San Charbel salvi la Siria

di Giovanni Lazzaretti


San Charbel Makhluf, monaco e presbitero libanese


Prendo una notizia da Repubblica. Potrei riprenderla da qualunque giornale, tanto tutti gli articoli sono in fotocopia: dipendono da rilanci d’agenzie, mica hanno una squadra di giornalisti sul posto.

«Un nuovo attacco aereo a Douma con armi chimiche provoca almeno 100 morti e mille feriti. Continua una guerra diplomatica Usa-Russia, con Washington che chiede ai russi di abbandonare Assad e Trump denuncia “l’insensato attacco chimico” con un tweet in cui punta il dito contro il presidente Putin: “La Russia e l’Iran sono responsabili per il sostegno all’Animale Assad. Ci sarà un alto prezzo da pagare”. Una fonte dell’amministrazione fa sapere che la Casa Bianca non esclude la rappresaglia contro Assad: un raid missilistico contro obiettivi del regime siriano. “Non escluderei” alcuna opzione, ha affermato alla Abc Thomas Bossert, consigliere di Trump per la sicurezza nazionale e l’antiterrorismo, in contatto con Trump da sabato sera per valutare una risposta. “Quelle foto sono orribili – ha aggiunto -, in questo momento stiamo esaminando l’attacco”».

Che pena. Già il dire “quelle foto sono orribili” indicano che Bossert si fida delle foto. Di quelle foto, ovviamente, non sappiamo (1) quando sono state scattate (2) dove sono state scattate (3) da chi sono state scattate (4) perché sono state scattate.

Ad esempio, avete già visto la povera bimba che chiude gli occhi alla sua bambola per non vedere gli orrori della guerra? Ce l’hanno già propinata come bimba di Gaza anno 2014, bimba siriana anno 2016, bimba siriana anno 2018. Pare che sia semplicemente una bimba turca 2007 che sta giocando, ma anche questo non ha importanza. L’unica cosa certa è che una foto non è nulla e da una foto non si può dedurre nulla.

Per sapere (1) SE sono state usate armi chimiche (2) QUALI armi chimiche sono state usate (3) DA CHI sono state usate (4) PERCHE’ sono state usate, occorre ovviamente una lunga inchiesta indipendente e realizzata sul posto. Quanto può durare un’inchiesta simile? Diversi mesi, sicuramente. Se gli Stati Uniti partono in tromba per bombardare, significa solo che volevano bombardare, punto e basta; e le armi chimiche sono il solito pretesto.

Si accoda Macron, ovviamente: «Il presidente Macron ha detto che la Francia deciderà nei prossimi giorni con gli alleati Usa e Gb come rispondere al regime siriano sul presunto attacco con armi chimiche nella Ghouta. Eventuali raid degli aerei francesi avrebbero come obiettivo le “capacità chimiche” del regime siriano». Rispondere a un “presunto” attacco. Che pena.

Naturalmente si accodano anche i politici locali (Trump è brutto sporco cattivo; ma diventa un bravo ragazzo se si mette a bombardare Assad). Il neo-capogruppo PD al Senato Andrea Marcucci ha detto che «ciò che sta accadendo in Siria è inaccettabile. L’utilizzo delle armi chimiche va condannato, così come gli autori e mandanti di tale scellerati azioni. Nessuna attenuante per tale cieca violenza che ci ricorda le stragi nazifasciste della fine della seconda guerra mondiale». Anche Marcucci, ovviamente, per fare queste affermazioni perentorie, non sa niente di più di quello che sa Trump. Ossia nulla.

Vi ricordate la “madre di tutte le fake news” siriane? Si cominciò con il rapimento della bella Amina, la ragazza lesbica di Damasco che “combatteva” il regime di Assad. In realtà la bella Amina era Tom McMaster, un americano che scriveva da Edimburgo. Ma se andate a rivedervi l’articolo di Repubblica del 9 giugno 2011 troverete non solo la inesistente Amina «fermata da tre agenti in borghese armati e costretta a entrare nella loro auto nei pressi della piazza degli Abbasidi della capitale siriana», ma troverete addirittura «la sua partner Sandra Bagaria, intervistata in Canada dal New York Times».

E’ una noia, ormai. Mentre la verità è così semplice: l’occidente vuole distruggere la Siria dopo aver distrutto Afghanistan, Iraq e Libia. E prima di distruggere l’Iran.

Come è stato distrutto l’Afghanistan? Imputando ai Talebani la copertura di Osama Bin Laden, autore dell’attacco alle Torri Gemelli. I Talebani hanno sempre negato di c’entrare qualcosa con la vicenda dell’11 settembre. Ma i media li detengono gli USA, non i Talebani.

Come è stato distrutto l’Iraq? Imputando a Saddam le inesistenti “armi di distruzione di massa”.

Come è stato distrutta la Libia? Accusando Gheddafi di “bombardare il suo popolo”. Il suo popolo: il popolo più ricco dell’Africa, con il massimo livello ISU (Indice di Sviluppo Umano), senza debito, senza emigrazione, senza disoccupazione.

Come distruggono la Siria? Imputando ad Assad la “repressione di un movimento pacifico”, movimento che in realtà è stato da subito una guerra civile finanziata dall’esterno, dove più dell’80% dei “ribelli” sono miliziani non siriani.

La realtà della Siria era questa.

(1) Un paese senza debito. E si sa che “un paese senza debito fa rabbia agli usurai”. Assad aveva portato una grande prosperità in Siria; e paradossalmente le sanzioni avevano costretto la Siria a fare da sé i prodotti di consumo, finendo addirittura per esportarli.

(2) Un presidente amato. La gente ha la vaga idea che la Siria sia uno stato musulmano. In realtà è uno stato laico, dove tutte le religioni sono rispettate, compresa la minoranza cristiana. Era un paese “democratico”? Assad rispose una volta «Dipende con chi mi confrontate. La Francia è più democratica di noi. Ma noi siamo certamente più democratici dei vostri alleati della Penisola Arabica.» Assad è l’uomo giusto per imporre il pugno di ferro sull’islamismo radicale.

(3) Un paese dove tutti i “fondamentali” erano garantiti. Pace, benessere, convivenza tra le minoranze, possibilità di mangiare, curarsi, lavorare, studiare, viaggiare, pregare. Nessuna necessità di emigrare.

Ogni volta che i media iniziano a parlare di armi chimiche, significa una sola cosa: che l’esercito siriano ha appena ottenuto una vittoria importante. Assad vince a Ghouta, liberandola dai miliziani invasori (e Ghouta è la porta di Damasco) e prontamente gli USA e i loro media tirano fuori la notizia delle armi chimiche per aver la scusa di bombardare.

Scrivevo il 27 aprile 2017 un articolo sulla Siria intitolato “Gli sceneggiatori sono stanchi”. Oggi sono ancora più stanchi, perché la Hollywood della guerra ripropone sempre la solita solfa e la solita conclusione: Assad è cattivo e arrivano i missili USA a esportare democrazia. Trump in Siria come Obama in Libia. E io, con quest’articolo, vado a ripetere le stesse cose di un anno fa.

Ad rivum eundem lupus et agnus venerant, siti compulsi.

«Cur –  inquit – turbulentam fecisti mihi aquam bibenti?»

«Qui possum facere quod quereris, lupe? A te decurrit ad meos haustus liquor.»

«Ante hos sex menses male – ait  – dixisti mihi».

«Equidem natus non eram!»

«Pater, hercle, tuus male dixit mihi!»

Atque ita correptum lacerat iniusta nece.

Come dite? Che paragonare Assad a un agnello è eccessivo? Niente di eccessivo. Chi non ha accesso ai media è sempre e comunque l’agnello. Verrà divorato dal lupo nell’applauso generale: l’Aquila americana colpisce il dittatore! Ma non c’è dittatore peggiore di chi usa i media per i propri scopi. Chi ci ha mentito su Afghanistan, Iraq, Libia, potrà mai dirci la verità sulla Siria?

Di fronte a questa situazione c’è ormai una sola possibilità: invocare San Charbel Makhluf, santo libanese, santo del Medio Oriente, di fermare gli americani e di salvare Assad e la Siria. Se potete condire la preghiera con un po’ di digiuno, viene meglio.

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