Quando manca il terzo litigante: le adozioni, la famiglia ed il liberismo

di Giovanni Lazzaretti

Sabato 11 gennaio ho assistito a una discussione accesa. Discussione anomala, perché si è svolta in due fasi.

Prima parte.
Gianfranco Amato, invitato a San Martino in Rio dalla candidata alle elezioni regionali Maura Catellani, ha trattato da par suo la questione di Bibbiano. Quando dico “da par suo”, indico l’utilizzo di un metodo efficace col quale Amato gira da anni per l’Italia, parlando su diversi argomenti.

Primo: Amato sa parlare. Secondo: sa mettere la giusta enfasi nei punti giusti. Terzo: le diapositive che proietta non contengono cose sue, ma sempre brani scritti da altri, cosa che lo rende inattaccabile. Quarto: se proietta dei video, sono tratti da trasmissioni seguitissime, per cui nessuno può avere da obiettare se ai milioni di telespettatori che già hanno visto le immagini si aggiungono i 100 ascoltatori presenti in una sala.

Una narrazione efficace quella di Amato: gli ascoltatori hanno visto i metodi utilizzati nel sistema Bibbiano, e probabilmente hanno maturato la convinzione che sono metodi che vanno azzerati e ricostruiti dalle fondamenta.

Fermo restando che dal punto di vista giudiziario ogni singolo imputato può anche andare assolto: un sistema profondamente erroneo può essere costituito da singoli atti che, presi uno per uno, non arrivano ad avere rilevanza penale.

Nel post conferenza inizia la seconda parte della discussione.

Un signore con lunghi capelli e lunga barba si mette a muso duro di fronte ad Amato. Gli dice che lui pratica gli affidi da più di vent’anni, e questo genere di narrazione lo sta mettendo in croce.

Gli assistenti sociali bravi hanno paura. Camminano coi piedi di piombo e, anche nei casi più eclatanti di necessità di affido, devono muoversi con lentezza e cautela estrema, rallentando tutte le procedure. E, avendo oggi il vento in poppa, anche persone piuttosto “fatiscenti” con l’avvocato giusto riuscirebbero a farsi ridare i figli.

La narrazione su Bibbiano non ha stroncato Bibbiano: ha stroncato il sistema degli affidi, che conteneva Bibbiano e conteneva tante altre realtà, buone, limpide, efficaci.

***

Questi i due poli della discussione. Chi ha ragione? Il problema è che hanno ragione entrambi.

Un caso come quello di Bibbiano non può stare fuori dai riflettori: una discrepanza intensa tra il Tribunale dei Minori e i Tribunali ordinari non può passare inosservata. Il numero elevato di bambini tolti ingiustamente alle famiglie getta delle ombre così pesanti da invocare certamente una riforma del sistema. La presenza di persone favorevoli all’adozione da parte di conviventi gay crea ulteriori problemi.

Eppure, nell’ambito dei medesimi metodi e della medesima legislazione, esiste anche l’affido buono, testimoniato dal signore con lunga barba e lunghi capelli.

Ora, quando due hanno entrambi ragione, è evidente che manca un terzo antagonista, quello che ha torto.

Pensate alla classica disputa tra il poveraccio X che non arriva a fine mese e invoca aiuto dallo Stato e il cattedratico Y che spiega che il nostro debito è troppo alto e non si può pensare di alzarlo ancora. Hanno ragione entrambi. Ma dovete mettere in campo il sistema di emissione monetaria per capire che entrambi hanno ragione e che il nemico è il sistema di emissione: X e Y sono alleati, e litigano perché il nemico comune sta sottotraccia e non si fa vedere.

Quale è il terzo litigante tra Gianfranco Amato e il signore dalla lunga barba?

Sarebbe politicamente spiccio dire che il terzo litigante è il PD. Il problema è più vasto. In quella “cosa” che si continua a chiamare sinistra abbiamo il partito egemone che conserva l’etichetta “di sinistra”, ma è nei fatti liberale, liberista, libertario, libertino: limite dello Stato di fronte ai “diritti”, assoluta libertà economica, limitazione delle funzioni statali (scuola esclusa), totale deriva etica.

In questo il PD è partito radicale di massa, che si discosta dalla Bonino solo per le briciole. C’è anche una sinistra non liberista, ma se entra al governo se ne dimentica e mantiene solo l’impostazione libertina. A questo si aggiunge la presenza del modo gay: liberale, liberista, libertino (accantona il libertario, perché ci tiene a leggi statali su omofobia e omotransnegatività).

La loro impostazione sulla famiglia, non a livello di singoli, ma a livello di macro-idee, va dal derisorio all’ostile. Per Federica Anghinolfi «in questo Paese è ancora troppo forte l’idea della famiglia patriarcale padrona dei figli». Claudio Foti del Centro Hansel e Gretel scrive “Contro la cultura patriarcale e contro l’adultocentrismo che opprimono donne e bambini”.

Hanno perso il senso di una famiglia che, tra problemi screzi e liti, è una sana complicità tra maschio e femmina. Forse qualche libro di Costanza Miriano li aiuterebbe.

Perché non bisogna dimenticare che la legge sugli affidi comincia così:

  1. Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia.
  2. Le condizioni di indigenza dei genitori non possono essere di ostacolo all’esercizio del diritto del minore alla propria famiglia. A tal fine a favore della famiglia sono disposti interventi di sostegno e di aiuto.
  3. Lo Stato, le regioni e gli enti locali sostengono, con idonei interventi, nel rispetto della loro autonomia e nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, i nuclei familiari a rischio, al fine di prevenire l’abbandono e di consentire al minore di essere educato nell’ambito della propria famiglia.

Possono gestire una legge simile persone che non riconoscono più la famiglia secondo i dettami della Costituzione, ossia la “società naturale fondata sul matrimonio”?

Il signore dalla lunga barba gestisce bene gli affidi perché ha chiaro il concetto di famiglia. Gianfranco Amato infila il bisturi con sapienza su Bibbiano perché ha chiaro il concetto di famiglia. Il loro comune nemico è il mondo liberale, liberista, libertario, libertino che alla famiglia non crede più.

E che perciò sposta i figli come sposterebbe un operaio da un reparto all’altro della fabbrica.

 

Giovanni Lazzaretti

Lascia un commento