L’avvento di Mario Draghi ovvero degli effetti dirompenti del commissariamento Europeo dell’Italia e le conseguenze tremende che avrà giocoforza sulle nostre vite personali.

Di Alberto Marabini

Scrivo queste righe con grande riluttanza ma l’impatto psico-emotivo degli eventi di queste ore, dentro me e in coloro che mi stanno accanto, mi sembra devastante.

Per altro, recentemente, anche schiacciato da anni di austerity e da uno di lockdown, è venuto a mancare mio padre. Si lascia alle spalle tante cose ma soprattutto 10 famiglie da sfamare che io non posso fare a meno di considerare come la mia.
E’ solo l’ultimo degli attacchi diretti della spietatezza di questo sistema di stragisti (oh si signor Conte, i debiti con la Storia prima o poi si devono pagare) che come famiglia abbiamo dovuto affrontare, ne dovremo affrontare altri.

L’ultimo è, appunto, il commissariamento Europeo dell’Italia e l’arrivo di Mario Draghi.

Ora, mentre faccio i complimenti vivissimi ad Amodeo per averci azzeccato (e di certo il suo averci azzeccato è frutto di grande professionalità rivoluzionaria, non certo del caso), io non me lo aspettavo. E rimanendo coerente con il motivo x cui non me lo aspettavo, vorrei spiegare il mio stato d’animo di fronte a questa impossibilità materializzata.

Se hanno messo Draghi vuol dire che l’Europa (anzi più che l’Europa, il NWO al gran completo) ha deciso di chiudere una volta per tutte la pratica Italia (tranquilli: se guardiamo agli USA non è la sola).

A sto punto è finita l’epoca delle mediazioni, del populismo, dei piedi in più di una scarpa e per la politica Italiana e ci sono solo 2 possibilità: o con Draghi o contro Draghi.

Nel primo caso si avranno regole di stabilità, taglio delle pensioni, del welfare, aumento dell’imu, riforma della giustizia per proteggere il sistema delle banche, flessibilità lavorativa, disoccupazione, fame, sfratti: il tutto in fretta e senza troppe pippe.

Nel secondo vorrà dire che bisognerà cominciare a lavorare sul serio. Che è finita l’epoca del gridare ai 4 venti un po’ di propaganda arraffazzonata.
Che la Lega x rimanere coerente con se stessa dovrà diventare compiutamente Sovranista, FdI patriottico e rigorosamente nazionalista. Che i grillini che ancora si danno l’aria del rivoluzionario di Sinistra dovranno abbandonare una volta per tutte le loro arrampicate sugli specchi in difesa del Governo.

Che se tutti costoro non vorranno soccombere allo spread dovranno cominciare a battere moneta, darsi una politica estera, sociale, del lavoro, della difesa completamente alternativa, etc etc etc oppure, semplicemente, allinearsi a Draghi.

E questo vale ovviamente per tutta l’accozzaglia sovranista, perchè Draghi è un cambiamento tale nel panorama politico italiano che sarà lo spartiacque fra chi le palle ce le ha e chi non ce le ha, senza più vie di mezzo.

Certo, qualcuno continuerà a gridare la propria sicumera politica ma attenzione: perchè chi oggi grida di Italexit domani non potrà più accontentarsi del suo comodo posticino di opposizione politica, rischia veramente di mettersi in condizione di diventare leader del Paese e del suo disagio sociale.
La professionalità dimostrata da Amodeo diventerà il requisito minimo.

E se sarà assolutamente consentito, se non doveroso, quel minimo di intelligenza per venire incontro alla paura di quella parte di Paese che ora non ci vota, in questa battaglia contro l’Europa e il Nuovo Ordine Mondiale non sarà consentito di tergiversare nel tatticismo neanche un po’ e io lo so che non esiste in Italia al momento una classe politica con tutto questo fegato.

Tanto che sono io il primo a cui verrebbe da scappare: ho già troppi cazzi e troppe responsabilità a cui pensare. La mia misura potrebbe essere colma dopo tutti questi anni di prezzi pagati di natura personale e l’ignomia e la mancanza di serietà del sovranismo Italiano sono diventati troppo insopportabili.

Eppure vedo tanta irrequietezza attorno a me: tanta voglia di fare ma tanta paura anche. Vedo, e guardo con tanto affetto, a quella parte del nostro movimento che pur riconoscendo la propria impotenza di fronte alla politica istituzionale, non si rassegna e vorrebbe tanto imbastire per lo meno una resistenza civile o magari economica.

Eppure, anche se credo che questo livello sia tutto da organizzare, sono dell’idea che la politica e la questione dello Stato siano un fatto inevitabile.

Se dovessi cominciare io da qualche parte, adesso come adesso, comincerei da quella Roma che quasi in coro invoca Draghi. Dove, a mio parere, grazie alla Lozzi e Berdini forse una piccola alternativa civile si sta delineando.
Ma qui, mie care mezze pippe, bisogna che quel “nè di destra nè di sinistra” ve lo mettiate bene in testa e che quella presunzione verticista e conseguentemente settaria ve la togliate.

Che quel grido di dolore recentemente lanciato da Scardovelli https://youtu.be/dV4Z_ok6xog la smetta di restarvi indifferente.

E poi esiste il problema della leadership in Italia. E se io penso che ci sia quasi solo una persona che sarebbe in grado in questo Paese di mettere insieme una leadership abbastanza amplia, condivisa e autorevole (Nino Galloni Ndt), sarei disposto a dare credito a chiunque avesse le palle e l’umiltà per proporsi di farlo.

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