Il comandante Sullenberger

Ovvero, l’inutilità di linee guida nella gestione di emergenze sconosciute

di Giovanni Lazzaretti
19.02.2022

 

Visita a una scuola materna

Una commissione stava facendo visite a scuole dell’infanzia della provincia di Reggio Emilia, e venne anche nella nostra Scuola Materna Regina Pacis. Poiché siamo una scuola povera di mezzi ma ricca di contenuti, alla fine i visitatori erano soddisfatti, e venne fuori la frase che ricordo bene: «Ma tutte queste belle idee chi ve le dà?»

La direttrice rimase perplessa, al massimo si aspettava la domanda «Ma tutte queste belle idee chi le elabora?». E’ ovvio che le persone, nel formarsi, vivono immerse anche nelle idee altrui. Ma alla fine l’idea realizzata “qui e ora” è un parto del cervello e del cuore di chi opera. Invece molti immaginano una “via gerarchica” per le idee: in alto ci sono gli esperti, che elaborano. E poi consegnano le idee ai livelli inferiori, dove ci stanno i recettori/esecutori.

In realtà i vertici sono necessari, ma non necessariamente partoriscono le idee migliori.

 

Bassetti, erroneo

Prendete lo slogan del dottor Matteo Bassetti citato la volta scorsa: «Senza vaccini anti Covid e con il numero dei contagi che abbiamo registrato in questa quarta ondata avremmo avuto 5mila morti al giorno» (Adnkronos del 9 febbraio 2022). Ho immaginato il calcolo di Bassetti: ha preso una situazione del febbraio 2021 (a spanne, 15.000 casi e 400 morti), ha preso il picco di 180.000 casi del 2022, ha fatto la proporzione ed ha ottenuto quindi 180.000 x 400 / 15.000 = 4.800 morti. Facciamo 5.000 cifra tonda, che suona meglio. 

In questo modo Bassetti ha rivelato la sua convinzione: più casi, più morti. A meno che non intervenga il vaccino. Ma questa sua idea è totalmente smentita dalle curve: il rapporto casi/morti (1) nella storia del covid è variato da un minimo di 2,2 a un massimo di 495,4 e la variazione non è certo avvenuta in modo lineare. Piuttosto i casi sono fortemente legati al numero di tamponi. Le curve ci dicono solo questo:

  • nei periodi in cui il numero di tamponi effettuati è abbastanza stabile
  • e purché siamo fuori dai periodi di caldo
  • allora la forma della curva dei casi assomiglia abbastanza alla forma della curva dei morti.

Questo è avvenuto solo nel periodo ottobre 2020 – maggio 2021 (tamponi tra 100.000 e 300.000 giornalieri). 

  • Nella prima fase della primavera 2020 i tamponi erano troppo pochi per fare valutazioni.
  • Nelle due estati 2020 e 2021 i morti erano troppo pochi per fare confronti.
  • Nell’autunno-inverno 2021-2022 i tamponi sono troppi e alterano completamente la percezione.

Il ragionamento di Bassetti è quindi erroneo. Il ragionamento corretto si articola su tre passi.

  • Il covid 2020-2021 era molto più violento della variante omicron 2021-2022. 
  • Se quindi avessimo affrontato la variante omicron senza vaccini avremmo avuto comunque meno morti 2021-2022 rispetto al 2020-2021.
  • 14.357 morti ci furono ad esempio nel gennaio 2021, 463 al giorno. In gennaio 2022 ne avremmo avuti meno di 463, anche senza vaccini. Altro che 5.000 al giorno. 

In gennaio 2022 abbiamo avuto 9.096 morti (293 al giorno), coi vaccini. Ne avremmo avuti 9.096 anche senza vaccini, perché il vaccino fa ricercare la vecchia proteina Spike, e con la variante omicron ci azzecca poco o nulla.

Bassetti è uomo di vertice, visto che compare in TV ogni giorno. Ma i suoi ragionamenti non sono di vertice.

 

Speranza, erroneo

Ero a letto dopo il risveglio dal (lungo) pisolino post pranzo, Domenica 13 febbraio. Sentivo la TV di là, con Speranza che affermava, pressappoco: «Nazioni come Austria, Germania, Olanda, hanno dovuto ricorrere ai lockdown anche questa volta. Noi invece abbiamo piegato la curva dei contagi con lo scudo vaccinale».

Qui ci sono alcune valutazioni da fare.

  • La curva dei contagi non “viene piegata”, ma si piega da sé. A un certo punto le persone con anticorpi sono in numero tale da far decadere la curva. E ognuno di noi ha un certo numero di contatti con un certo numero di persone, normalmente ripetitive: più che tanto il contagio non può diffondersi.
  • Se noi l’abbiamo piegata con lo “scudo vaccinale”, come ha fatto la Romania a “piegare la curva”, visto che sta tra le cenerentole della vaccinazione europea?
  • Inoltre noi abbiamo fatto “anche” i lockdown. Siamo arrivati ad avere 2.713.594 persone in isolamento, con tutto l’indotto dei familiari negativi bloccati in casa con loro. 

Speranza è il vertice dei vertici, ministro inamovibile da Conte a Draghi. Ma il suo pensiero non è di vertice.

 

Linee guida

Questi sono i vertici, e questi vertici partoriscono le linee guida: “Tachipirina e vigile attesa”, siamo ancora fermi lì. E’ fuffa. E la fuffa si ammanta sempre di molte parole. 

“Tachipirina e vigile attesa” è scritto in un PDF di 26 pagine, intitolato “Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da Sars-CoV-2”. Un medico di medicina generale che si ponesse la semplice domanda «Quando mi telefona un malato di covid, cosa rispondo?» nel testo non troverebbe assolutamente nulla: gestione tamponistico-burocratica, raccordo con le scarsissime USCA, monitorare i parametri, togliere i sintomi con paracetamolo o FANS, affidarsi alla lotteria dell’ospedale. Tra l’altro assorbendo la convinzione erronea che gli antiinfiammatori FANS siano dei farmaci sintomatici come il paracetamolo/tachipirina.

L’avvocato Erich Grimaldi (Terapie Domiciliari Covid) fa ricorso al TAR contro le linee guida. Vince il ricorso e le linee guida vengono sconfessate. Il Governo fa ricorso al Consiglio di Stato. Il Consiglio di Stato ripristina le linee guida, con il seguente ragionamento, scritto in 26 pagine. 

(1) Le linee guida sono raccomandazioni e non imposizioni (2) I medici sono liberi di prescrivere quel che vogliono, sulla base di evidenze scientifiche acquisite (3) Anche in situazioni di emergenza epidemiologica il paziente ha diritto a pratiche basate su un serio approccio scientifico (4) Non ci si può affidare alle improvvisazioni di singoli medici. 

Questa è la sintesi/approvazione del disastro italiano: 152.989 morti.

 

Il vero diritto del paziente è lasciare agire il comandante Sullenberger

Il vero diritto del paziente non è quello di avere pratiche mediche basate su un serio approccio scientifico. E’ quello di essere curato da un medico di fiducia. 

Quando il mio dottore mi prescrisse una dose da cavallo (2) di antibiotico non mi posi il problema su cosa basava la sua scelta. Stavo male + avevo fiducia in lui + ho accettato la cura + sono guarito. Aveva letto che si poteva osare sul prescrivere una dose doppia? Aveva già avuto esperienza della dose doppia? Chi lo sa. Ma non credo si basasse su una “improvvisazione”, anche se la prescrizione era fuori linea.

In una epidemia nuova, tutto è fuori linea. Riprendo una parte della prima apparizione del dottor Dario, aprile 2020. Parla di pratiche ospedaliere, non di terapie domiciliari, ma è il concetto è il medesimo.

«Giovanni, io so solo che da noi da quando si usa eparina a basso peso molecolare le cose clinicamente vanno meglio e la rianimazione ha decisamente meno intubati.»

«Allora all’inizio gli ammalati sono stati curati male?»

«Ma è ovvio. Se prima avevi un tot di intubati, e ne morivano 9 su 10, poi provi a fare terapia precoce mirata in un altro modo, e le cose migliorano nettamente, che altro puoi dire? Puoi solo dire “magari l’avessimo capito prima”.»

«Insomma in medicina “si prova”, avete saltato i protocolli.»

«Qui tutto è nuovo. I protocolli si fanno lavorando. Io non sono un burocrate, se muoiono l’87% di intubati, non è che dico “Tutto fatto secondo le regole, noi siamo a posto”. No, mi sento come il comandante Sullenberger.»

«Chi sarebbe?»

«Dai, quello che ha fatto atterrare l’aereo a motori spenti sul fiume Hudson. Uno stormo di uccelli gli spegne i motori, e lui si ricorda di essere un pilota esperto, per di più sa anche di alianti. In pochi secondi deve decidere tutto: dove può arrivare a mo’ di aliante, tenuto conto dei venti e della velocità con cui perde quota. E lo poteva fare solo lui, non il copilota che non era così esperto. Se aspettava un protocollo dall’aeroporto, morivano tutti. E’ lui che ha creato un nuovo protocollo per un eventuale caso futuro. E li ha salvati tutti.»

«In questo frangente si vede la differenza tra il medico ordinario e il medico in gamba, quello che elucubra e cerca soluzioni nuove, per salvarne il più possibile.»

Ecco, noi cerchiamo questi medici. Medici che non fanno improvvisazioni, ma sono gente che studia e sceglie di rischiare, perché conoscono i medicinali, sanno che possono avere applicazioni fuori linea, sanno che sono medicinali antichi e ipertestati, che non violeranno il principio base “Primo, non nuocere”. Sanno in scienza e coscienza che con le cure precoci faranno il bene del paziente. Ossia eviteranno che il covid porti il paziente all’ospedale.

Le linee guida del Ministero ingabbiano i medici. Un medico straniero che ha sostituito un medico pensionato italiano, l’ha detto esplicitamente: «Ho paura a dare qualcosa di diverso dalla tachipirina».

L’unico momento in cui dal Ministero dovevano arrivare linee guida era all’inizio. Perché, anche se non si conosceva il covid, si sapeva che era una malattia pericolosa a diffusione respiratoria, e quindi si potevano applicare le metodologie di Carlo Urbani sulla SARS. Ma bisognava avere un piano pandemico aggiornato e soprattutto lo stoccaggio permanente di materiale (mascherine, disinfettanti, scafandri vari) presso la Protezione Civile.

Campa cavallo. A febbraio 2020 eravamo ancora nella fase “abbraccia un cinese” e “aperitivi sui Navigli”.

 

Giovanni Lazzaretti

giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com

NOTE

(1) “Media casi 7 giorni” diviso “media morti 7 giorni”, con sfasatura temporale di 13 giorni tra casi e morti. 13 giorni è il tempo medio dichiarato dall’ISS tra insorgenza dei sintomi e morte. 

(2) Avvenne nel lontano 1991. In farmacia non volevano consegnare l’antibiotico a mia moglie. «Queste iniezioni si fanno 1 al giorno per 7 giorni». Ricontattato il medico, lui disse semplicemente «Ho detto 2 al giorno».

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