I greci dovranno far fronte a pesanti penali se non spenderanno il 30% dei loro introiti tramite pagamenti elettronici

di Tom Rees
9.12.2019

Agli estremi delle politiche di austerità europee: come spremere un popolo fino all’ultima goccia di sangue.
I Greci dovranno far fronte a pesanti penali se non spenderanno il 30% dei loro introiti elettronicamente

I greci dovranno pagare una multa consistente se non spenderanno tramite pagamenti elettronici almeno un terzo del loro reddito, questo sulla base di una proposta senza precedenti da parte del nuovo governo per sradicare la dilagante evasione fiscale.
Il governo prevede di raccogliere oltre 500 milioni di euro all’anno da questa iniziativa che costringerà i greci a spendere il 30% delle loro entrate, come ha rivelato Alex Patelis, capo consigliere economico del Primo Ministro.
Coloro che non riusciranno a raggiungere l’obiettivo dovranno pagare una multa del 22% sulla rimanenza. Pertanto, se un individuo spende solo il 20% del proprio reddito per via elettronica, dovrebbe far fronte a una tassa del 22% sul restante 10% fatte salve alcune eccezioni di spesa.
Lo schema è un tentativo radicale di fare luce sull’enorme sommerso dell’economia greca – il più grande del mondo – e fa parte dell’estremo processo di revisione messo in atto dal Primo Ministro Kyriakos Mitsotakis per ravvivare la crescita.
Questa è una grande iniziativa per il prossimo anno che genererà maggiori entrate, poiché le persone pagheranno la sanzione o più probabilmente per via delle maggiori entrate IVA”, ha dicharato Patelis a The Telegraph.
Le entrate previste si troveranno con tutta probabilità “nella parte inferiore” delle stime e le banche del paese daranno una mano ad imporre le misure restrittive, segnalando le spese alle autorità.
Se un greco guadagna 1000 Euro al mese e spende solo il 15% per via elettronica, paga una multa di circa 400 euro l’anno, ad esempio.
Il governo è fiducioso che non spingerà più i lavoratori verso l’economia sommersa, sempre più in espansione, e non li tenterà a sottodichiarare i loro guadagni, un problema fondamentale in Grecia.
I greci possono utilizzare carte di debito, carte di credito, trasferimenti bancari ed e-commerce per le transazioni elettroniche, anche per pagare l’affitto.
Ma molti lavoratori ricevono il salario in contanti, che poi usano per pagare affitto e bollette. La Grecia ha anche uno dei tassi inferiori nell’UE per quanto concerne l’uso di internet, al 72%. Questo fa immaginare che alcune persone nel paese avrebbero difficoltà a raggiungere l’obiettivo del 30%.
L’Europa meridionale, in particolare la Grecia, ha una vasta economia del sommerso.
Uno studio condotto dall’Insitute for Applied Economic Research [Istituto per la ricerca economica applicata] nel 2017 ha rilevato che in Grecia era la più grande al mondo, equivalente al 22% del prodotto interno lordo.
Le persone e le attività sono inclini a dichiarare utili inferiori a causa delle alte aliquote fiscali e di una ingombrante burocrazia.
L’evasione fiscale è stata etichettata come lo “sport nazionale greco”e, secondo una stima del 2016, costa alle casse dello stato fino a 16 miliardi di euro ogni anno, in gran parte attraverso frodi sull’IVA o sull’imposta di reddito.
Tuttavia il governo di Mitsotakis sta riducendo il carico fiscale su lavorarori e imprese nel tentativo di riportare in vita l’economia greca.
La Grecia è tornata a crescere, ma la crescita economica rimane ancora lenta, con una produzione inferiore di un quarto ai livelli di prima della crisi economica.

Tratto da:
https://www.smh.com.au/business/markets/greeks-set-to-face-heavy-fines-if-they-don-t-spend-30-per-cent-of-their-income-electronically-20191209-p53i14.html

Traduzione a cura di Renato Nettuno

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