ricordo così. 

E comunque sarò cauto in futuro a prendere le affermazioni di Burioni come oro colato. Nonché a dare peso agli esposti che ha fatto. 

In un frangente in cui tutto è nuovo, gli esposti rischiano solo di troncare il dibattito: dibattito vitale, perché il genio italico può sempre trovare cose nuove, anche se l’OMS o i cinesi non le hanno trovate.

Sono anche andato su Internet a vedere la faccenda di Medicina.

Si passa al contrattacco. Come annunciato ieri dal commissario per l’emergenza Sergio Venturi, partirà nel comune di Medicina, il più colpito dal Covid-19, il primo tentativo di sperimentazione di profilassi terapeutica precoce. L’Ausl di Imola, di concerto con l’unità di malattie infettive del Sant’Orsola, ha approntato due équipe che da domattina avvieranno le prime visite al domicilio dei pazienti.

«Attualmente sono circa 115 le persone con Covid-19 accertato nell’area confinata di Medicina – spiega il direttore generale dell’Ausl Imola, Andrea Rossi – Poco più della metà sono ricoverate, per cui il target dell’intervento è di circa 150 persone tra positivi, contatti stretti che hanno iniziato a mostrare sintomi ma non ancora accertati e altri pazienti con sintomi che sono stati segnalati dai medici di famiglia o che hanno contattato l’Ausl».

Dopo un primo triage telefonico, seguirà una visita a domicilio da parte di medico e infermiera territoriali. Se, dopo la valutazione clinica, il paziente aderirà alla sperimentazione, gli verrà effettuato il tampone e consegnato il “cocktail di farmaci” (definizione usata dal commissario Venturi) per una settimana di profilassi.

La terapia consiste nella somministrazione di idrossiclorochina associata ad antivirali e/o antibiotici, spiega l’Ausl. Un primo controllo specialistico verrà quindi eseguito dopo 48, questa volta portando i pazienti in ospedale. L’obiettivo della sperimentazione è vedere «se l’avvio di una terapia precoce possa evitare un certo numero di malattie gravi, risparmiando ricoveri, soprattutto in terapia intensiva» spiega il professor Pierluigi Viale del Sant’Orsola. (www.ilnuovodiario.com)

Anche qui tentano con medicinali che né i cinesi né l’OMS avevano consigliato. 

Medicinali che non vincono il virus, ma ti mettono precocemente al riparo dalle complicanze. Medicinali che spesso sono anche “vecchi” e poco costosi.

 

Sono andato, lo confesso, anche a guardarmi la storia dell’aereo sul fiume Hudson. La ricordavo solo vagamente.

https://it.wikipedia.org/wiki/Volo_US_Airways_1549

 

Piccole manipolazioni mediatiche

In un mio precedente articolo avevo scritto così.

Il fatto è che, essendo la terapia “supporto e attesa”, le curve future sono già più o meno delineate. Se migliorassero di molto, si dovrebbe parlare di miracolo. Diciamo a fine aprile: 180.000 guariti, 46.000 morti, 50.000 infetti attivi.

I numeri, ovviamente, non li avevo dedotti io. Erano presi da una curva pubblicata da un frequentato sito che non voglio citare.

I numeri non sono stati azzeccati: i morti a fine aprile non arriveranno a 30.000 (probabilmente grazie ai cambiamenti di terapie), gli infetti attivi sono 106.000 (in calo, ma non arriveranno certo a 50.000 a fine aprile), i guariti sono ben lontani da 180.000 unità.

Eppure il sito, 22 giorni dopo la pubblicazione, torna sull’argomento e dice che le previsioni si stanno avverando nei minimi particolari.

Lasciamo perdere infetti attivi e guariti, che sono troppo legati al numero di tamponi effettuati. Ma come fanno a dirlo in riferimento ai morti? Meno di 30.000 rispetto a 46.000 è una bella differenza.

Semplice. Hanno pubblicato lo stesso diagramma, ma hanno cambiato i numeri della scala graduata. Visivamente è la stessa curva, ma rappresenta numeri diversi.

Ora, se un sito fa di questi giochetti, quali giochetti possono fare quelli che davvero hanno in mano il sistema mediatico?

 

Ad esempio Luc Montagnier…

Luc Montagnier, co-scopritore del virus HIV, l’ha detto in un’intervista: «Sono un premio Nobel, e mi lasciano stare». Così ha potuto dire nella stessa intervista che il virus Covid-19 è una composizione di laboratorio, fatta da un sapiente orologiaio, che ha mischiato sequenze di un coronavirus con sequenze del virus HIV.

Apriti cielo, il sistema mediatico difensivo è insorto all’unisono, presentando Montagnier come uno afflitto da demenza senile. Addirittura 10.000 scienziati contro Montagnier, ci riferisce il Fatto Quotidiano.

Puntualissima Wikipedia ad inserire nella pagina di Montagnier la questione controversa.

Però, se uno ha la pazienza di analizzare gli “stroncatori”, scopre cose interessanti. Prendiamo due stroncatori, che chiameremo Pippo e Gigino (non riporto i nomi perché sono due a caso, non ce l’ho con loro in particolare).

Pippo fa divulgazione scientifica e irride Montagnier dicendo: «Montagnier dice il falso. Le sequenze del genoma del Covid-19 e del virus HIV sono note e disponibili a questi link. Confrontarli è una procedura facile, chiunque può farla e può rendersi conto che non ci sono sequenze HIV nel Covid. Io, ad esempio, l’ho verificato ieri sera».

Esaminiamo mediaticamente. Poiché ad ascoltare il divulgatore scientifico, soprattutto giovane come Pippo, non ci vanno certo gli specialisti, Pippo afferma che “chiunque può rendersi conto” mentre in realtà NESSUNO dei suoi ascoltatori può rendersi conto: possono solo fidarsi di lui.

E ti fidi un po’ meno se dopo lo vedi, in un video, recensire (di fatto pubblicizzare) l’ultimo libro di Burioni.

Poi passi a Gigino, molto più adulto di Pippo. Per lui invece le parti del genoma del coronavirus identiche a quelle dell’HIV ci sono, ma sono brevissimi tratti che il coronavirus condivide con l’HIV e con tante altre specie. 

Non è esattamente quello che dice Pippo.

Però cosa hanno in comune i due stroncatori? Anche Gigino dice che «se volete verificare quanto ho scritto, basta processare i dati delle sequenze, usando quei software gratuiti che sono disponibili in rete». Come no, il lettore lo farà certamente.

L’impressione è che circoli una “velina di regime”: tutti possono confrontare i due genomi, anche voi lettori, fidatevi, Montagnier ha detto una balla.

***

Io non andrò a confrontare i genomi.

Io semplicemente aspetto che la notizia della chiusura del laboratorio di Fort Detrick dell’agosto 2019 compaia finalmente su Wikipedia. Ma non appare; ed è strano, perché è una notizia del New York Times, e Wikipedia segnala di tutto, anche affermazioni dichiarate “senza fonte”.

Deadly Germ Research Is Shut Down at Army Lab Over Safety Concerns. Problems with disposal of dangerous materials led the government to suspend research at the military’s leading biodefense center. (The New York Times, 5 agosto 2019)

A Fort Detrick, come ho già scritto, c’è l’Istituto di Ricerca Medica sulle Malattie Infettive dell’Esercito degli Stati Uniti (USAMRIID). 

L’altro giorno però mi sono accorto che la pagina di Wikipedia in inglese era stata modificata il 7 aprile. Oh, finalmente! Ma in realtà non vedo nessuna variazione. 

Vado a vedere la cronologia. Il 7 aprile 2020 alle ore 5.47 viene inserita questa frase.

There are ongoing theories that Fort Detrick was shut down August 2019 after viruses leaked out. As reported in The Independent, fort Detrick was issued a cease and desist order because of violation of standards of safety and protocol. Coronavirus Is believed to have originated from that laboratory.

La frase viene eliminata alle 5.48 dello stesso giorno perché “not providing a reliable source”. Pagina strettamente monitorata, evidentemente. 

Intendiamoci, hanno fatto benissimo a togliere la frase, se proveniva da una fonte non affidabile.

Ma la notizia della chiusura di agosto 2019 era sul New York Times: anche quella è una fonte non affidabile?

 

Fantasia razionale

Nella scorsa puntata invitavo a usare liberamente la fantasia, perché chi possiede miliardi di dollari può pensare e impostare le cose più inverosimili.

Un lettore mi ha scritto una cosa insolita.

Il mio punto di partenza è sempre la convinzione che senza il precedente cinese non avremmo mai preso in considerazione il lockdown nazionale (e nemmeno regionale, provinciale o cittadino): troppo lontano dalla nostra storia, cultura, Costituzione, ecc.

Tenendo ferma questa premessa, ecco alcune considerazioni sparse:

– Quando ho fatto vedere a mia moglie il video spot su Wuhan, la “Chicago della Cina”, la sua reazione immediata è stata: «Ma questa è Wuhan? Dalle immagini che si vedevano in TV sulla quarantena non dava assolutamente l’idea di una metropoli di questo tipo».

– Il controllo dell’informazione in Cina è pressoché totale e ciò che noi sappiamo di quella nazione è perché ci permettono di saperlo o perché vogliono farcelo sapere.

– Se le percentuali di mortalità non sono tali da far pensare a una decimazione della popolazione, è verosimile che un paese come la Cina adotti come modello generalizzato la quarantena (coi relativi contraccolpi economici) per tutelare la vita di ogni singolo cittadino?

Il commento di un conoscente che per lavoro ha stretti rapporti con la Cina è stato: «Pensi che fuori dalle zone rosse il contagio non ci sia? semplicemente la gente si contagia, si ammala e quelli che non ce la fanno muoiono».

– L’idea in fondo è semplice: creare un set cinematografico “vero”; ossia la vera messa in quarantena di una o più aree (anche all’interno della stessa Wuhan) di dimensioni generose. Un set “naturale” quindi, con vere forze dell’ordine che eseguono il vero ordine di assicurare una vera quarantena in una determinata area. Il resto è drammatizzazione e amplificazione mediatica.

Troppa fantasia? Troppo inverosimile? Ma non è ancora più inverosimile lo spiegamento di droni ed elicotteri per braccare il pensionato che va a pescare, cosa che da noi oggi è realtà? 

Inoltre l’ipotesi presenta un’eleganza intrinseca, se considerata come atto di guerra: indurre il nemico (vogliamo chiamarlo competitor, visto che si parla sostanzialmente di scenari di guerra economica?) all’autodistruzione, o quantomeno all’auto-danneggiamento, attraverso il solo condizionamento mediatico, inibendo la sua capacità di affrontare lucidamente un problema (in questo caso sanitario) normalmente alla sua portata. 

Cosa sarebbe accaduto se non ci fossimo lasciati condizionare e avessimo condotto le nostre ricerche lucidamente, arrivando magari a quella che ora sembrerebbe rivelarsi la diagnosi corretta, quella dell’embolia come causa principale dei decessi? Nulla. I ricercatori italiani si sarebbero distinti per il loro grado di eccellenza e superiorità rispetto ai colleghi cinesi e nel giro di pochi mesi nessuno si sarebbe più ricordato della quarantena di Wuhan.

***

Tutto questo è solo un esercizio intellettuale, che mi aiuta oltretutto a rimanere ancorato alla realtà, visto che l’altra notte ho sognato che il motivo per cui stavamo tutti nascosti in casa fosse per indurre un’astronave aliena a passare oltre la Terra, scambiandola per un pianeta disabitato.

Vi sembra inverosimile questo testo?

Attenti alle parole, non è inverosimile. E’ solo “incredibile per l’uomo normale”. Ma non ha nulla che vìoli le leggi della logica.

Ricordiamoci che dalla Cina non esce nulla che non sia voluto dal Partito Comunista Cinese, il controllo è totale su persone, notizie e immagini. In più ciò che interessa all’apparato del Partito è, in primis, se stesso; e solo secondariamente la popolazione.

Qualcuno poteva accorgersi che la quarantena di Wuhan era solo una quarantena parziale? E, se anche se ne accorgeva, a chi poteva dirlo? 

Vediamo ad esempio, dalle sue stesse parole, come lavora Giovanna Botteri in Cina.

In quale zona vive e lavora?

«A Pechino gli stranieri vivono tutti in aree particolari dove ci sono anche le ambasciate e gli uffici, oltre alle residenze, ma nessun negozio. Sono zone chiuse con le guardie che presidiano gli ingressi. Si entra solo con un pass. Ci sono sempre stati questi controlli ma ora molte entrate sono state chiuse, hanno aumentato i controlli e ti prendono la temperatura. Tranne noi stranieri, nessuno può entrare, nemmeno per consegnare i giornali».

Immagino le difficoltà che incontrerà per realizzare un servizio.

«Per un periodo è stato difficile andare a girare. Di solito facciamo i servizi da qui e per le immagini che non riusciamo ad avere ci sono le agenzie di video. Prima di fare le riprese dobbiamo chiedere le autorizzazioni all’ufficio competente: devi programmare tutto».

Dove trova le notizie?

«Dai due quotidiani principali in lingua inglese: il “China Daily” e il ”Global Times”. Un’altra fonte importante sono i social dove girano molte notizie non ufficiali e c’è un grande scambio di informazioni che a volte sfuggono al controllo».

https://www.sorrisi.com/tv/giovanna-botteri-una-donna-in-prima-linea/

Tutte notizie e immagini filtrate, com’è ovvio: la Botteri può solo rilanciare le notizie di regime. E si illude sul valore dei social, dove sono certamente presenti massicciamente uomini del regime e dove notizie e disinformazione sono sapientemente mischiate.

Quello che è accaduto realmente a Wuhan semplicemente non lo sappiamo e probabilmente non lo sapremo mai.

Ma è certo comunque che se volete “braccare la verità da vicino” non potrete più servirvi dei media ordinari e degli “editori responsabili”. 

Da quelli potrete solo sapere 4 cose: (1) il virus è naturale (2) abbiate paura, non abbassate la guardia (3) il vaccino ci salverà (4) vi terremo monitorati per la vostra salute.


Giovanni Lazzaretti

giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com

Lascia un commento