Le idee da bimbo di Macron

di Giovanni Lazzaretti

 

Da bimbo ero convinto che, essendo la lancetta del tachimetro in qualche modo connessa alle ruote dell’auto, bloccando la lancetta si sarebbero fermate anche le ruote.

Che Macron sia un bimbo non cresciuto? (Non diverso del resto dal suo predecessore Hollande). Perché il pensare di fare una “transizione ecologica” partendo da una tassazione sui carburanti è un’idea molto simile alla mia convinzione di fermare le ruote bloccando il tachimetro.

Una tassa sui carburanti è una tassa sui carburanti, la utilizzava anche l’Italia della cosiddetta prima Repubblica: incassi la tassa, colpisci tutto il popolo (ossia i poveri più dei ricchi) e la transizione ecologica non avviene. E’ più probabile che la tassa raccolta evapori in interessi passivi.

E questo anche se la tassa si chiama pomposamente “Contribution Climat Energie” (CCE), parte della complessiva “Taxe interieure de consommation sur le produit energetique” (TICPE).

Macron è un banchiere («Nel settembre 2008 viene assunto presso la banca d’affari Rothschild & Cie Banque. Alla fine del 2010 è promosso ad associato all’interno della banca»), la moglie è la divorziata di un banchiere (André Louis Auzière), banchiere è il suo mentore Jacques Attali («Sono io che l’ho presentato a Hollande per farlo lavorare all’Eliseo»): insomma Macron conosce bene il mondo dei banchieri, ma sul mondo dei poveri è più probabile che le idee chiare si trovino in Di Maio e Salvini.

Il povero è uno che deve dedicare tutte le sue energie a far campare se stesso e la sua famiglia. Al povero dell’ecologia non gliene frega nulla. Per interessarsi di (opinabili) questioni mondiali, bisogna prima essere giunti a un livello di vita dignitoso. Se il Presidente vuol fare l’ecologista e inizia tassando i carburanti, per forza di cose non genera sensibilità ecologica ma arrabbiatura generalizzata.

Il povero (e con povero intendo chiunque campi del suo lavoro) ha la benzina e il gasolio come beni essenziali. Sì, i parigini hanno il metro; ma la Francia rurale no. E, oltre al carburante, crescono anche elettricità e metano, arrivando a prezzi sempre più gravosi per chi vive di lavoro.

E non ci sono solo i prezzi crescenti, ma anche proibizioni, restrizioni, sanzioni, a rendere sempre più insopportabile la cosiddetta transizione energetica. Non siamo in un’economia pianificata: una transizione energetica può avvenire solo se il popolo ne vede una convenienza economica e organizzativa.

«L’economia dei divieti e della burocrazia realizzata col pretesto dell’ecologia è un’economia percepita come punitiva e perciò stesso respinta. I gilets jaunes anche questo insegnano»: non posso che concordare con questa frase di Alberto Clò.

Quindi Macron, accortosi finalmente che anche in Francia la povertà avanza, ha (apparentemente) calato le braghe: ha annunciato una serie di misure che dovrebbero alleviare le sofferenze e che somigliano molto a distribuzioni di briciole. Con queste briciole otterrà di dividere il movimento dei Gilet Gialli e avrà accontentato il suo ambiente finanziario-bancario, perché ci sarà aumento del debito e i finanzieri amano il debito degli Stati.

Dunque se anche la Francia si accorge della povertà in casa propria, vuol dire che siamo messi davvero male. La Francia finora stava in piedi rendendo miserabile l’area africana del Franco CFA (tutti i più poveri paesi del mondo stanno lì dentro); adesso anche questo non basta più.

Ma non c’è un’altra ricetta, al di fuori delle briciole di Macron? Sì, la ricetta c’è. E’ la solita ricetta che anch’io, ultimo dei nOmismatici, ripeto da sempre: non puoi più spremere l’economia, devi iniziare a gestire diversamente il debito.

«Poiché l’ente che emette il denaro è il medesimo ente che presta quel medesimo denaro a interesse, il debito del mondo, per motivi matematici, e non per la buona o cattiva volontà dei popoli, è impagabile».

E allora servono banche pubbliche per avere denaro dalla BCE a interesse inesistente e per far comprare alle proprie banche debito di Stato che è solo finzione.

Servono Titoli di Stato a tasso fisso, rivolti solo ai propri cittadini, un po’ come gli splendidi Buoni Postali.

Serve l’emissione di moneta alternativa non gravata da debito: col metodo del SI.R.E. (Sistema di Riduzione Erariale) si può fare da subito.

Servono emissioni speciali di monete metalliche superiori ai 2 euro per finanziare specifiche ricostruzioni di monumenti.

Insomma, serve un pensiero nuovo. Siamo stanchi di essere trattati come i cani che mangiano le briciole cadute dalla tavola dei loro padroni: un milioncino lo destiniamo qui, un altro là,… mentre miliardi di Euro vengono creati dal nulla dalla BCE solo per i mercati finanziari.

«Tutto ciò non è un sogno. Se non è facile attuarlo, non è perché vìoli alcuna delle leggi economiche; è perché poteri assai potenti hanno il loro tornaconto nel sistema vigente, e ne perpetuano l’esistenza».

Non fidatevi del banchiere Macron che cala le braghe in TV. Non le sta calando. Sta fregando il popolo per l’ennesima volta.

Giovanni Lazzaretti

giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com

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