TEOSCIENZA: RIMPIANGEREMO LA TEOCRAZIA?

Il “credo” dell’era moderna ci prepara al nuovo sacramento: distanziamento sociale e dalle nostre coscienze

 

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Senza scomodarci troppo, andiamo su Wikipedia.

La teocrazia (dal greco θεός (theós): dio e κράτος (kràtos): potere) è la forma di governo secondo cui la gestione delle attività religiose e quelle governative laiche, coincidono. Spesso la religione nella teocrazia diventa mero strumento della politica, ed è gestita direttamente dal governo civile. Tuttavia, anche se ha a che fare con affari religiosi, ierocrazia è un rapporto filiale tra il governo civile e quello religioso, cioè il governo dei sacerdoti. Nel senso più comune del termine teocrazia, in cui alcuni governanti civili coincidono con alcuni capi religiosi (per esempio l’imperatore bizantino come capo della Chiesa o il presidente di Cipro arcivescovo Makarios III nel periodo 1960-1974), le politiche governative coincidono con quelle religiose oppure sono fortemente influenzate dai principi di una religione (solitamente quella più diffusa) e tipicamente il governo dichiara di comandare per volere di Dio o di un altro potere superiore, come specificato dalla religione nazionale.

Come ben capite, oggi non saremmo in una teocrazia, dato che tutto l’Occidente è governato laicamente: pur non negando la libertà religiosa, le scelte ed i poteri dello Stato di diritto, in teoria, non devono subire un “indirizzo teocratico”.

La politica della modernità, si fonda quindi sulla fondamentale idea che le scelte di un popolo vengano dal popolo stesso che le esprime nominando dei rappresentanti; non da Dio o dai “suoi rappresentanti”.

Ma il popolo, apparentemente soggetto sovrano delle democrazie, cosa vuole, cosa spera, in cosa “crede”?

Potrebbe credere nei suoi diritti, dal 1948 son lì, ben stampati nella Dichiarazione Universale… ma non è così.

Certo, siamo pronti all’ira per la busta paga più leggera, per un licenziamento ingiusto, inveiamo contro una politica che non capiamo o per un “rappresentante” corrotto, ma finisce lì… come pratichiamo i nostri diritti?

Se ci credessimo veramente moriremmo per loro, come i primi Cristiani, come i Partigiani, come i soldati mandati al macello anche se, purtroppo, per giochi politico-finanziari mascherati da “guerre di liberazione”.

Quindi il “credo” democratico e civile è debole?

Fallace?

Visti gli alti tassi di astensione elettorale, possiamo dire che molti sono ormai sfiduciati in relazione alla possibilità di una politica dalla parte del cittadino; nonostante ciò, mi sembra che ancora troppi non vedano la reale morte della democrazia.

Ma non spostiamo il discorso: qual è, di fatto, il “credo” fondamentale dell’uomo moderno?

Indipendentemente da quello politico, sportivo, religioso, dall’appartenenza etnica e sociale, cosa ci caratterizza oggi?

Non sto scoprendo chissà cosa, mi accodo al pensiero indiscusso di illustri filosofi e sociologi: ovviamente, la forza più potente dell’uomo “liberatosi” di Dio è la tecnica.

La nostra stessa “arte” è ciò che “sappiamo” più di ogni altra cosa, il collante ideale, il minimo comun denominatore in cui “crediamo”, consapevoli o meno.

La tecnica quindi, espressa in forma di scienza, rappresenta gran parte del nostro orizzonte culturale, persino ideale, anche emotivo.

Quindi: “morte di Dio”, “vittoria” della tecnica e della scienza, attraverso il pensiero “illuminista” e “positivista”, oggi “progressista”.

Fin qui tutto bene?

Anche lasciando da parte ogni considerazione socio-culturale, filosofica e spirituale su significato ed effetti della “morte di Dio”, proprio no.

Come il problema delle teocrazie era il farsi potere dei presunti rappresentanti divini, i sacerdoti, abbiamo oggi lo stesso problema: alcuni “scienziati” cedono volentieri e fama, potere, enormi guadagni e lusinghe, anche di carattere politico e decisionale.

Con l’implicito consenso dato dal popolo alla scienza, la politica cerca di usare la scienza stessa per giustificare prospettive e misure legislative, incurante del fatto che alcune leggi o disposizioni possano violare le fonti “più alte” del diritto stesso, come ad esempio Costituzione e diritti umani.

L’insano connubio fra scienza e politica, ha due altri enormi problemi.

Il primo è il più evidente, anche se troppo spesso non si vuol vedere: consiste nel fatto che la “scienza”, all’atto pratico, è ormai quasi completamente in mano a corporazioni globali talmente potenti da determinare il nostro modo di vivere e pensare; oltre a fornire le piattaforme su cui gli Stati e noi tutti ci amministriamo, comunichiamo, studiamo, lavoriamo, ci informiamo e divertiamo.

Il secondo problema, è dato dalla non rispettata “deontologia” filosofica e procedurale della scienza stessa: troppo spesso ci sfugge che la scienza non può mai diventare dogma, in quanto le sue acquisizioni e procedure sono sempre pronte ad essere “superate” da nuove idee ed osservazioni, da nuove protocolli per acquisire dati ed effettuare esperimenti.

La consapevolezza del metodo scientifico, sperimentale, dovrebbe impedire che il mondo della scienza partorisca spinte dogmatiche di sorta.

Questo non vuol dire negare un risultato, o affermare il non funzionamento di qualcosa che “funziona”, vuol semplicemente dire che la vera scienza lascia sempre la porta aperta a miglioramenti , addirittura a completi ribaltamenti di prospettive: a meno che non si sia “troppo pieni di sé” o condizionati da fama, “credibilità” o da altri interessi, in ambito scientifico si può ammettere tranquillamente che un’idea, una procedura, un metodo o un’acquisizione che pur “funzionavano”, possano essere “sorpassati”.

Il vero scienziato riconosce un miglioramento, una nuova e più completa spiegazione e l’abbraccia in men che non si dica, abbandonando quanto ritenuto corretto precedentemente: questo non perché la cosa non fosse corretta in “assoluto”, altrimenti non avrebbe funzionato, ma perché la nuova prospettiva è più corretta in quanto spiega più cose ed apre nuovi orizzonti.

Il termine assoluto non appartiene al mondo della scienza: chi di fatto lo pratica, chi va imperterrito per la sua strada perché certo di “verità”, che però sono sempre parziali e soggette ad essere ribaltate in un attimo, non è un “vero scienziato”, ma un dogmatico che antepone alla scienza qualcos’altro.

Fin qui tutto ok, o quasi.

La cosa si fa delicata quanto entra in gioco la considerazione e l’opportunità che una scoperta, una procedura, un manufatto, possano esser prodotti ed utilizzati su larga scala, addirittura impegnando la vita e la libertà dell’uomo: oggi come oggi basta che qualcosa “funzioni” per avere, in buona sostanza, il “via libera” alla sua implementazione, con sempre meno possibilità che voci dissenzienti di ordine morale, culturale, etico o politico possano essere prese realmente in considerazione.

Gli automatismi della tecnologia non trovano ostacoli, in ogni settore: quando va bene, qualche flebile voce si alza dal mondo della cultura umanistica, ma cade nel pragmatico vuoto che non vede altro che il miraggio del presunto “progresso”.

Anche in ambiti il cui il dibattito sembra più acceso, come quello bioetico, siamo quasi sempre sicuri che alla fine l’implementazione tecnologica, il protocollo che entra nella vita fin dove può, non troverà ostacoli di sorta.

“Tutto quel che si può fare va fatto”, sembra il mantra post-ipnotico che ci impedisce di ragionare, al quale ci arrendiamo senza porci domande.

Se così stanno le cose, capiamo bene come la questione “scienza”, a livello di potere, diventi troppo spesso teoscienza ed i suoi “sacerdoti” siano la fonte primaria del potere nel mondo moderno.

In buona sostanza, abbiamo tutti governi “tecnici”, anche quando sono suffragati da elezioni: è la “scienza”, o per meglio dire una sua parvenza che possiamo quindi chiamare teoscienza, a governare le società moderne.

Così, la nuova teoscienza, forte della genuflessione di una politica dimentica di filosofie, idee, valori e spalleggiata dal complice mondo mediatico ed intellettuale mainstream, ha campo libero ad aprire il suo scintillante ventaglio di miraggi: come un pavone nel fulgore del suo corteggiamento, certo del successo fecondo nelle menti di uomini ormai “assuefatti” e non placabili, se non da una dose sempre più smart di device e protocolli.

Ecco allora spiegato come i sacerdoti della teoscienza siano riveriti, abbiano un “occhio di riguardo” non solo istituzionale, ma anche nell’esperienza quotidiana, ad esempio parlando con gli amici: se non sei almeno laureato puoi portare tutte le idee del mondo, ma difficilmente supererai il “verbo” profferito dal “ministro” della fede teoscientifica amministrata via tubo catodico.

La teoscienza è così capace di tutto, ogni sua contraddizione è perdonata, anche quando gioca con cifre e statistiche, tronfia della sua “primazia” sul mondo di numeri che, al contrario, dovrebbe trattare con maggior riguardo.

Quindi, non mi sorprende di certo il tono “grave” con cui il conduttore del Tg La7 snocciola le decine di migliaia di morti della Germania, ripetendolo una seconda volta con tono di “resa”, ancor più grave.

Come per tutta la faccenda coronavirus, le proporzioni con la popolazione, le decine di migliaia che muoiono ogni anno, sempre in inverno per influenza/polmonite, non sono elementi che devono turbare la narrazione teoscientifica.

Così non mi sorprendo quando il “bel tomo” volge lo sguardo contrito agli USA, che hanno più morti di Italia e Spagna.

Certo non mi sorprendo quando “dimentica” di ricordare che gli Stati Uniti hanno più del triplo di abitanti dei 2 paesi messi insieme: il “verbo” non avrebbe lo stesso effetto catechizzante.

Il livello della politica-spettacolo propagata dai media superveduti dalla teoscienza, fa comprendere così il livello di consapevolezza civile: il popolo, sempre meno sovrano, non riesce a far altro se non incatenarsi all’angoscia sociale somministrata dai sacerdoti teoscientifici, unici mattatori di una politica ormai asservita alla teoscienza planetaria delle corporazioni globali.

Se parli diversamente sei censurato e additato, guai a turbare il precario equilibrio degli ansiosi mascherinati.

Quale momento migliore dell’avvento della Pasqua, che la Chiesa accetta di buon grado “a porte chiuse”, per continuare ad ammannire ansia a piene mani e nascondere così l’incapacità sospetta di una politica soggiogata da forze sovrastanti?

Così non capiamo che il  “regime” del nostro Paese, particolarmente soggiogato alla teoscienza corporativa, avrebbe potuto avvisare in tempo gli anziani e tutti gli altri per spiegare comportamenti che in altri Paesi i governi chiedono con tranquillità ai loro popoli, per questo capaci di responsabilità autodeterminata.

Al governo paternalista della teoscienza italica non è mai passato per la testa di trattarci come esseri senzienti e responsabili, neanche fosse formato dagli stessi governanti tedeschi: sappiamo bene cosa pensano di noi, salvo poi temerci a livello industriale.

Il governo teoscientifico si guarda bene dal ricordarci che abbiamo alcuni gioielli nazionali non ancora in mano a banche e multinazionali: magari riesce a farci fare ancor più debito, mentre ci amministra il comando ipnotico dell’ormai perenne distanziamento sociale.

Ovviamente, il dubbio che il denaro non sia un bene naturale da non sprecare non deve sfiorare le menti dei “teo-tossicomani” televisivi mentre aspettano anelanti la dose-sacramento, la nuova “terra promessa” chiamata realtà aumentata: il nuovo eden che troveremo ad accoglierci “amorevolmente”, nei primi passi incerti della nuova “vita” in cui l’IOT nasconderà quanto idIOTi ci apprestiamo a diventare.

La “pandemia” può continuare.

 

https://www.massimofranceschiniblog.it/, 06 aprile 2020

 

P.s.: la teoscienza ha i suoi “tribunali”, dove una laurea può diventare “magicamente” carta straccia: https://disquisendo.wordpress.com/2017/12/18/vaccini-il-cnr-vieta-alla-dott-ssa-a-gatti-moglie-di-montanari-di-fare-ricerca-sui-vaccini/?fbclid=IwAR0LewfYqxjWTWm6nqPx5s4WyENVAs7GpdjYMouDgQJRBzGys8YB_x75fOA

Qui altri uomini di scienza che mettono in pericolo buon nome e libertà di espressione: https://comedonchisciotte.org/12-esperti-che-mettono-in-discussione-il-panico-da-coronavirus/

Qui una riflessione proprio sull’approccio tedesco alla pandemia: https://paolobecchi.wordpress.com/2020/04/06/meglio-il-modello-germania-meno-divieti-e-meno-malati/

Qui una grande dimostrazione di libertà intellettuale: https://librieparole.it/zibaldone/1569/francesco-benozzo-intervista-pandemia-covid-19/?fbclid=IwAR2FAHImdm_p5vIE1KffsBLLLOv6VM8__EkhemmRlcAjRciJcfUJHVy6mpk

Questo un articolo di uno dei tanti giornalisti non allineati, ma sconosciuti ai più, che rivela molti indizi della distopia promessa dalla teoscienza; cosa si cela dietro il coronavirus: https://comedonchisciotte.org/torre-di-controllo-a-planet-lockdown-questo-e-solo-un-test/?fbclid=IwAR0SZJ_yqw2HNITQKOekA0l1-GImWnG4KDMIGXtsAN__ELKMwpliAyb198Y

Il mio libro, un programma politico ispirato ai diritti umani

fonte immagine: Wikipedia

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