Ucraina: il liberismo che avanza

12 Dicembre 2019
Oggi, i sindacati ucraini si trovano ad affrontare molte sfide legate alla riduzione del sostegno statale a certi settori dell’economia, ai cambiamenti radicali nell’approccio al suo sviluppo, alla liberalizzazione su vasta scala della legislazione sul lavoro, al collasso della sfera sociale, all’insufficiente finanziamento dell’intero settore pubblico, compresi sanità, istruzione e prestazioni sociali.
Il programma di governo prevede la liquidazione di oltre mille imprese statali, alcune delle quali saranno privatizzate o date in concessione, cosa che interesserà direttamente i collettivi di lavoro e le organizzazioni sindacali. Il sindacato FPU ha ripetutamente sottolineato che trasferendo le imprese statali da privatizzare al fondo di gestione delle proprietà statali, vengono trasferite anche persone i cui rapporti di lavoro sono regolati da contratti collettivi.
Nonostante la pressione dei sindacati il governo ha convenuto di tenere un incontro con la partecipazione di datori di lavoro, rappresentanti del Fondo per la Proprietà Statale, il Ministero per lo Sviluppo Economico e del Commercio e il Consiglio dei Ministri, poiché solo il 5%, ovvero 370 imprese di importanza strategica, rimarranno proprietà dello stato, ma questo non è sufficiente.

In sostanza il governo sta imponendo un nuovo modello di sviluppo completamente libertario, senza discussione pubblica. I ministeri saranno privati delle funzioni di gestione delle imprese statali e determineranno esclusivamente le direzioni della loro attività.
In tal caso verrà posta fine agli accordi settoriali ed all’accordo generale tra autorità pubbliche, datori di lavoro e sindacati. La “rottura” del sistema di contrattazione collettiva comporterà la privazione per i lavoratori delle protezioni sociali, darà il via libera ai licenziamenti dei dipendenti delle imprese che verranno privatizzate o date in concessione.
Il nuovo team governativo sta cercando di attuare le riforme a sole spese dei lavoratori. L’analisi delle proposte e dei documenti del governo, nonché del decreto presidenziale dell’8 novembre 2019, mostra che, nonostante la Costituzione, l’Ucraina è uno stato sociale che persegue la politica di uberizzazione accompagnata dalla rinuncia alle garanzie sociali, dove “tutti si preoccupano per sé”.

La conferma di questo è il disegno di legge ucraino “Sul Lavoro”, che è progettato per privare il più possibile i sindacati dei loro diritti e per distruggere il movimento sindacale in Ucraina. Il Governo, considerando che due alternative del Codice del Lavoro sono state presentate al Parlamento, ha deciso di non far passare il nuovo disegno di legge tramite la camera Verkhovna Rada, ma di aggirarla, facendolo passare per il governo sotto il nome di legge “Sul Lavoro”.

Secondo i media il testo è stato preparato dal Fondo Monetario Internazionale e la traduzione è stata fatta dal Ministero dell’Economia. Questo disegno di legge è stato immediatamente denominato “Schiavitù in Ucraina“.
L’intero Codice del Lavoro consiste di 99 articoli! E solo uno di essi menziona indirettamente il diritto alla protezione collettiva dei diritti dei lavoratori. Le disposizioni transitorie aboliscono generalmente la legge sui sindacati.
Il nuovo disegno di legge del Consiglio dei Ministri non è stato ancora pubblicato ufficialmente e ci sono diverse opzioni a margine. Gli esperti le hanno affidate ai sindacati in via confidenziale. E’ molto probabile che venga presentato un disegno con un numero minore di articoli (meno di 99). Ciò consentirà di seguire una procedura semplificata di votazione in Parlamento. In base al nuovo disegno di legge agli ucraini, viene, di fatto, offerto di andare a lavorare con contratti individuali di lavoro, replicando il modello americano, dove ogni dipendente deve negoziare determinate condizioni di lavoro ed il salario. Il datore di lavoro può tenere il lavoratore con contratti di lavoro a tempo determinato il più a lungo possibile, vale a dire sotto costante rischio di perdere il posto di lavoro.
I contratti di breve termine, fino a due mesi, possono essere risolti dai datori di lavoro per qualsiasi motivo (anche non correlato a motivi professionali), avvisando i dipendenti tre giorni prima del licenziamento.

La linea guida del Ministero dell’Economia è costituita da contratti di lavoro con con orari di lavoro non fissi. Esiste uno standard di 8 ore lavorative, ma solo a titolo indicativo -si afferma – per definire una giornata lavorativa “normale”e ci possono essere degli straordinari.
Si afferma che il riposo tra i turni dovrebbe essere di almeno 12 ore, cioè sarebbe legale considerare un giorno lavorativo di 12 ore. Le uniche restrizioni sarebbero che i datori di lavoro non potrebbero avere più del 10 % del totale di contratti “non regolamentati”.
I datori di lavoro potranno inoltre recedere dal contratto di lavoro prima della data di scadenza. Ad esempio, un’azienda potrebbe licenziare un dipendente “che non è in grado di lavorare sulla base di referti medici”.
Il contratto è inoltre “non valido” (o temporaneamente non valido), diciamo, durante il periodo di formazione del dipendente.

Il disegno di legge include una serie di motivi che permettono al datore di lavoro di licenziare le persone rapidamente e senza oneri indebiti.
Uno dei motivi, ad esempio, è il licenziamento per semplice decisione del datore di lavoro, con un preavviso di soli 15 giorni (se il dipendente ha lavorato in azienda non oltre i sei mesi) o di 30-90 giorni (se ha lavorato dai 6 mesi ai 10 anni).
Un altro punto interessante. “Il tempo di preavviso può essere sostituito con una compensazione monetaria”. Vale a dire, si può licenziare il dipendente il giorno stesso, basta dargli dei soldi di compensazione.
Si dovrebbe ricordare che oggi in Ucraina, ai sensi del’attuale Codice del Lavoro, il licenziamento deve avere un preavviso di almeno due mesi, e, se licenziati per motivi che non dipendono dal lavoratore, esiste il diritto a ricevere un indennizzo pari al doppio dello stipendio.

Se il dipendente rifiuta di sottoscrivere tali condizioni vincolanti, il datore di lavoro può recedere dal contratto unilateralmente, anche solo sulla base di questo rifiuto.
Ci sono rischi anche per i dipendenti che oggi la legge protegge dal licenziamento. Ad esempio le donne in congedo di maternità possono essere lasciate senza lavoro “contestualmente alla liquidazione o alla riorganizzazione” dell’impresa e oggi molte imprese licenziano in base a questo meccanismo, rivendicando una presunta riorganizzazione, cambiando titolo delle posizioni e lasciando le persone a casa.

Le disposizioni transitorie del nuovo progetto di legge meritano un’attenzione particolare. Non appena entreranno in vigore (sei mesi dopo la sua adozione) le leggi in vigore, gli attuali “Codice del Lavoro”, le leggi sulla “Remunerazione”, “Sul Congedo”, “Sui Sindacati” ed altre verranno immediatamente abrogate.

La “mediazione” tra i datori di lavoro e i dipendenti sarà effettuata da alcuni servizi nazionali di mediazione e riconciliazione, un’ente statale che risolverà i conflitti sul lavoro. In particolare formerà mediatori ed arbitri, che verranno quindi inviati presso le imprese “problematiche”. Il ruolo dei sindacati nel processo delle vertenze collettive del lavoro non è indicato nel disegno di legge.
Invece di un’assistenza sindacale legale gratuita ai dipendenti verrà immediatamente offerta una tutela giuridica a pagamento.
I sindacati saranno anche privati del controllo pubblico sull’attuazione del diritto del lavoro. Inoltre, soprattutto, i sindacati saranno privati del diritto di partecipare allo sviluppo della politica statale nell’ambito delle relazioni sindacali, della retribuzione, della protezione sociale. Lo smantellamento del diritto del lavoro fa il paio con lo smantellamento della protezione sociale, confermato dal progetto di legge del Ministero delle Politiche Sociali, che scollegherà il salario di sussistenza dalle garanzie dello stato sociale, del salario minimo e delle pensioni. Le rimanenti 150 prestazioni sociali vengono trasferite al governo, che ha iniziato a smantellare il sistema di protezione sociale che era stato costruito durante gli anni dell’indipendenza.

Secondo il progetto di legge il salario di sussistenza sarà determinato contestualmente all’adozione della legge di bilancio, che in Ucraina è sempre stata varata a deficit. Si sostiene che il salario minimo abbia cessato di essere un fattore di misurazione della povertà. I sindacati sono fortementi contrari alle privazione delle garanzie alle persone. Dopo aver cancellato il salario minimo, il governo comincerà a pagare secondo la logica “paghiamo quanto è possibile”.

A partire dal 1 Gennaio 2020, il Servizio Statistico Statale dell’Ucraina abolirà i rapporti sugli infortuni sul lavoro.
L’attuale forma di osservazione statistica statale è regolata dalla legge sulla SSL e dalla convenzione OIL n. 160 ratificata dall’Ucraina. Inoltre, deve essere concordata con il Servizio del Lavoro Statale, i sindacati e il Fondo di Previdenza Sociale, come previsto dagli Accordi Generali 2019-2021.
La decisione del Servizio Statistico Statale è stata approvata dal medesimo istituto ed è contraria ai citati atti normativi, un fatto che viene sottolinetao nella lettera del JRB dei sindacati al Ministro del CMU, a capo del Servizio Statistico Statale e del Servizio Statale del Lavoro.
In conformità con la convenzione OIL, l’Ucraina si è impegnata a raccogliere, elaborare e pubblicare statistiche di base sul lavoro, inclusi infortuni e malattie professionali, su base regolare.
L’abolizione di tale segnalazione, agli occhi dei sindacati, ostacola di fatto l’analisi della situazione della sicurezza industriale sul lavoro e diminuisce l’influenza dello stato sulla lotta contro i fenomeni negativi in questo campo.
Pertanto, i sindacati chiedono di rinnovare le informazioni sulla raccolta degli infortuni sul lavoro.
Così come, entro la fine dell’anno, insieme al Servizio Statale del Lavoro, al JRB dei sindacati e al Fondo delle Assicurazioni Sociali, di elaborare una forma aggiornata di elaborazione statistica statale e approvarla.

Un’altra sfida per i sindacati ucraini è il cambiamento del sistema di previdenza sociale, che è in linea con i principi dell’OIL ed è in effetti un modello europeo. Tuttavia, per qualche motivo, le autorità politiche hanno messo in discussione questo sistema, vale a dire il Fondo di Previdenza Sociale e il Fondo Statale Obbligatorio di Previdenza Sociale di Disoccupazione.
Il presidente della Commissione Parlamentare sulle Politiche Sociali ha presentato un disegno di legge che propone di rimuovere i sindacati e i datori di lavoro dalla gestione dei suddetti fondi e affidarne la gestione ai funzionari del governo. E’ chiaro che siamo fortementi contrari, poiché rappresentiamo gli assicurati per i quali e per le quali sono stati creati i fondi. Inoltre sono strutture autonome, non statali.
Pertanto li devono gestire i membri dei sindacati e i datori di lavoro e lo Stato deve solo controllare che nessuno violi le normative e che tutti obbediscano alle leggi.

Il 10 Dicembre 2019 si terranno audizioni di commissione presso la Verkhovna Rada. Non è difficile immaginare cosa attenda i Fondi sotto il governo monopolistico in Ucraina.
Il nuovo governo si occupa anche di smantellare l’attuale sistema di solidarietà e propone di passare al sistema pensionistico contributivo, che è un affare molto rischioso in Ucraina. Passare a un sistema esclusivamente contributivo potrebbe lasciare le persone senza pensione.
Il sistema contributivo dovrebbe essere volontario e complementare al sistema retributivo (di solidarietà), che dovrebbe rimanere quello basilare.
I sindacati hanno già organizzato una protesta preventiva. Tuttavia le richieste dei partecipanti sono state ignorate. Finora il saldo del bilancio è stato ridotto attraverso la vendita di obbligazioni pubbliche, non attraverso lo sviluppo economico. Sono circa 200 miliardi di UAH [grivnie ucraine, pari a circa 7,6 miliardi di euro] solo quest’anno.

Il capitale speculativo sta arrivando in Ucraina, in attesa che la vendita di grandi imprese statali e di terreni abbia inizio. Tutto ciò avrà conseguenze indesiderate. I sindacati dovranno semplicemente uscire, bloccare le strade e indire lo sciopero. E questo sarà solo l’inizio degli scioperi nazionali in Ucraina.
Se i sindacati non si metteranno alla guida delle persone, allora dovranno farlo da sole. Dopotutto, per sconfiggere l’oligarchia, si può solo andare oltre le leggi da essa stabilite.


Tratto da:
https://www.epsu.org/article/update-situation-ukraine

Traduzione a cura di Renato Nettuno

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