Le fakes news dei cacciatori di fake news

di Giovanni Lazzaretti

Riccardo Luna, da Repubblica.it:

“FALSO. Tra tutte le bufale, i complotti sono i migliori. Sembrano film o libri gialli di gran livello. Il coronavirus SARS Cov2 ne ha prodotti diversi. Alcuni sono cavalli di ritorno, nel senso che se ne è parlato all’inizio dell’epidemia, sono stati smontati da fact-checker e scienzati, e adesso tornano a circolare come se nulla fosse. 

È il caso del misterioso arresto di uno scienziato americano che avrebbe venduto il coronavirus alla Cina. Una storia che già a dirla così ti viene voglia di sapere come va a finire. Come tutte le bufale, ha una componente di verità. Lo scienziato esiste, si chiama Charles Lieber, ha una cattedra ad Harvard in chimica e chimica biologica, dove porta avanti i suoi studi sulle nanoparticelle (vanta un elenco notevole di pubblicazioni brevetti).”
Il 28 gennaio è stato effettivamente arrestato dagli agenti federali — e rilasciato dietro una cauzione di un milione di dollari — per aver negato i suoi rapporti con la Cina e in particolare con l’università di tecnologia di Wuhan, la città da dove è partita la pandemia (“ecco!”). Lieber avrebbe incassato un milione e mezzo di dollari per aprire un laboratorio a Wuhan e riceveva un compenso di 50 mila dollari mensili per aiutare a reclutare scienziati cinesi in giro per il mondo. 

L’arresto negli Usa fece scalpore e venne subito collegato sui social al coronavirus e smontato da due siti di factchecker, Snopes e Factcheck. La bufala non regge per due motivi: tra i capi di imputazione non c’è il traffico di virus e soprattutto è stato dimostrato che SARS Cov2 non è stato fabbricato in laboratorio ma arriva dal mondo animale. Eppure a oltre due mesi di distanza la storia di Lieber è tornata a circolare in Spagna, Sud America e India come se nulla fosse.

 

Ecco, questo è un “cacciatore di bufale”.
Riccardo Luna

Innanzitutto non è stato affatto dimostrato che il virus viene dal mondo animale.
E’ stato “affermato”, il che è una cosa un po’ diversa. Ricordate la frase dell’OMS la volta scorsa?
«Il coronavirus è di origine naturale, è una zoonosi, come accaduto in passato con Ebola e la Sars. Ma se gli Stati Uniti hanno dati differenti, l’Organizzazione mondiale della sanità incoraggia a condividerli». E’ – Ma se. Quindi non “è”, ma al massimo “pensiamo che sia”.

“Aiutare a reclutare scienziati cinesi in giro per il mondo”? Più che altro Lieber cercava scienziati stranieri che, a pagamento, dessero accesso alle loro ricerche.

Riccardo Luna archivia il caso Lieber perché “tra i capi di imputazione non c’è il traffico di virus”; il fatto è che c’è ben di peggio. Lieber è stato arrestato con l’accusa di aver rilasciato false dichiarazioni al Dipartimento della Difesa USA e agli investigatori di Harvard in merito alla sua partecipazione al programma dei Mille Talenti in Cina, che ha ricevuto critiche come una minaccia alla sicurezza nazionale.

E Lieber si occupava di cose pesanti, ben compatibili anche con “usi impropri” di virus e vaccini.

“The development of nanoelectronics-enabled cellular tools underpins Lieber’s views on transforming electrical recording and modulation of neuronal activity in brain science. Examples of this work include the integration of arrays of nanowire transistors with neurons at the scale that the brain is wired biologically, mapping functional activity in acute brain slices with high spatiotemporal resolution and a 3D structure capable of interfacing with complex neural networks. 

He developed macroporous 3D sensor arrays and synthetic tissue scaffold to mimic the structure of natural tissue, and for the first time generated synthetic tissues that can be innervated in 3D, showing that it is possible to produce interpenetrating 3D electronic-neural networks following cell culture. Lieber’s current work focuses on integrating electronics in a minimally/non-invasive manner within the central nervous system.

Most recently, he has demonstrated that this macroporous electronics can be injected by syringe to position devices in a chosen region of the brain. Chronic histology and multiplexed recording studies demonstrate minimal immune response and noninvasive integration of the injectable electronics with neuronal circuitry. Reduced scarring may explain the mesh electronics’ demonstrated recording stability on time scales of up to a year. This concept of electronics integration with the brain as a nanotechnological tool potentially capable of treating neurological and neurodegenerative diseases, stroke and traumatic injury has drawn attention from a number of media sources. Scientific American named injectable electronics one of 2015’s top ten world changing ideas. Chemical & Engineering News called it “the most notable chemistry research advance of 2015.”

Tecnologie da impiantare nel cervello. E non “nel cervello” in quanto organo, ma tali da poter entrare nei neuroni stessi: “integrazione non invasiva dell’elettronica iniettabile con i circuiti neuronali”.

«Chi comanda il mondo dice sempre che va tutto bene», cantava Povia.

Mai come stavolta. 

Dal mitico “Andrà tutto bene” che ancora sta sui balconi, ai cacciatori di fake news che insistono: non è accaduto nulla, non credete a nulla, credete solo al vaccino.

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