Perché partono dall’Africa? La Francia dietro le azioni terroristiche di Boko Haram in Nigeria

di Davide Gionco

Secondo i mass media il popolo italiano si divide fra quelli delle magliette rosse, che sostengono che tutti i migranti devono essere accolti senza limiti, ed i “barbari” che pensano che un’accoglienza senza limiti dei migranti non sia una soluzione.

Mentre si soffia su queste polemiche create ad arte per distrarre l’opinione pubblica, nessun mezzo di comunicazione pone all’attenzione di tutti gli italiani, che certamente si troverebbero d’accordo se gli africani volessero rimanere serenamente nei propri luoghi di origine, sulle reali cause che innescano questi fenomeni migratori.

Abbiamo già approfondito che fra le cause ci sono l’applicazione di politiche iper-liberiste da parte dei vari dittatori, i vessatori accordi post-coloniali imposti dalla Francia in 14 paesi, l’utilizzo della moneta coloniale Franco CFA, più altre cause legate all’aumento di popolazione ed altri fattori.

In questo articolo ci occuperemo della situazione in Nigeria, il paese più popolato dell’Africa, dal quale arrivano moltissimi migranti in Italia. Attualmente in Italia vivono circa 107’000 persone provenienti dalla Nigeria, numero raddoppiato negli ultimi 5 anni.

Come dicevano Falcone e Borsellino, per trovare i mandanti è necessario seguire i soldi.
Dopo anni di tentativi, non sempre andati a buon fine, di mettere le mani sul petrolio della Libia, finalmente nel 2011 riuscì il rovesciamento di Gheddafi sotto la guida del governo francese (insieme ad americani e britannici), finalizzato a mettere le mani sui giacimenti petroliferi della Libia.

In modo simile anche in Nigeria, dopo la scoperta di nuovi giacimenti petroliferi nel bacino del Lago Ciad nello stato nigeriano di Borno, regione di Bama, ai confini con Ciad e Camerun, succede che un piccolo gruppo di integralisti islamici, Boko Haram, a partire dal 2010, nel giro di poco tempo arrivi a disporre di molte armi, prendendo sostanzialmente il controllo della Nigeria Nord-Orientale, con puntate in Niger, Ciad e Camerun.

Lo schema operativo è molto simile a quello utilizzato dall’Isis, guardacaso un’altra forza rivoluzionaria islamica affermatasi nella zona petrolifera settentrionale dell’Irak grazie a dei finanziatori “interessati”.
Incursioni armate nei villaggi, stragi, terrore, instaurazione di un governo di fatto indipendente dal governo centrale nigeriano.

Secondo quanto scrive il giornalista Richard Murphy sul giornale online
https://www.dailytrust.com.ng/news/opinion/is-oil-the-true-ideology-of-boko-haram/209018.html
e da Onyedi Ojabor sul giornale online
http://thenationonlineng.net/french-interest-behind-boko-haram-crude-oil-lake-chad-basin-columnist/
dietro Boko Haram ci sarebbe, tanto per cambiare, il governo francese.
La Francia avrebbe da un lato fornito armi e supporto militare al gruppo terroristico, mentre dall’altro avrebbe offerto alla Nigeria un supporto militare contro i terroristi, in modo da potere dispiegare stabilmente delle truppe francesi sul suolo nigeriano, proprio sui territori interessanti dal punto di vista petrolifero, probabilmente per fare una specie di doppio gioco.

Le persone sfollate dalle zone occupate da Bokom Haram hanno raccontato in passato di aver assistito al lancio di rifornimenti ai terroristi attraverso i confini della Nigeria con i vicini francofoni – Camerun, Ciad e Niger.

Nel 2015, 8 cittadini francesi sono stati arrestati dalle forze camerunesi mentre combattevano al fianco di Boko Haram. Furono prontamente consegnati all’ex capo coloniale francese, una volta l’allora ministro degli esteri francese, Lauren Fabuci, che ordinò semplicemente il trasferimento degli indagati. Nulla è stato ascoltato in seguito a titolo di prova “, hanno dichiarato i giornalisti.

Boko Haram avrebbe facilmente superato il previsto stato teocratico, installato un governo per procura, stabilizzato la regione e poi consegnato i beni immobili ai loro coloniali maestro, la Francia, per l’esplorazione del petrolio greggio e dell’uranio per iniziare sul serio. I progressi nella tecnologia del fracking rendono praticabile lo sfruttamento del petrolio in questo settore una volta confermate le quantità commerciali.

La Nigeria continua a combattere come può i terroristi, ma ricevendo scarsa o nulla collaborazione dai paesi confinanti, nei quali la Francia dispone di ingenti forze milatari, sia in Niger che in Ciad.

Quando vediamo molti nigeriani arrivare sulle coste della Libia, per poi cercare fortuna in Italia, ricordiamoci che c’è qualcuno vicino a casa nostra

che potrebbe fare moltissimo per risolvere il problema.
O forse no. Non è lui che comanda, ma sono gli stessi che, prima di lui, hanno comandato i vari presidenti della Repubblica (sulla carta) Francese, continuando senza ritegno a depredare in lungo e in largo l’Africa Nord Occidentale.

Mentre noi in Italia continuiamo sterilmente a dividerci fra magliette rosse e “barbari di destra”, c’è chi continua tranquillamente a fare i propri affari in Africa, foraggiando terroristi, portando guerre e povertà e causando dei moti migratori, dei quali la maggior parte sono interni all’Africa e solo una piccola parte arriva in Europa.

Mentre succede tutto questo i nostri giornali continuano a tacere sui reali problemi, chissà perché.

Invitiamo il nostro Ministro degli Interni, che ama tanto parlare di migranti e di “Aiutiamoli a casa loro”, di raccontare agli Italiani quanto succede realmente in Africa ed a chiedere conto, nelle sedi opportune, ai governi “alleati” delle loro politiche nei confronti delle nazioni africane.

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