La soluzione alla crisi economica è semplice. Non facile, ma semplice

di Giovanni Lazzaretti

The Prestige

Avevo in mente il finale del film “The Prestige” di Cristopher Nolan, ma non ricordavo le ultime parole.

Me le ha citate un lettore: «Semplice forse. Ma non facile».
E’ esattamente il finale del Taglio Laser (la mia rubrica di articoli) precedente.

Oggi esporrò infatti una soluzione semplice, che non avrà niente di facile: in sintesi, ci sarà da rimboccarsi le maniche e lavorare.

Lavorare mentalmente per qualcosa di creativo, e buttare nella mischia competenze nuove che ora sonnecchiano nelle menti più brillanti del paese.

Competenze che riguardano il promuovere, l’organizzare, l’inventare, dopo aver liberato lo Stato del compito più assurdo e umiliante: essere l’esattore degli Italiani per conto del potere finanziario.

Ci sarà da formare pazientemente un popolo che da 40 anni è educato alla convinzione che il denaro è scarso e va “trovato”.

E’ un percorso faticoso, ma non c’è alternativa.

Vale il paragone già descritto la settimana scorsa.

Potete affannarvi per decenni a creare un navigatore satellitare con la fisica galileiana: non ci riuscirete mai. Volete arrivare a San Martino in Rio, e il navigatore vi porterà imperterrito a Correggio.

Dovete mettere in campo una fisica più semplice, quella relativistica che TOGLIE un postulato, e vedrete all’orizzonte la soluzione per il navigatore satellitare.

Poi faticherete per realizzarlo.

Ma tra l’impossibile e il faticoso, è d’obbligo scegliere il faticoso.

 

L’economista e il nOmismatico

Se c’è un problema e chiedete lumi a un economista, lui si chiederà «Dove troviamo i soldi?»

Le sue risposte saranno quelle note: tagli alle spese, nuove tasse, nuovo debito, lotta all’evasione, lotta agli sprechi.

Un nOmismatico invece si chiederà: «Quale è la moneta idonea per questa situazione?»

Siamo in una situazione in cui lo Stato chiede la cessazione della produzione.

In questa situazione

  • I tagli alle spese non esistono, anzi la spesa (quanto meno quella sanitaria e assistenziale) andrà moltiplicata
  • Le nuove tasse fanno ridere, quando al lavoro c’è il 15% delle aziende e le piccole ditte chiuderanno a valanga
  • Il nuovo debito è la ricetta dei vari Monti, Cottarelli e soci: la rovina per l’immediato e per il futuro
  • La lotta all’evasione fa sorridere quando la gente non lavora
  • La lotta agli sprechi fa invece arrabbiare: il massimo spreco effettuato dall’Italia è stata propria la riduzione della spesa sanitaria (“allocare al meglio le risorse”), spesa che ora dobbiamo dilatare in emergenza spendendo valanghe di soldi in più.

Siamo in una situazione totalmente nuova

  • Il lavoratore dice: «Devo essere pagato. Ho famiglia, mutui in corso, eccetera, e non ho deciso io la fine della produzione».
  • L’azienda dice: «Ma io non posso pagare i dipendenti. Non ho entrate e non ho deciso io la fine della produzione».
  • Lo Stato dice: «Capisco che toccherebbe a me pagare integralmente i dipendenti e pagare i danni. Vorrei farlo, ma non posso».

La domanda quindi è: «Quale è la moneta adatta per questa situazione irresolubile?».

 

Piano di Salvezza Nazionale

Sono tra i promotori del Piano di Salvezza Nazionale, le cui linee sono esposte qui

https://pianodisalvezzanazionale.it/

C’è anche una petizione, che può essere sottoscritta qui

https://www.change.org/p/al-governo-piano-di-salvezza-nazionale?recruiter=143693980&utm_source=share_petition&utm_medium=copylink&utm_campaign=share_petition

E c’è pure un breve video in cui Guido Grossi lo sintetizza ottimamente

https://www.byoblu.com/2020/04/03/ecco-il-piano-di-salvezza-nazionale-guido-grossi-byoblu24/

Le tre linee sono

  • Sistema di banche pubbliche
  • Conti di Risparmio che sostituiscano gli obsoleti BOT, BTP, ecc. nati quando non c’era l’informatica diffusa
  • Sistema SIRE per mettere in circolazione da subito come mezzo di pagamento i crediti fiscali che ristagnano in attesa delle loro scadenze.

Questi tre elementi costituiscono da subito un validissimo sostegno al problema dell’ora presente.

E sono totalmente alternativi al sistema “solito” proposto da “Quelli del Debito”, con una loro petizione nella quale propongono il menu classico: i cosiddetti Coronabonds (European Health Bonds), ossia debito, ossia la solita fregatura della finanza internazionale.

I firmatari sono sempre i soliti, quelli del “taglia & tassa”: Bini Smaghi, Emma Bonino, Cottarelli, Costanza Hermanin, Letta, Monti, tanto per citare alcuni.

Sul Taglio Laser intitolato “Davide contro Golia” avevo scritto una profezia facile

Se Mario Monti scrive un editoriale sul Corriere, viene da dire «Ok, tutto è pronto e sappiamo già cosa ci aspetta». Certo, lui dice «mi sono limitato a schizzare un’idea». Ma noi crediamo sia invece un’idea in fase avanzata.

Non si era limitato a schizzare: era evidentemente un progetto già ben formato e pronto per il lancio internazionale.

 

Protezione civile finanziaria

Banca Pubblica, Conti di Risparmio, SIRE, sono essenziali per non tracollare: uscire vivi dall’ora presente, anche se con le ossa rotte.

Se riusciremo a mettere in campo un ulteriore strumento, potremo crearci una sorta di “Protezione Civile Finanziaria”.

Se non ci riusciremo subito, dovremo farlo senz’altro dopo, prima che arrivi la nuova pandemia.

Non so a voi, ma questa pandemia mi ha dato l’aria di essere solo un test.

 

Preambolo

Dal 1981 l’Italia vive soggetta al “principio di liquidità” ed ha completamente abbandonato il “principio di compensazione”.

La battaglia tra “liquidità” e “compensazione” è la stessa battaglia che si combatté nel 1944 a Bretton Woods per creare il nuovo sistema monetario.

Da una parte c’era il piano White: prevedeva un ente sovranazionale dove gli Stati avrebbero potuto accedere a prestiti in proporzione della quota di capitale versata, in un sistema centrato sul dollaro.

Dall’altra parte c’era il piano Keynes: prevedeva una Camera di Compensazione (CdC) nella quale le quote degli Stati sarebbero state legate al volume del commercio estero, compensando debiti e crediti con una moneta virtuale denominata BANCOR.

Il principio di liquidità fu vincente, ma la realtà dei fatti fece resistenza: per ben 14 anni non si riuscirono a rendere stabili i cambi col dollaro, e l’Europa si stabilizzò solo grazie all’Unione Europea dei Pagamenti, che era una CdC.

 Dopo il Coronavirus ci troveremo con un’economia ridotta in macerie. La domanda che ci poniamo è: di fronte a una crisi simile è ancora possibile utilizzare il principio di liquidità? Ossia “cercare” soldi, andare a debito, pagare interessi?

L’ampiezza del problema c’è l’ha indicato la Germania: 550 miliardi, subito. Ma noi non abbiamo ancora il sistema di Banche Pubbliche per far fronte a un colpo simile.

Inoltre quei 550 miliardi sono solo una ragionevole ipotesi di partenza: nessuno sa quanti miliardi occorreranno realmente a consuntivo.

Banche pubbliche, Conti di Risparmio, SIRE, sono gli strumenti necessari per metterci almeno a livello della Germania.

Ma dobbiamo, più in generale, spostarsi sul principio di compensazione: CdC nazionale di emergenza, se lo Stato si convince; CdC regionali se lo Stato non si convince. La CdC è un metodo di autofinanziamento multilaterale: la moneta globale ha valore nullo ed è “puro flusso” (lo si capirà meglio nel dettaglio).

 La moneta come noi la conosciamo è (1) misura del valore (2) riserva di valore (3) mezzo di scambio.

La moneta adatta a questa situazione di “produzione annullata” deve essere (1) misura del valore (2) mezzo di scambio. E basta. Deve valere “globalmente zero”, visto che “globalmente zero” è ciò che è stato prodotto.

 Nel dopoguerra si producevano beni, ma nessuno aveva i soldi per comprarli: si decise che ognuno avrebbe comperato con il suo lavoro futuro.

Col Coronavirus c’è il tracollo della produzione di beni e servizi e la necessità di salvare l’impianto produttivo dal disastro inevitabile, visto che, via via, nessuno potrà più pagare. E’ necessario “pagare il nulla” per salvare il tessuto produttivo.

 IMPORTANTE: dove compare la parola TOT oppure TOT% si vuole indicare un parametro che va definito per decisione politica, modificabile in corso d’opera, visto che nessuno conosce il tipo di tracollo che vivremo (gli economisti non indovinano un solo scenario in tempi normali, figuriamoci oggi). La sigla DPD sta per “definito per decreto”.

 

Sequenza operativa – la fondazione

Viene fondata una CdC denominata VIRUS2020 (CdC-V20). La CdC lavora con una unità di conto denominata anch’essa VIRUS2020 (V20): vale come l’Euro, ma non può essere convertita in Euro.

Ogni codice fiscale italiano di persona fisica avrà un conto in CdC-V20; ogni partita Iva italiana esistente alla data del primo decreto restrittivo del governo avrà un conto in CdC-V20; ogni codice fiscale di ente esistente alla data del primo decreto restrittivo del governo avrà un conto in CdC-V20: questi saranno i Nodi della Rete, con l’aggiunta dello Stato che sarà il Nodo n.1

A maggior chiarificazione si precisa che la ditta individuale sarà presente sia come persona fisica (codice fiscale), sia come ditta (partita Iva).

Saranno quindi dentro la CdC-V20 lo Stato, le Regioni, i Comuni, l’INPS, l’INAIL, le Casse di Previdenza, le banche, le assicurazioni, i gestori dell’energia, dei telefoni, dell’acqua, le scuole, le parrocchie, i circoli culturali, eccetera.

IMPORTANTE: i nuovi bambini nati entreranno in CdC-V20; per le persone decedute CdC-V20 verrà trattato in eredità come un CC bancario; i casi di nuove ditte, ditte che vogliono chiudere, ditte che falliscono, dovranno essere DPD. Può essere ad esempio che le ditte nuove vengano accettate in base al loro codice ATECO: la parrucchiera sì, la finanziaria no.

Ogni Nodo inizia la sua attività con saldo zero. In ogni CdC il tasso di interesse non esiste, e quindi il conto in negativo non subisce interessi passivi.

La CdC è esclusivamente un mezzo di pagamento e non una riserva di valore (la somma di tutti i conti darà sempre risultato zero); non essendo convertibile in Euro, non può nemmeno erogare contanti.

Alla CdC servono quindi solo bonifici e bancomat: è una piattaforma tecnicamente semplice, anche se con una grande mole di dati.

Se fossimo in situazione normale, V20 sarebbe un mezzo di pagamento ad accettazione volontaria. Anche i bonifici bancari del resto sono un mezzo di pagamento ad accettazione volontaria.

Ma poiché lo Stato erogherà i suoi aiuti esclusivamente in V20, diventa di fatto ad accettazione obbligatoria.

Oppure, visto che lo Stato ci ha sospeso tutte le libertà costituzionali per il Coronavirus, potrà aggiungere un nuovo obbligo: dichiarare V20 mezzo di pagamento ad accettazione obbligatoria, per semplificare il tutto.

Ad accettazione obbligatoria non significa che tutti debbono pagare in V20; significa solo che V20 fa da “unità di conto” complementare all’Euro, e ognuno può scegliere se pagare in Euro o in V20.

 

Fase provvisoria: il saldo negativo, ossia l’autofinanziamento multilaterale

La fase provvisoria dovrà durare certamente fino alla conclusione dell’anno solare 2020, per valutare il tracollo di fatturato delle singole ditte.

Nella fase provvisoria il principio è: ognuno può pagare anche in situazione di saldo negativo.

Non preoccupatevi se la cosa sembra assurda: chi incassa i soldi pagati, potrà solo spenderli all’interno del circuito e quindi il sistema è estremamente stabile.

Cosa si potrà pagare in V20? Certamente le seguenti voci: imposte, tasse, contributi INPS, stipendi privati e pubblici (tranne un TOT in euro per consentire il prelievo di contanti), pensioni (tranne un TOT in euro per consentire il prelievo di contanti), utenze, assicurazioni, affitti, rate di mutuo, rette di scuola, qualunque pagamento a registratore di cassa, qualunque pagamento tra ditte soggette a fatturazione elettronica. E qualunque altra cosa che il Governo vorrà DPD.

Compravendite di immobili e terreni potranno essere fatte in V20, parzialmente o totalmente, solo con l’esplicito consenso delle parti.

E’ probabile che si debba definire un tetto massimo di saldo negativo: questo TOT è di facile valutazione statistica per la persona fisica o per la ditta individuale; più complesso per la ditta con dipendenti (ma le competenze per definirlo ci sono tutte in Italia). Ma ci sono altre metodologie di controllo della CdC, che non sto qui a illustrare.

 

Fase di consolidamento: le erogazioni e lo stop al peggioramento dei saldi negativi

All’inizio dell’anno solare 2021 lo Stato inizierà le erogazioni in V20.

Le ditte con partita Iva emetteranno una fattura allo Stato, corrispondente alla differenza di fatturato tra 2020 e 2019 (se questa differenza esiste: ci possono essere ditte che nell’emergenza hanno guadagnato di più) e riceveranno l’immediato saldo in V20.

Le persone fisiche (minorenni compresi) riceveranno dallo Stato un contributo mensile di TOT V20 (cifra di equo sostentamento), indipendentemente dalla loro situazione di reddito.

I Comuni e le Regioni riceveranno dallo Stato un contributo mensile di TOT V20 per abitante.

Le scuole paritarie riceveranno dallo Stato un contributo mensile di TOT V20 per ogni bambino/ragazzo iscritto nel 2019-2020.

Le parrocchie riceveranno dallo Stato un contributo mensile di TOT V20 per ogni abitante.

Altri enti potranno fare richiesta motivata di erogazioni in V20, oppure potranno essere DPD.

Completata la fase delle erogazioni, lo Stato decreterà (annunciandolo con largo anticipo) un primo stop: da quel momento a ogni Nodo in situazione di saldo negativo la piattaforma impedirà di peggiorare il proprio saldo eccetto il saldo del Nodo n.1 = Stato e il Nodo n.2 = INPS.

 

Fase di conclusione

All’inizio del 2022, lo Stato ripeterà per le ditte l’erogazione in V20 pari alla differenza tra il fatturato 2021 e il fatturato 2019.

Nel momento in cui lo Stato riterrà superata l’emergenza (fra 3 anni? Chissà), inizierà a ridurre del TOT% ogni mese le erogazioni mensili a persone fisiche, Comuni, Regioni, eccetera.

Arrivato all’azzeramento delle erogazioni mensili, lo Stato decreterà, annunciandolo con largo anticipo, il secondo stop: da quel momento anche al saldo negativo del Nodo n.1 = Stato e del Nodo n.2 = INPS sarà vietato il peggioramento.

I saldi positivi continueranno ad essere utilizzati per pagamenti (utenze, imposte, stipendi,…) ma, poiché i saldi negativi non potranno peggiorare, la CdC-V20, partita come un mare tempestoso, riporterà statisticamente i vari saldi verso lo zero.

 

Estinzione della CdC-V20 (forse)

Sarà necessario estinguere la CdC-V20?

Non lo sappiamo. Stiamo vivendo una condizione unica nella storia dell’umanità: le società, anche nel colmo delle pestilenze, hanno sempre continuato a lavorare, con quelli che restavano sani. Mai lo Stato aveva decretato l’impedimento al lavoro.

Se lo Stato, più che estinguerla, vorrà “sterilizzarla”, preannuncerà con largo anticipo il terzo stop: da una certa data i saldi attivi potranno essere utilizzati solo per pagare imposte tasse contributi, oppure per pagamenti verso Nodi con saldo negativo; inoltre Stato e INPS non faranno più pagamenti in V20.

La CdC resterà quindi aperta con movimenti sempre calanti di numero… in attesa della prossima epidemia (scherzo, ma non troppo).

Nel frattempo il sistema di Banche Pubbliche + Conti di Risparmio + SIRE si spera siano attivi e operativi a pieno regime.

Alla data TOT lo Stato potrà anche incamerare i saldi attivi in V20, per la parte generata da contributi statali: se infatti il titolare di quel saldo non è stato in grado di utilizzarlo, significa che le erogazioni ricevute non sono più di suo interesse o travalicavano i suoi bisogni.

Il risultato finale sarà quindi un saldo positivo dello Stato a fronte di un certo numero di cittadini e ditte con saldo negativo. Ci saranno anche dei saldi positivi di gente che non è riuscita a spendere: passeranno il saldo in eredità, e chi eredita pagherà imposte future (o pagamenti verso Nodi in negativo).

Sui saldi negativi lo Stato, se vorrà, analizzerà caso per caso: se la persona o la ditta sono esistenti, lo Stato alla data TOT estinguerà il saldo negativo col proprio saldo positivo, e richiederà in Euro la medesima somma alla persona o alla ditta. Se non può pagare, si ritorna alle normali procedure di esazioni in Euro.

Se la persona è irreperibile, se la ditta è scomparsa, lo Stato estinguerà il saldo: sembra una brutta cosa, ma lo Stato sta estinguendo una cosa che non è mai esistita, visto che tutti partivano a saldo zero.

L’importante è che nel frattempo le ditte, i lavoratori, i pensionati, i poveri, siano stati tutelati.

Il sistema, avendo lo Stato tra i suoi Nodi, può tranquillamente “digerire i ladri” (dove il ladro può essere anche un ladro inconsapevole: ad esempio una persona in saldo negativo che muore senza eredi).

 

Conclusione

La CdC ci dirà a consuntivo quanti miliardi servivano per tenere a galla il sistema.

Ma saranno miliardi di tipo nuovo.

 

Vi sembra un sistema complesso?

Mai così complesso come cercare soldi dove non ci sono.

La CdC è complessa come ogni cosa nuova, poi diventerà routine: le competenze in Italia ci sono già tutte, è solo il principio di liquidità che le tiene bloccate.

Non sarà facile, ma sarà semplice.

 

La CdC genererà inflazione?

Viene da dire: speriamo.

Uno dei problemi dell’Europa è che non riesce più a generare l’inflazione programmata.

In ogni caso tutti i TOT e i TOT% sono parametri di regolazione che lo Stato può dosare in maniera da regolare anche l’inflazione.

Credo comunque che, con le situazioni di disoccupazione italiana, sarà una CdC di pura sopravvivenza, senza inflazione.

 

Capiranno gli italiani?

Beh, gli italiani hanno inventato le banche, hanno inventato la partita doppia, non mi stupirei se fossero anche i primi utilizzatori consapevoli di questa cosa nuova.

 

A qualcuno può venire il dubbio che nella CdC il ricco sia trattato come il povero.

E’ proprio così.

Trattare il ricco come il povero è l’unica maniera per evitare che il ricco venga trattato MEGLIO del povero.

Il ricco infatti, nel principio di liquidità, oltre a essere ricco preleva gli interessi dalle tasche del povero.

Nel principio di compensazione questo potere gli viene tolto.

Il denaro è diventato puro flusso, la finanza ha perso il suo pungiglione.

 

Giovanni Lazzaretti

giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com

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