Le 7 tecniche del propagandista

Condividiamo con voi un estratto dal libro “Assalto all’informazione – Il maccartismo e la stampa americana” di Sciltian Gastaldi.
Il testo riporta gli insegnamenti del sociologo americano Hillier Kriegbaum, professore di giornalismo presso la New York University negli anni ’60-’70.
Si tratta di tecniche piuttosto “grezze” rispetto alle tecniche di propaganda oggi utilizzate.
Il buon Silvio Berlusconi, in Italia, è stato maestro di queste tecniche di seduzione delle masse.
Non pensiamo che vengano adoperate unicamente da delle persone fisiche candidate ad elezioni politiche.
Le stesse tecniche vengono in realtà utilizzate per promuovere delle ideologie, facendole affermare su altre ritenute “avversarie” da chi trae vantaggio dalla diffusione delle prime.


Tecnica 1 – Il fango

La tecnica della continua e ripetuta denigrazione dell’avversario, anche ricorrendo all’insulto, all’ingiuria, alla storpiatura del nome, ha l’effetto di indurre buona parte del pubblico e rigettare o condannare la vittima infangata senza bisogno di avere le prove delle accuse. Gli insulti possono essere di ogni tipo, ma quelli che registrano l’effetto maggiore sono i meno evidenti, come per esempio dare del «comunista», del «rosso», del «sovversivo», dell’«irresponsabile» a un sindacalista o ad un politico liberal.

 

Tecnica 2 – Riferimento a formule vaghe e condivise.

Il propagandista cerca di annacquare situazioni specifiche in cornici più generali, facendo ricorso a etichette comuni come l’«American Way of Life»  nelle quali ciascun cittadino vede i propri valori, evitando così di specificare a quali valori ci si richiami.

 

Tecnica 3 – Transfer

Il propagandista cerca di unire al proprio materiale determinati simboli di autorità, di sanzione o di prestigio che hanno un sicuro impatto emotivo sulla folla. Un esempio simbolico è quando, durante le celebrazioni del 4 luglio, i politici si presentano su palchi ornati di bandiere a stelle e strisce, dove il blu bianco e rosso sono gli unici colori presenti.

 

Tecnica 4 – Uso di testimonial (volti noti e graditi al grande pubblico)

Questa è una tipica tecnica valida sia per la propaganda politica che per la pubblicità commerciale. Ogni politico sa quanto sia prezioso poter far figurare tra i propri sostenitori un elenco di volti dello spettacolo o dello sport, o comunque molto popolari, in grado di influenzare il pubblico dei fan a condividerne le scelte politiche per emulazione.

 

Tecnica 5 – L’uomo che si è fatto da sé

Molto importante per il propagandista è poi dare l’idea di avere umili origini, di essere anch’egli appartenente alla vastissima schiera della “gente semplice”, partita da zero e arrivata in alto. Con questo messaggio s’intende dire che il propagandista in questione è incapace di comportamenti ipocriti o scorretti, perché è «diverso» del resto dei «politici di professione», usi a ogni tipo di raggiro e inganno. L’immagine si rafforza con frequenti atteggiamenti camerateschi nei confronti delle classi tradizionalmente subalterne (colletti blu, precari, ecc.) e, in caso di elezioni amministrative, presentandosi come un «vicino di casa», qualcuno di cui fidarsi se eletto. Un esempio di questo atteggiamento p anche nel comparire in pubblico con mezzi di trasporto non eccessivamente sfarzosi o addirittura adoperando i mezzi pubblici per fare la campagna elettorale.

 

Tecnica 6 – Estrapolazione delle notizie.

Il propagandista sa fare riferimento a fatti, documenti, circostanze effettivamente accadute, ma messe fuori contesto e rigirate a seconda delle convenienze, per convincere nuove fette di pubblico della propria versione.

 

Tecnica 7 – Salire sul carro del vincitore.

«Non sprecare il tuo voto», ecco uno slogan tipico di chi invita apertamente un pubblico di indecisi ad aggregarsi intorno al candidato che sembra favorito poco prima delle elezioni. Un’altra tecnica tipica è quella di far trapelare i risultati di sondaggi favorevoli a pochi giorni dal voto vero e proprio.

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