L’Italia è un paese TROPPO governabile

di Davide Gionco

 

Nella sessione della Camera dei Deputati del 4 febbraio 1901 pare che Giovanni Giolitti abbia pronunciato la famosa frase “Governare l’Italia non è difficile, è inutile!”.

Nel 1932 il giornalista tedesco Emil Ludwig intervistò Benito Mussolini, il quale chiese “Ma deve essere ben difficile governare gente così individualista ed anarchica come gli italiani!”. E Mussolini rispose: “Difficile?” Ma per nulla. È semplicemente inutile!”

La sensazione di molti italiani è che l’Italia non sia governata: quando prendiamo un treno o un aereo, quando usciamo sconsolati da un ufficio pubblico, quando abbiamo a che fare con la giustizia, quando la disoccupazione e la povertà aumentano, nonostante le eclatanti (e vane) promesse dell’ennesimo governo, dell’ennesimo colore.

Ma se guardiamo alla storia d’Italia, quantomeno ai fatti noti ed appurati, possiamo renderci conto che la verità è un’altra.
Gli italiani dei primi anni del ‘900 facevano la fame, emigravano a decine di migliaia l’anno in America a cercare fortuna. L’ultima cosa che gli italiani certamente non volevano, e che il governo non avrebbe dovuto fare, era prendere parte ad una guerra.
Ed ecco: l’Italia fece la guerra in Libia nel 1912 e poi entrò nella Prima Guerra Mondiale nel 1915, conclusasi nel 1918 con un computo di oltre un 1’600’000 morti, fra caduti militari e civili morti per denutrizione o per l’influenza spagnola, che fece stage in una popolazione ridotta alla fame e senza mezzi per curarsi.

Dopo di che nel 1922 sale al potere Benito Mussolini, il quale esautora il Parlamento “per poter governare”, dichiara guerra all’Etiopia nel 1935, impone le leggi razziali nel 1938 (di cui nessuno, a parte il camerata Hitler sentiva il bisogno) e porta l’Italia nella Seconda Guerra Mondiale nel 1945, con un computo di oltre 470’000 morti, oltre ad avere consegnato il paese nelle mani degli USA, condizione senza alternative durante i trattati di pace a Parigi nel 1947: da allora siamo, con ogni evidenza, una loro colonia.
Certo Mussolini fece anche le bonifiche e le prime autostrade. E fece anche nel 1936 una buona legge di riforma del sistema bancario. Ma questo non cambia la logica del discorso.
E’ vero o non è vero che l’Italia non è governabile?

Negli anni ’50, ’60 e ‘70 i vari governi democristiani riuscirono obiettivamente a risollevare l’economia del paese, aumentando l’occupazione, migliorando il tenore di vita degli italiani, fino a portare l’Italia ad essere fra i primi paesi del mondo a livello di benessere.
Certo: non mancava la corruzione, c’erano le Brigate Rosse, la mafia faceva i suoi affari con la benedizione di Andreotti, c’erano i soliti mille problemi irrisolti, ma è innegabile che alcuni buoni risultati economici e di benessere furono raggiunti a beneficio di tutti gli italiani.

Dopo l’assassinio di Aldo Moro, a partire dal 1979 e con l’avvento del Pentapartito, è iniziato il declino economico dell’Italia, prima con l’esplosione del debito pubblico negli anni ’80, quindi, a seguito dei vincoli derivanti dal Trattato di Maastricht, con l’avvento delle politiche di austerità, con relativi tagli ai servizi pubblici, allo stato sociale e con conseguente crollo economico del paese.
Anche negli ultimi 40 anni non sono mancate le decisioni governative “importanti”: 1979 adesione allo SME (Sistema Monetario Europeo, antenato dell’euro); 1981 privatizzazione della Banca d’Italia (con il famoso “divorzio” di Ciampi ed Andreatta), 1984 abolizione della scala mobile, 1986 Atto unico europeo, 1992 adesione al Trattato di Maastricht, 1992 riforma Amato delle pensioni, 1993 modifica del Testo Unico Bancario, 1994 riforma Dini delle pensioni, 1997 Trattato di Amsterdam, 1998-1999 piano straordinario di privatizzazioni del patrimonio pubblico (Prodi, D’Alema), 2001 Trattato di Nizza, 2004 riforma Maroni delle pensioni, 2007 riforma Prodi delle pensioni, 2009 Trattato di Lisbona (con la cessione di molti poteri prima governativi alla Commissione Europea), 2011 riforma Fornero delle pensioni, 2012 adesione al Meccanismo Europeo di stabilità (MES), 2012 politiche lacrime e sangue di Mario Monti (esodati, creazione di 2 milioni in più di poveri, ecc.), 2014-2015 il jobs act di Renzi ed ora, nel 2020, il governo Conte sta trascinando l’Italia in una ulteriore voragine di debiti verso gli squali della finanza internazionale (leggasi MES, conornabond, eurobond, Recovery Fund, ecc., tutti nomi esotici per non fare capire agli italiani che stiamo prendendo soldi a strozzo).

Tutto si può dire dei governi italiani e del Parlamento, tranne che non siano in grado di decidere di fare ciò che effettivamente intendevano fare.
Da decenni c’è una sorta di “filo invisibile” che riesce ad imporre le proprie “riforme” e a governare il paese portandolo in una certa direzione, quella che favorisce l’arricchimento di ristretti gruppi di potere ai danni della popolazione. Così come accadeva ai tempi della prima guerra mondiale e del fascismo.
L’Italia, quindi, risulta fin troppo governabile da parte dei poteri forti per la tutela dei loro interessi. Mentre risulta molto poco governata per la tutela degli interessi della popolazione.

Lo slogan che “non si riesce a governare l’Italia” è stato utilizzato e viene utilizzato per ridurre il potere di controllo del Parlamento sul governo, facendo supporre che il Parlamento sia l’ostacolo, mentre il Governo è l’organismo che sa decidere per “governare” il paese.
Con la stessa logica si invocano “pieni poteri” (vedi Salvini) o l’avvento del presidenzialismo (vedi Berlusconi), facendo supporre che la concentrazione di maggior potere politico nelle mani di una sola persona sia il modo migliore per “governare” il paese, senza l’ostacolo dei partiti politici che compongono la maggioranza o senza l’ostacolo del Parlamento.
E mai nessuno che si ricordi che il ruolo del Parlamento è proprio quello di rappresentare gli interessi del popolo, che a volte sono contrari agli interessi dei poteri forti, che possono con maggiore facilità influenzare le decisioni di un governo o di un uomo solo al comando, come avvenne per l’ingresso nella prima guerra mondiale, come avvenne ai tempi del fascismo e come avviene negli 30 anni in modo sempre più pervadente a causa dell’adesione ai vari trattati europei, tramite i quali abbiamo ridotto il potere decisionale del parlamento nazionale, cedendolo alla Commissione Europea o all’Eurogruppo, i quali hanno il potere di imporre il loro volere sull’Italia, anche se il popolo non è favorevole e anche se il Parlamento, che dovrebbe rappresentare il popolo, non è favorevole.

Governare l’Italia non è inutile, ma è qualcosa che può essere molto utile e vantaggioso per gli italiani, a patto che la sovranità popolare, come ci ricorda l’art.1 della Costituzione, sia messa al primo posto.

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