Lo psicoreato di Orwell sta diventando realtà

di Joshua Philip –Giornalista investigativo
19.05.2019

 

In diversi paesi occidentali, la polizia sta facendo visita alle persone per interrogarle sulle loro opinioni politiche e alcune di esse sono state arrestate.

Alcuni casi nel Regno Unito e in Nuova Zelanda hanno coinvolto persone che hanno fatto osservazioni contro la migrazione di massa e l’Islamismo. In un video virale del 4 maggio pubblicato su Facebook [oggi non più disponibile], un uomo neozelandese viene interrogato per i suoi presunti post sulla sparatoria avvenuta nella moschea di Christchurch.

Naturalmente, il vero problema non riguarda “l’intolleranza religiosa”. E’ pubblicamente accettato che le persone, compresi i leader pubblici, condannino apertamente religioni come il Cristianesimo. Si tratta più in particolare di una ragione politica, legata alla politica statale sulla migrazione di massa, che spesso proviene pesantemente da paesi musulmani.

Condannare le politiche statali è diventato un sinonimo di due pesi e due misure di “intolleranza”, che è punibile dallo stato. E agganciando le loro politiche alle questioni sociali, i partiti politici hanno trovato il modo di mettere a tacere i loro detrattori, utilizzando i poteri dello stato per mettere in atto vessazioni e intimidazioni.

Perfino negli Stati Uniti pratiche simili sono ancora in atto, solo che vengono applicate da grandi società. Chase Bank è accusata di aver cancellato i conti di alcuni clienti che hanno visione politica “di destra”; Twitter e Facebook sono accusati di censura dei conservatori e Google è accusata di licenziare dipendenti per aver messo in dubbio la cultura aziendale della “politicamente corretto”.

Lo scrittore britannico George Orwell ci mise in guardia su tali sistemi con la rappresentazione romanzata di una “polizia del pensiero” nel suo libo 1984. Immaginava che questa forza di polizia segreta avesse il compito di trovare “psico-criminali” e punirli per avere commesso uno “psicoreato”.

Questi “psicoreati”, per come li immaginava Orwell, si riferivano a pensieri illegali, comprese tacite credenze o opinioni negative nei confronti del fittizio partito al potere sotto il Socialismo Inglese (IngSoc).

Il buon cittadino ideale di questo sistema, diceva Orwell, “non dovrebbe avere né emozioni private né tantomeno concedersi una tregua dall’entusiasmo. Dovrebbe vivere in una continua frenesia d’odio nei confronti dei nemici stranieri e dei traditori interni, di trionfo per le vittorie e di auto-umiliazione di fronte al potere ed alla saggezza del Partito”.

 

Il “doppio pensiero”

Naturalmente anche al tempo in cui Orwell pubblicò il libro, nel 1949, si erano visti esempi di regimi come questo sotto il Partito Nazionalsocialista tedesco dei lavoratori di Hitler, sotto il Partito Comunista nell’Unione Sovietica di Stalin e sotto il Partito Comunista di Mao. Tutti e tre i regimi ebbero le loro forme di ‘psicoreati’ e le persone rischiarono la prigione o la morte per esservisi opposte.

La natura più profonda dell’idea socialista risiede nella lotta e proprio come la rappresentazione di Orwell di una popolazione che vive sotto il suo regime immaginario IngSoc, ci si aspetta che gli individui abbiano una continua “frenesia di odio”. I sistemi si fondano sullo stato che identifica un gruppo “privilegiato”, il quale viene definito come “oppressore” e chiunque affermi il contrario è ritenuto colpevole di tradimento ideologico, per essersi allineato con i ‘privilegiati’.

Come immaginava Orwell, le persone dovevano passare attraverso una serie di esercizi mentali per evitare di commettere gli psicoreati. Questo includeva atti come il “doppio pensiero”, in cui i membri del partito sostenevano simultaneamente due punti di vista contradditori. Nel mondo moderno lo abbiamo visto in molti casi; la politica di sinistra secondo cui qualsiasi critica all’islamismo sia “intolleranza religiosa”, mentre quella al Cristianesimo venga in qualche modo accettata, è uno dei molti esempi.

 

La “tolleranza repressiva”

Tuttavia per comprendere la logica più profonda alla base di questo “doppio pensiero”, dobbiamo comprendere la causa principale di queste concezioni selvagge. I socialisti sostengono che le loro idee sono utopiche, l’obiettivo ultimo del “progresso” verso lo stato che loro immaginano, e tutto ciò che si oppone a quel “progresso” è colpevole di tutte le cose che cercano di distruggere.

Sotto il regime di Mao Tse-Tung, ad esempio, le persone che si opponevano alla sua teoria della “correttezza politica” del 1967, che fu usata a guardia della distruzione della cultura cinese durante la Rivoluzione Culturale, potevano essere etichettate come “controrivoluzionarie” e uccise dal regime.

Negli Stati Uniti, l’idea che chiunque si opponesse agli obiettivi socialisti andasse attaccato con qualsiasi mezzo, derivava dalla teoria della “tolleranza repressiva” della scuola marxista di Francoforte. L’idea, tratta da “Critica alla Pura Tolleranza” di Herbert Marcuse del 1965, sosteneva che solo le cose che supportano la causa socialista dovevano essere tollerate e che chiunque si opponesse doveva essere trattato con intolleranza.

Introdusse un concetto deformato di “tolleranza” che tollera solo il proprio punto di vista.

 

L’ “autocensura”

Il risultato di queste politiche, come immaginava Orwell, era uno stato in cui le persone si censurano da sole, non solo nei discorsi pubblici, ma anche nelle loro stesse menti. Lo chiamava “crimestop” (stop al crimine), che descriveva come la “facoltà di fermarsi, come per istinto, sulla soglia di qualsiasi pensiero pericoloso”.

Descriveva questa autocensura come una forma di “stupidità protettiva” che sostiene il regime totalitario, anche a dispetto della logica. Orwell chiamava questo concetto “bianconero”, che assumeva due significati: “Applicato a un avversario, significa l’abitudine di affermare impudentemente che il nero è bianco, in contraddizione con i fatti. Applicato a un membro del Partito, significa una leale volontà di dire che il nero è bianco quando la disciplina del partito lo richiede”.

Oggi accade la stessa cosa, l’intolleranza è cattiva, a meno che non sia l’intolleranza per coloro che si oppongono alle politiche socialiste: in tal caso viene incoraggiata. Gli attacchi alla religione sono un male, a meno che non siano attacchi alle religioni a cui il regime si oppone. Il razzismo è un male, a meno che non sia un attacco alle “razze oppressive”.

Ciò a cui stiamo assistendo è la stessa teoria dello psicoreato immaginata da Orwell, con un braccio esecutivo simile alla psicopolizia e gli stessi strumenti di “doppio pensiero”, di “crimestop” e “bianconero” atti a giustificarla.

 

Tratto da:
https://www.theepochtimes.com/thoughtcrime-is-becoming-a-reality_2928582.html
Traduzione a cura di Renato Nettuno

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