NON STRUMENTALIZZATE LO SPREAD!

Ieri sera mi ribolliva il sangue, davanti alla TV, ascoltando (da Floris) giornalisti come Giannini e politici come Bersani (quello che ha firmato tutte le riforme strutturali di Monti, se non sbaglio) venirci a dire che dobbiamo rassegnarci a non poter fare quello che vorremmo fare, perché siamo (TROPPO) indebitati: LO SPREAD CE LO VIETA.

Però il dolore ha un pregio: porta l’attenzione sui problemi IRRISOLTI.

E noi italiani, dobbiamo ammetterlo, sulla questione del debito pubblico abbiamo le idee confuse. Ne abbiamo paura, capiamo che ci fa male, non sappiamo come uscirne.

Nessuno degli schieramenti politici indica una strada chiara e convincente, sulla questione debito e spread. Le soluzioni proposte da alcuni sembrano ingiuste e allo stesso tempo inutili; quelle degli altri ci appaiono impraticabili, comunque parziali.

Su tutto, la Paura, la Rabbia, l’Ignoranza. Domande senza risposte.

DEBITO E SPREAD CI HANNO TOLTO LA LIBERTÀ DI SCELTA?

Come riesce lo Spread ad impedirci di agire liberamente? Da cosa dipende il debito? Come è nato?

Se avessimo informazioni elementari su tutti i principali campi del sapere (economia e finanza, psicologia e sociologia, diritto e politica), certe falsità ci salterebbero agli occhi. Ma non ce le insegnano a scuola, mentre giornali e TV ci confondono.

Proviamo a fare un minimo di chiarezza.

Una affermazione frequente, che genera grande confusione: il debito pubblico italiano è TROPPO grande.

Qui potremmo raccontare la storia di come siano nati, con il Trattato di Maastricht, i magici numeri del 3% di deficit annuo e del 60% di rapporto fra debito e PIL, da non superare per non avere un debito TROPPO grande. Potremmo ricordare che Gli Usa hanno il debito più grande al mondo, ma non se la passano così male. O che il Giappone, ha un debito/Pil al 250% quattro volte il limite insuperabile, e nessuno gli rompe le scatoline.

Potremmo parlare degli enormi debiti privati nel mondo, un po’ ingigantiti, un po’ sottratti alla visione, nascosti come sono dentro i derivati!

Poi si potrebbe dire anche questo: nell’estate del 2011 lo spread è impazzito perché Deutsche Bank (la grandissima banca tedesca che oggi rischia di fallire) ha venduto in pochissimo tempo 7 miliardi di euro di titoli italiani (BTP), facendone crollare il prezzo. Pochi mesi dopo è arrivato “il salvatore” Monti con la sua cura da cavallo (che, come nei classici, ci ha fatto stramazzare).

Ricordiamo che è dovere istituzionale della BCE quello di garantire la stabilità dei prezzi. E non c’è mica scritto nei trattati che per “stabilità dei prezzi” si debba intendere solo “l’inflazione al consumo”. Tutto è interconnesso, sui mercati. In questo periodo di incertezza politica, e di turbolenza sui mercati, non aiuta di certo il piano generale della BCE di riduzione graduale degli acquisti di titoli di stato. E la BCE sa perfettamente che sui mercati finanziari, globali e interconnessi, quando un prezzo inizia a muoversi in una direzione, è quasi meccanico che altri operatori si debbano accodare, amplificandone i movimenti, Sono infatti costretti da rigide regole di gestione del rischio. Le turbolenze, inoltre, riguardano necessariamente tutti i mercati correlati: lo spread, in questi giorni, si è allargato infatti per tutti i paesi dell’area euro!

Cose tecniche, complicate.

INVECE VOGLIO PARLRE CON UN LINGUAGGIO TERRA TERRA, e con un esempio pratico, confrontando i numeri della finanza pubblica con quelli della situazione finanziaria della famiglia media italiana. Così parliamo di dimensioni che ci risultano “familiari”.

L’Italia ha un debito di 2300 mld di euro (con una vita media di 7 anni). Immagina, tu padre di famiglia, di avere un mutuo da pagare di (soli) 23 mila euro. 

L’Italia ha un PIL di 1700 mld di euro all’anno  (che in sette anni sono 11.900 mld!). Immagina, tu padre di famiglia, che a fronte di quel mutuo hai un reddito netto di 17 mila euro all’anno.

Gli italiani hanno una ricchezza finanziaria complessiva di oltre 3500 mld di Euro. E’ come se tu, padre di famiglia, avessi, fra conto corrente, titoli e fondi, una disponibilità finanziaria di 35 mila euro.

Gli Italiani hanno immobili di proprietà che valgono intorno ai 5000 mld di euro. Ed anche lo Stato italiano ed i suoi enti hanno un patrimonio immobiliare, anche se difficile da stimare, facciamo 1000 mld? Immagina, tu, padre di famiglia, che a fronte del mutuo hai anche una casa che vale 50-60 mila euro.

Ora, immagina questa situazione. Hai deciso di aprire una azienda per tuo figlio che non ha lavoro, e vai a prelevare i tuoi soldi in banca. Ti chiama il direttore e ti dice: “mi sembra una decisione azzardata! Mi vedo costretto ad aumentare lo Spread sul mutuo e ad alzare il tasso d’interesse.”

Tu lo guardi incredulo. E fai due conti, dentro di te, rapidi, rapidi: “devo pagare 23 mila euro a sto rompiballe, ho 35 mila euro sui conti (che oltretutto mi ci prende su le commissioni), guadagno 17 mila euro all’anno, ho una casa che vale 50-60 mila euro… e questo pezzente si permette di insultarmi con questa oltraggiosa richiesta?”

… la reazione, immaginatela voi

TORNIAMO AI CONTI DELLO STATO, ma con le idee sugli ordini di grandezza un po’ più chiare : abbiamo 2300 mld di debito pubblico a fronte dei quali abbiamo una ricchezza finanziaria di 3500 mld, un reddito annuo di 1700 mld, una ricchezza immobiliare di 5-6000 mld… e ‘sti pezzenti ci vorrebbero far credere che non possiamo aprire un’azienda per i nostri figli che sono senza lavoro, se no ci alzano i tassi d’interesse?

Quello che direste ai signori investitori internazionali, immaginatelo voi.

Possiamo vedere la cosa anche graficamente, per farcene un’idea più immediata. Qui c’è un grafico che rende l’idea del confronto.


A sinistra, in azzurro, la dimensione del debito pubblico italiano confrontata con le altre grandezze finanziarie (reddito annuo, disponibilità finanziarie, patrimonio immobiliare).

A destra, di molto più alta e “pesante”, la colonna azzurra di un normale mutuo di una normale famiglia italiana, il cui ammontare è normalmente molto più alto del reddito annuo e della disponibilità finanziaria. Valori complessivi che abbiamo appena capito: sono sostenibilissimi!

Il succo è questo: abbiamo in realtà un debito MOLTO PICCOLO! Forse, TROPPO PICCOLO, rispetto alle cose che dobbiamo fare, e non stiamo facendo solo per paura di avere un debito troppo grande!

Anche perché non ci raccontano a sufficienza che gli altri paesi, che si permettono di farci la lezione, fra cui Germania, Francia, GB ed Usa, hanno un indebitamento privato enorme, che noi non abbiamo, e che alcuni pensano possa minare alla radice la loro sostenibilità finanziaria! Intanto, permette loro di crescere.

Ma pensiamo a noi.

Ora siamo in grado di giudicare, dall’alto di una maggiore consapevolezza sulla dimensione del fenomeno, le proposte e le argomentazioni avanzate dai vari Giannini, i Bersani e quanti altri ci suggeriscono di RINUNCIARE AD APRIRE UN’AZIENDA PER I NOSTRI FIGLI, perché dobbiamo piegarci, per senso di responsabilità, ai diktat dello SPREAD!

Pensiero finale

Mi piace pensare che Mattarella, in fin dei Conti (toh! le coincidenze), ha fatto quello che ha fatto per sollecitare gli italiani a conoscere un po’ più accuratamente i Conti pubblici. Un invito a ragionarci su con cognizione di causa. Per capire, magari, che il potere di ricatto non sta tanto nello Spread e nella dimensione del debito pubblico che, a guardar bene, è poca cosa, quanto nella nostra ignoranza, nelle nostre paure, e nella pochezza dei personaggi politici che certe verità non ce la fanno capire.

Prendiamolo come un invito a scegliere bene chi ci rappresenta: se ci racconta la verità, o se prova ad impaurirci con delle menzogne!

Guido Grossi
Presidente Confederazione Sovranità Popolare

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