Giovanni Paolo II: La cultura propria della nazione e della società

di Davide Gionco

 

Condividiamo con voi questo estratto dal discorso tenuto da papa Giovanni Paolo II in occasione della sua visita all’UNESCO, a Parigi, il 2 giugno 1980.
Oggi le “cutura della nazione” è banalizzata e pre-giudicata sia dai politici di destra che dai politici di sinistra.

I politici “di destra” parlano di “nazione” dando ad intendere che l’Italia dovrebbe difendere i propri interessi al di sopra delle altri nazioni.
I politici di “sinistra” rispondono rievocando gli spettri delle ultime due guerre mondiali, in cui dittatori che intendevano tutelare gli interessi della propria “nazione” precipitarono il continente in una tragedia che fece ben 50 milioni di morti solo nell’ultima guerra.

Questo approccio superficiale ed ideologico porta a perdere di vista l’importanza della CULTURA NELLA NAZIONE E DELLA SOCIETA’, che è fondamentale per non perdere di vista la centralità del POPOLO, in cui la “nazione” è uno degli strumenti per attuare i suoi diritti fondamentali sociali e democratici.

Il “nazionalismo” è pericoloso, in quanto porta a dimenticare che dall’altra parte della frontiera ci sono altri popoli, che hanno gli stessi nostri diritti. Troppe volte, in passato, l’idea di “nazione” è stata utilizzata per giustificare indebite ingerenze presso altri popoli ai noi vicini e, in virtù della loro umanità, fratelli.

Ma anche il disprezzo della cultura della nazione, tipico della “sinistra”, che tende a cancellare le differenze storiche e culturali fra i vari popoli, che tende a cedere poteri democratici a soggetti supernazionali e distanti dalla gente, è altrettanto pericolosa per la Democrazia.

Da qui l’importanza di rimettere al centro la persona, la famiglia, la società in cui viviamo, la cultura che dà una prospettiva ed un senso al nostro vivere insieme.

Da troppo tempi i mezzi di comunicazione di massa in Italia disprezzano la nostra cultura italiana, per favorire un multiculturalismo generico e privo di radici.
In realtà solo rispettando la nostra propria cultura di popolo, così come la cultura degli altri popoli nostri “vicini di casa”, potremo costruire una comunità internazionale che garantisce la pace, ma senza distruggere l’identità e la Democrazia presso i vari popoli.

Buona lettura.


 

Esiste una sovranità fondamentale della società che si manifesta nella cultura della nazione. Si tratta della sovranità per la quale, allo stesso tempo, l’uomo è supremamente sovrano.
E quando mi esprimo così penso ugualmente, con un’emozione interiore profonda, alle culture di tanti popoli antichi che non hanno ceduto quando si sono trovati di fronte alle civiltà degli invasori ed esse restano ancora per l’uomo la fonte del suo «essere» uomo nella verità interiore della sua umanità.

Questa sovranità che esiste e che trae la sua origine dalla cultura propria della nazione e della società, dal primato della famiglia nell’opera dell’educazione ed infine dalla dignità personale di ogni uomo, deve restare il criterio fondamentale nella maniera di trattare quel problema importante per l’umanità d’oggi che è il problema dei mezzi di comunicazione sociale (dell’informazione che è loro legata e anche di ciò che si chiama la «cultura di massa»).
Visto che questi mezzi sono i mezzi «sociali» della comunicazione, non possono essere mezzi di dominazione sugli altri da parte di agenti del potere politico come di quello delle potenze finanziarie che impongono il loro programma e il loro modello. Essi devono diventare il mezzo – e che mezzo importante! – di espressione di quella società che si serve di loro e che ne assicura anche l’esistenza. Essi devono tener conto dei veri bisogni di quella società. Essi devono tener conto della cultura della nazione e della sua storia.

Devono rispettare la responsabilità della famiglia nell’ambito dell’educazione. Devono tener conto del bene dell’uomo, della sua dignità. Non possono essere sottomessi al criterio dell’interesse, del sensazionale e del successo immediato, ma tenendo conto delle esigenze dell’etica, devono servire alla costruzione di una vita «più umana».

GIOVANNI PAOLO II

Il discorso completo è disponibile sul sito internet
http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/1980/june/documents/hf_jp-ii_spe_19800602_unesco.html

 

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