L’immigrazione, vista da destra e da sinistra: gli italiani sono diventati un popolo barbaro?

di Davide Gionco

Il problema delle migrazioni dall’Africa è oggi al centro del dibattito politico italiano, probabilmente più a motivo delle esigenze di propaganda di Matteo Salvini che a motivo della sua importanza per gli italiani.

Se in Italia avessimo um tasso di disoccupazione al 2% ed un benessere diffuso, il governo potrebbe non preoccuparsi troppo della questione lavoro e dedicarsi ad altri problemi, come quello dell’immigrazione.
La situazione dell’Italia, come noto, è di una profonda crisi economica, con 7 milioni di disoccupati ufficiali, 5 milioni di poveri, 9 milioni di persone a rischio povertà. Davvero vorremmo che il governo si dedicasse prioritariamente a risolvere i problemi di questi italiani che soffrono, essendo noto che la crisi economica non è principalmente causata dall’arrivo ei migranti. Non vorremmo che le continue grida sul tema dell’emigrazione nascondessero l’incapacità politica di occuparsi del problema numero uno degli italiani: il lavoro.

Detto questo, vorremmo portare il nostro apporto al dibattito sul problema delle migrazioni, che con ogni evidenza sta spaccando il paese.

La narrativa “di destra” sul problema racconta di flussi migratori incontrollati, aventi origine principalmente dall’Africa, di persone che vengono a cercare lavoro in Italia. In Italia, però, di lavoro non ne abbiamo neanche per noi italiani. E, infatti questi immigrati, una volta entrati in Italia, bighellonano presso le stazioni ferroviarie del paese, vivendo di espedienti, con alto rischio di cadere nella criminalità.
La soluzione “di destra” che si propone è di impedire a queste persone di entrare, per evitare di rendere la situazione anora più insostenibile in Italia.

La narrativa “di sinistra” sul problema racconta di persone povere, che spesso fuggono dalla guerra, le quali, nella loro disperazione, attraversano il deserto e poi il Mar Mediterraneo, presentandosi nel nostro paese “ricco”. Non possiamo lasciarli morire nel deserto o in mare: siamo esseri umani e dobbiamo acoglierli tutti, per solidarietà.
La soluzione proposta è di integrarli tutti nella nostra società europea, in quanto abbiamo bisogno di giovani immigrati per fare fronte all’invecchiamento della nostra popolazione e in quanto viviamo in una società aperta e multiculturale.
Chi è “di sinistra” guarda con orrore alla decisione di bloccare gli sbarchi dei migranti in Italia, in quanto non possiamo permettere che muoiano tutti in mare, e ritiene che sia da barbari anteporre delle questioni politiche all’esigenza umanitaria di soccorrerre chi ha bisogno.

Le posizione sono evidentemente inconciliabili fra loro.
Ma soprattutto nessuno dei due approcci prende in considerazione la complessità del problema, che mai ci viene presentato nella sua interezza sui mass media.
Da parte nostra ci siamo occupati in varie occasioni del problema.

1) Perché partono?
La situazione economica dell’Africa è di permanente sottosviluppo economico, a causa delle politiche coloniali ancora oggi messe in atto dai paesi occidentali, in particolare da Francia, Regno Unito e USA.
Queste politiche comportano il sottopagamento di materie prime, l’imposizione di esportazioni a caro prezzo provenienti dai suddetti paesi, comportano guerre per imporre dei cambiamenti di regime, comportano vantaggi finanziari per le banche occidentali. Il franco CFA è una moneta attraverso la quale la Francia sfrutta a fondo ben 14 paesi africani.
I danni all’economia della sola Africa Nord-Occidentale possono essere stimati nell’ordine di CENTINAIA di miliardi di dollari ogni anno.
Vi è quindi una permanente depressione economica strutturale che non può essere risolta dai paesi africani, ma che solo i paesi occidentali coinvolti potrebbero risolvere, rinunciando ai loro enormi profitti in Africa.

2) Chi sono quelli che partono e chi li finanzia.
Non sono i più poveri a partire, ma sono coloro in grado di ottenere i micro-crediti concessi dalle banche locali per finanziare la migrazione. In Africa c’è il business del microcredito, che fa propaganda in favore della migrazione in Europa e che mette nelle mani dei migranti il denaro necessario a pagare i trafficanti e la prima permanenza in Europa.
Queste banche locali, naturalmente, sono legate alle banche occidentali, le stesse che lucrano sul business dello sfruttamento dell’Africa.
Questo significa che difficilmente i flussi migratori si fermeranno, se non vengono rimosse le cause scatenanti. A limite cambieranno percorso per fare lo stesso viaggio.

3) Un po’ di numeri.
Attualmente gli “aiuti” europei all’Africa sono dell’ordine di 600 milioni di euro.
Le rimesse verso l’Africa da parte dei migranti in Europa sono dell’ordine di 30 miliardi di euro l’anno.
Il flusso di ricchezza dall’Africa ai paesi occidentali è dell’ordine delle CENTINAIA di migliaia di euro l’anno.
Difficile che il fenomeno migratorio si arresti, se anche moltiplicassimo per 10 gli attuali “aiuti a casa loro”

4) Profughi e migranti economici
Sui mass media, così come fra i politici, si confondono ad arte i profughi, che secondo le convenzioni internazionali abbiamo il dovere di accogliere, ed i migranti economici.
Fra i migranti che arrivano in Italia solo il 7% sono profughi.
Gli altri sono persone che, non avendo la possibilità di ottenere un visto di ingresso regolare per un paese europeo, hanno deciso di entrare cladestinamente, pensando poi di sistemarsi in qualche modo da qualche parte.

Grande è l’ipocrisia dei paesi europei: se ci sono dei profughi che fuggono da situazioni di guerra, perché dobbiamo obbligarli a pagare migliaia di euro per attraversare il deserto ed il Mediterraneo, rischiando la vita, per poi presentare sul suolo europeo la domanda di asilo?
Se davvero ne hanno diritto, sarebbe molto più logico che potesseo presentare la domanda in un qualsiasi consolato di un paese europeo in Africa, ottenendo poi un regolare visto di ingresso per entrare comodamente in Europa con un volo aereo.

Se così stanno le cose, è evidente che né l’approccio “di destra”, né l’approccio “di sinistra” possono costituire una soluzione.
L’approccio “di destra” sposterà solo i flussi migratori verso altri paesi, li renderà più costosi e comunque non farà nulla per rimuovere le cause per cui i migranti partono dall’Africa. I flussi migratori potranno forse ridursi, ma non si arresteranno. Le maggiori difficoltà poste ai viaggi potrebbero aumentare i rischi, anche di decesso, a carico dei migranti.
L’approccio “di sinistra”, se fosse coerente non dovrebbe porre ostacoli alle migrazioni: se si pensa che la soluzione sia “accogliere tutti”, allora che lo si faccia, concedendo visti a chi intende migrare in Italia, senza limiti.
Ma si constati anche con evidenza che l’integrazione, prima di tutto culturale, di queste persone nel nostro paese, non è per nulla un fatto scontato, come dimostra l’esperienza della Svezia, che negli ultimi decenni si aperta più di ogni altro paese all’arrivo di migranti.
Non è questione di essere razzisti, ma è questione di riconoscere l’oggettiva difficoltà di far vivere insieme persone con una visione molto diversa della nostra sui rapporti sociali, sul lavoro, sul rispetto delle leggi, ecc.
Il contesto culturale per un africano è fra la sua gente, in Africa.
Il vero diritto degli africani dovrebbe essere quello di non dover partire, non quello di integrarsi con difficoltà, per loro e per chi li accoglie, in una cultura che non è la loro.

L’approccio attuale “di sinistra”, un po’ ipocrita, è di porre “meno  ostacoli”, concedendo poi l’ingresso a coloro che, superandoli, sono riusciti a raggiungere le navi delle ONG a largo delle coste libiche.
Certamente non è umanamente accettabile lasciare che delle persone rischino di morire in mare, ma è pur vero che quelle persone sanno di andare incontro a quel rischio e sanno di doverlo correre per poter entrare in Europa, in quanto questo è l’unico “iter” concesso dai governi europei, sia di destra che di sinistra. Peraltro questo approccio non prevede nulla per evitare i rischi legati all’attraversata del deserto ed alle violenze dei trafficanti.

Se l’Italia non trova il coraggio di porre chiaramente, in sede internazionale e verso i mass media, la questione delle cause che originano il fenomeno migratori, che sono il comportamento scandaloso di alcune nazioni occidentali, nostre alleate, continueremo ancora per decenni a trovarci di fronte al dramma uman o di dover salvare vite di persone in mare o l’insostenibilità di un’accoglienza senza limite di persone sradicate dalle loro cultura.

Per questo mentre si continuerà, inevitabilmente, a discutere se affrontare l’attuale situazione di emergenza secondo l’approccio “di destra” o “di sinistra”, invitiamo tutti i partiti in Parlamento ed il governo di fare tutto il possibile per eliminare le cause prime di questo fenomeno ovvero inchiodando paesi come Francia, Regno Unito e USA (o, meglio, le multinazionali che operano in simbiosi con lo ” stato profondo” di queste nazioni), chiedendo loro che instaurino delle diverse politiche economiche nei confronti dell’Africa, ponendo fine alle politiche di sfruttamento e del microcredito bancario.

Ogni altro approccio risulterà inevitabilmente, ed inutilmente, sterile per la soluzione del problema.

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