Per la serie: non aiutiamoli a casa loro, che da soli fanno MOLTO meglio. Come la Tanzania finanzia il proprio sviluppo economico.

di Davide Gionco

Tanzania, 30.11.2019
La banca di proprietà statale Tanzania Agricultural Development Bank (TADB) a confermato il proprio impegno ad aumentare i fondi per gli impianti di irrigazione, per l’emissione di prestiti per 11,48 miliardi di scellini tanzaniani [pari a 4,5 milioni di euro] per vari progetti in tutto il paese.

Le regioni che hanno beneficiato dagli impianti di irrigazione sono Iringa, Dodoma, Kagera, Njombe, Tanga e la Coast Region.

Secondo il direttore della TABD, sig. Japhet Justine, investire in irrigazione è un modo sicuro per spingere la crescita economica, che consentirà di aumentare le esportazioni agricole. Questo in quanto la raccolta dell’acqua piovana deve far fronte a molte difficoltà tecniche, dovute principalmente alle condizioni meteorologiche molto mutevoli.

Inoltre l’irrigazione consentirà di aumentare i raccolti delle aziende agricole, consentendo di fare due raccolti l’anno e di fare migliori raccolti, aiutando a combattere la povertà e migliorando la produttività delle piccole aziende agricole.

Japhet cita come esempio alcuni dei progetti di irrigazione agricola finanziati dalla TADB.
Uno è quello della Mongolo Agri Entreprise di Dodoma, che ha sperimentato un aumento della produzione di spezie e migliorato la redditività del processo produttivo.
Un altro progetto di successo finanziato dalla banca è quello degli coltivatori di avocado del villaggio di Mtiu, nel distretto di Ludewa, regione di Njombe, in cui il progetto sta dando ottimi risultati.

Da quando la banca supporta il progetto, la resa produttiva si è moltiplicata per 10, passando da 5 tonnellate l’anno di raccolto di 4 anni fa alle 50 tonnellate raccolte quest’anno.

Japhet spiega inoltre che il progetto ha aiutato a creare direttamente dei posti di lavoro per centinaia di abitanti dei villaggi ed isirato altri villaggi intorno al distretto di Ludewa a intraprendere la produzione di avocado.

Un altro progetto finanziato dalla banca comprende la Global Agency nella regione di Kagera.

“Facciamo anche prestiti per aiutare i piccoli proprietari terrieri ad essere più competitivi nella produzione e commercializzazione di alimenti di base, come riso e mais, per aumentare la produzione di prodotti ortofrutticoli nelle regioni di Iringa e della Coast Region”, racconta Japhet.

Il direttore della TADB precisa che la banca pubblica intende continuare a finanziare le infrastrutture che portano valore alle filiere di produzione agricola, come gli impianti di irrigazione ed i magazzini.

Tratto e tradotto da :
https://www.foodbusinessafrica.com/2019/11/30/tanzania-agricultural-development-bank-supports-agricultural-initiative-with-us4-9m-investment/

 

Ed ora ritorniamo in Italia.
Qualcuno si ricorda di quando in Italia le banche erano pubbliche e finanziavano lo sviluppo economico del paese?
Qualcuno si ricorda di quando in soli 8 anni (1956-1964), senza le tecnologie di oggi, siamo riusciti a completare i 760 km dell’Autostrada del Sole?
Mentre oggi, dopo 14 anni, non sono ancora finiti i lavori della Asti-Cuneo.

Come facevamo nel 1956? Esattamente come la Tanzania.
Loro prestano scellini tanzaniani, noi prestavamo lire italiane.
Il denaro era collegato all’economia reale, che cresceva, creando opportunità migliori per tutti.
Oggi, invece, siamo ingabbiati nel folle sistema di regole iper-liberiste dell’Unione Europea, dell’euro, della BCE, della finanza speculativa internazionale.
Come ne possiamo uscire?
Semplice: imparando dalla Tanzania.
Una o più BANCHE PUBBLICHE PER GLI INVESTIMENTI.
Il confronto fra la crescita economica (PIL) dei 2 paesi è impietoso verso l’Italia. Loro con una media del 6% annuo di crescita, noi con una media del MENO 0,25%.

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