In Italia gli organi di informazione calpestano la Costituzione

di Davide Gionco

Lo scorso 10 ottobre 2020 si è svolta a Roma, in Piazza San Giovanni in Laterano, la manifestazione Marcia della Liberazione”.
La presentazione e, poi, il resoconto che ne hanno dato la maggior parte i principali mezzi di informazione è stata a dir poco scandalosa.

E’ noto a tutti che nella classifica mondiale della libertà di stampa l’Italia occupa la non onorabile 41a posizione.

Reporter senza frontiere motiva questa posizione in classifica con le minacce della mafia nei confronti di alcuni giornalisti e dai tagli sui contributi pubblici ai mezzi di informazione. L’associazione, tuttavia, non si occupa per nulla del trattamento riservato dai principali organi di informazione a chi osa, in modo civile e democratico, contestare il potere politico-finaziario costituito.

La manifestazione “Marcia della Liberazione” era preannunciata da tempo, con un programma chiaro, visibile da chiunque sul sito internet www.marciadellaliberazione.it

Si tratta di richieste politiche che in gran parte ricalcano la Costituzione.
Hanno parlato dei lavoratori in partita IVA disperati, perché a causa della crisi sanitaria, delle troppe tasse e della concorrenza sleale delle multinazionali non riescono più a vivere: “lavorare in proprio è diventato un incubo, una moderna forma di schiavitù”.
Hanno parlato degli operatori del settore medico, denunciando i tagli alle cure mediche causati dall’emergenza covid, che ha lasciato senza cure molte migliaia di ammalati di tumore e di altre malattie “normali”, per le quali la mortalità è aumentata, causa l’assenza di cure.

E’ naturalmente legittimo che dei giornalisti ritengano di essere contrari ad una moneta sovrana, ad un lavoro e reddito minimo per tutti, a difendere le piccole e medie imprese, ecc.
Molto meno legittimo è che gli organi di stampa definiscano come “negazionisti” coloro che hanno organizzato tale manifestazione, davvero non si capisce sulla base di quale fondamento.
Eppure:


Eppure i mezzi di informazione:
1) Definiscono “negazionisti” o “no mask” (termini spregiativi e fuorvianti) le persone che manifestano, ignorando totalmente le ragioni ufficiali e dichiarate della protesta. E questo nonostante gli organizzatori dal palco abbiano a più riprese invitato i partecipanti a rispettare le norme sanitarie emanate dalla Presidenza del Consiglio e dalla Regione Lazio: il covid-19 e le maschere non sono mai state l’oggetto della manifestazione.
2) Concentrano l’attenzione su questioni marginali, come il fatto che su migliaia di manifestanti ci fosse una persona che, per propria scelta, ha deciso di non portare la mascherina e di sfidare le forze dell’ordine.
3) Sminuiscono la portata dell’evento dichiarando cifre sulla partecipazione largamente inferiori alla realtà e a quanto verificabile mediante semplici verifiche sulle dimensioni di Piazza San Giovanni in Laterano

Una piazza di 7’283 metri quadrati può contenere anche 25’000 persone, se accalcate (4 persone/m²). A causa delle norme di sicurezza anti-covid le persone erano meno accalcate, ma la zona gialla della piazza era quasi piena, per cui è del tutto realistico stimare la presenza di almeno 10-15’000 persone. Dichiarare su di un giornale la presenza di sole 700 persone è una evidente mala fede.

I principali mezzi di stampa, a partire da Repubblica (che ci risulta sia stata querelata) e Corriere della Sera decidano da soli quale deve essere la “verità ufficiale” per tutti. Sono i cosiddetti “spin doctor”.
Dopo di che tutti gli altri mezzi di informazione ripetono la stessa “notizia”, senza preoccuparsi se sia fondata o meno.
Oppure volendo anch’essi deliberatamente distorcere gli eventi, in modo da denigrare una manifestazione popolare con la quale non concordano.

La verità su quanto è accaduto è peraltro verificabile da tutti, guardando il video della manifestazione https://youtu.be/AhfQjKiubwc .
E se anche ci sarà stata qualche persona che, dopo 4 ore sotto il sole, si è un attimo distanziata dagli altri per tirare giù la maschera e respirare, non è certo questo un motivo per dichiarare che la questione delle mascherine fosse il motivo principale della manifestazione.

A questo punto dobbiamo chiederci “perché?
Perché una manifestazione in cui molte persone, spesso disperate, chiedono a gran voce il diritto al lavoro, il diritto alla salute, di aumentare la spesa pubblica per la scuola, di ridimensionare il potere delle multinazionali… Perché questo tipo di manifestazione viene deliberatamente rappresentato in modo falso e negativo?
A mio giudizio il motivo è che la scomoda verità di avere in Italia persone che protestano per essere rimaste senza lavoro, per il diritto alla salute, per una scuola migliore, questa scomoda verità deve essere nascosta agli occhi di coloro che non hanno partecipato alla manifestazione.
I manifestanti vengono definiti come gente al di fuori dell’accettabilità: “negazionisti” (dei folli che negano la pericolosità del virus), “neofascisti” (persone pericolose che vorrebbero ritornare ai tempi di Mussolini), “no mask” (persone superficiali che protestano unicamente perché non vogliono portare la mascherina).
La gente che non conosce la verità crede a questa narrazione e non tenta neppure di interessarsi ai veri contenuti della protesta, convinta che da persone “del genere” non possa venire nulla di buono.

Vogliamo invitare tutti gli italiani ad avere un maggior senso critico nei confronti dei mezzi di informazione, perché troppo spesso non operano per informarci, ma per ingannarci. E ci ingannano per perseguire degli obiettivi ben precisi che, non è difficile da ipotizzare, non riguardano gli interessi dei cittadini, ma solo di pochi soggetti già ricchi e potenti.
La “marcia di liberazione” è anche liberazione da un sistema di potere che manipola l’informazione per servire gli interessi dei potenti.

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