IL GIORNO DELLA MEMORIA: RESPONSABILITÀ PER LA PACE GLOBALE

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Tutti sono chiamati alla consapevolezza, chi ha sofferto ieri, chi causa sofferenze oggi

 

Dal 2005 ogni 27 gennaio, il giorno in cui le truppe dell’Armata Rossa liberarono Auschwitz, si ricorda il Giorno della Memoria, in cui si commemorano le vittime dell’Olocausto: una tragedia assurda e disumana che non dovrebbe trovare la più velata giustificazione.

Diversa nell’orrore dalla bomba atomica, parimenti devastante eticamente e spiritualmente.

L’atomica indirizza la distruzione ad un “nemico” indiscriminato, l’Olocausto attua una distruzione selettiva, ancorché di massa.

Il più alto numero di morti nei vari campi comunisti sono un orrore parimenti devastante, che include in parte le caratteristiche degli altri due, con in più l’immensa tragedia dell’ipocrita giustificazione classista, della pretesa di ricondizionare la mente dei “nemici del popolo”.

Comunque, dei 15 -17 milioni di vittime dell’Olocausto si stima che circa 5 – 6 milioni furono di ebrei.

Gli ebrei, un popolo certamente sfortunato: da una parte vittima di un ingiustificabile antisemitismo, dall’altra genesi del movimento sionista, molto utile alle mire coloniali anglo – americane.

Il sionismo è, di fatto,  una delle principali fonti di pericolo per la pace mondiale, oltre che di ingiustizia verso le terre del Medio Oriente e delle popolazioni palestinesi.

A queste sfortune degli ebrei dobbiamo aggiungere quella di avere al loro interno alcune delle dinastie, Rothschild su tutte, più odiate della storia recente.

Queste sfortune hanno perciò delle ben precise cause storiche, come rileva Pietro Ratto, filosofo, scrittore e giornalista, nell’introduzione del suo bellissimo “I ROTHSCHILD E GLI ALTRI. Dal governo del mondo all’indebitamento delle nazioni: i segreti delle famiglie più potenti”, Arianna editrice.

Vediamo alcuni passaggi dall’introduzione, assemblati in una sintesi che spiega bene tale sfortuna:

“… il presente libro intende dimostrare come i Rothschild, e le altre dinastie con cui essi si sono via via imparentati, abbiano esercitato un’influenza enorme sulla storia del nostro pianeta, quanto meno dalla fine del Settecento a oggi.

Sono proprio i Rothschild ad aver imparato la lezione dei banchieri Fugger, ad aver capito quanto frutti costringere al debito sovrani e imperatori, quanto sia garantito un credito nei confronti di chi detiene la forza di rivalersi facilmente dall’imposizione fiscale con cui tartassare il proprio popolo al fine di restituire il dovuto.

… una ricerca piuttosto difficile … spiega molte cose sul famigerato debito pubblico, diventato ormai un’ossessione per milioni e milioni di persone … Famiglie in gran parte ebree … avevano beneficiato del divieto sancito dai Papi medievali di lucrare sul prestito di denaro; un’attività, questa, considerata peccaminosa … Così, ciò che non era permesso ai cristiani era diventato appannaggio degli ebrei, i quali avevano accumulato ricchezze proprio con quell’usura che, alla lunga, aveva contribuito al diffondersi di un odio nuovo, sommatosi a quello vecchio, tutto cristiano, nato dall’essersi resi responsabili della ‘morte di Dio’”.

Non c’è che dire, un terribile mix di eventi e circostanze hanno fatto del popolo ebraico il capro espiatorio “perfetto” da sacrificare, inizialmente per criminali “ragioni” di potere, di controllo politico – religioso, poi per criminali pulsioni, sempre di potere, esercitate con la forza, sostenute con la squallida retorica “necessaria” a fornire il “nemico” ad un popolo stremato dalla storia e dalla finanza.

Pulsioni e retorica, evidentemente, ancora buone per quelli che non riescono ad emettere un verbo che non sia rabbioso, a formulare un pensiero che non sia criminale, becero, evidentemente indegno della prerogativa di ragionare e distinguere.

Chi mi legge sa che mi scaglio spesso contro il “sistema” formato da poche famiglie e logge private che in buona sostanza guidano l’Occidente tramite la finanza, le banche, le corporazioni globali, i media e la corruzione della politica.

Però, pur criticando il sistema non ricorro mai alla questione etnica di tali famiglie, non mi spingo mai nel circostanziare la loro provenienza storica: questo perché risulterebbe profondamente ingiusto, un vero e proprio crimine verso la stragrande maggioranza della stessa etnia.

Anche se penso che il popolo ebraico abbia la responsabilità politica di capire alcuni fatti della sua storia, la complessa origine dei suoi mali e di mettere in atto tutti i cambiamenti politici necessari alla pacificazione mondiale, non sento mai la “necessità” di attaccarlo come popolo.

Mi appello solo ai diritti dell’uomo come faro di civiltà e di azione politica, quella guida insostituibile che dovrebbe essere tale per ogni popolo, nazione ed etnia nella ricerca del proprio spazio nel mondo.

Il mio invito per il giorno della Shoah è quello di capire, rivolto a tutti: a quelli che hanno subito, a quelli che dalla sofferenza traggono motivo di altre ingiustizie, a quelli che non vedono il marchio indelebile stampato dalla Shoah, a quelli che sono nella posizione di essere più responsabili di altri, in ogni Paese, in ogni fronte: hanno la responsabilità della verità e della giustizia, ora, subito, prima che sia troppo tardi.

Il nuovo giorno non dovrà respirare il fetido fumo del peccato supremo, o la fredda luce dell’ultimo missile scagliato sulle macerie dell’uomo.

 

Massimo Franceschini, 26 gennaio 2019

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