Gaël Giraud: l’economia e la transizione ecologica

di Camille Peschet
24.02.2019

Gaël Giraud è un economista francese che sostiene la transizione ecologica come un grande progetto della società per far uscire il mondo dall’impasse dove si trova. Per far fronte ai costi della sua attuazione, chiede una forma di interventismo in grado di finanziare questa transizione indispensabile.

Nato il 24 gennaio 1970, Gaël Giraud è capo economista dell’Agenzia francese per lo sviluppo, dottore in matematica applicata alla scuola Politecnica, specialista in teoria dei giochi, direttore della ricerca presso il CNRS e funzionario scientifico della cattedra di energia e prosperità, finanziamento e valutazioni della transizione energetica. È coordinatore del gruppo di ricerca “Riskergy” sulla resilienza dell’energia e del debito sovrano, nonché membro del comitato scientifico del “Laboratorio di eccellenza” dedicato alla regolamentazione finanziaria (LabEx Refi). Era un membro del comitato di esperti sulla transizione energetica con il governo francese. È stato membro della Commissione internazionale Stern-Stiglitz sulla tariffazione del carbonio nel 2017. È anche membro della ONG europea Finance Watch e della Foundation for Nature and Man. Infine, ha partecipato alla nascita del campus di transizione, un luogo ecologico in cui i ricercatori di tutto il mondo, nonché le aziende, possono riflettere in una visione basata sull’ecosistema sulle soluzioni per l’implementazione della transizione ecologica.

Ritratto di Gaël Giraud, un economista che infrange i codici e apre vie per finanziare la transizione ecologica.

Gaël Giraud ha un background eterogeneo e ha fatto una svolta di 180 °, quando si è trasferito dai circoli finanziari di New York, dove era un trader, ad una vita di religiosi tra i gesuiti (membri sacerdoti della compagnia di Gesù).

L’istituzione di un centro per bambini di strada a Balimba, in Ciad, lo ha portato a interessarsi alle questioni energetiche e climatiche. I paesi del Corno d’Africa,  che generano basse emissioni di CO2, sono fortemente influenzati dall’aumento delle temperature. Quindi, si rese presto conto che i paesi che generano meno emissioni sarebbero stati le prime vittime del riscaldamento globale.
Conclusione pedagogica nel modo di presentare le conseguenze di un mondo in cui la temperatura aumenterà di oltre 2 °C alla fine del secolo, è soprattutto un economista che mette in discussione i grandi dogmi dell’economia moderna e difende il bisogno per uscire dall’economia della crescita.

La questione del debito e della cattura del risparmio da parte dei mercati finanziari

Diversamenta da una larga parte degli economisti, continua a ricordarci che tra tutti gli attori economici, gli Stati sono i meno indebitati di tutti. Inoltre solo loro hanno l’opportunità di mettere insieme i fondi per gli ingenti investimenti richiesti dalla transizione energetica.

Per Gaël Giraud, gli stati devono investire e quindi indebitarsi saggiamente per realizzare la transizione ecologica.

Non abbiamo mai avuto così tanti soldi in circolazione

Inoltre non esita a ripetere che sicuramente la transizione ecologica costerà diversi miliardi, ma che non c’è mai stata così tanta liquidità come oggi. In effetti le banche centrali degli stati hanno messo in circolazione una grande quantità di denaro per riavviare l’economia mondiale dopo la crisi del 2008.
Tuttavia questo denaro è attualmente intrappolato dai mercati finanziari e alimenta le bolle speculative, in particolare il settore immobiliare (questo è ad esempio il caso della pietra di carta: la pietra di carta è chiamata qualsiasi forma di investimento finanziario con supporto da immobili). Non viene reintegrato nell’economia verde.
Gli Stati devono trovare le “tubazioni finanziarie” per portare questa offerta di denaro verso investimenti ecologici. Soprattutto perché il prezzo dell’energia da eolico e da fotovoltaico è estremamente basso: 7 centesimi per kWh.
In questo contesto non esita a dimostrare che le politiche di austerità fiscale sono una illusione e rispondono solo ad una necessità di crescita legata al PIL.
Gli Stati devono dimenticare questo indicatore, che non riflette il tenore di vita di un paese, né il suo impegno per la transizione ecologica.

Necessità di leggi più severe per separare le banche di risparmio dalle banche d’investimento

Nell’esigenza di mobilitare i risparmi, Giraud propone anche una vera separazione tra le banche di deposito (dove i cittadini piazzano i loro risparmi) e le banche di investimento.
In effetti i risparmi oggi sono utilizzati dalle banche per investire in mercati a rischio. Ma le banche hanno un capitale proprio molto basso (cioè i loro soldi). Pertanto, in caso di crisi, saranno costrette a utilizzare i risparmi delle persone per non fallire.

La necessità di nuovi indicatori, secondo Gaël Giraud.

E’ pertanto importante per l’economista che emergano nuovi indicatori. Soprattutto affinché le aziende possano tenere conto dell’impatto sugli ecosistemi come del debito nel loro bilancio.
Per fare un esempio, le compagnie minerarie considerano i campioni del sottosuolo solo come una ricetta. Poiché la terra è finita, lo sono anche le sue risorse. Di conseguenza, ciò che viene estratto è soprattutto una perdita di capitale naturale. Tanto per le risorse scomparse del sottosuolo quanto per gli impatti forti e spesso irreversibili sugli ecosistemi dell’estrazione mineraria.
L’inserimento di un “debito ecologico” nella contabilità delle società e degli stati significherebbe, per Gaël Giraud, limitare le decisioni che sono distruttive per l’ambiente.

In questa riflessione, resta da determinare quali sono le risorse da proteggere a livello del pianeta: le risorse naturali? energia? minerali? Un dibattito da non dimenticare e trascurare.


Stabilire un mercato globale del carbonio con un prezzo minimo

Un altro punto importante che Giraud difende, insieme ad altri come Alain Grandjean, è l’istituzione su scala globale di un banda dei prezzi del carbonio con un prezzo minimo ed un prezzo massimo, entrambi in aumento anno dopo anno.

Le raccomandazioni del rapporto di Alain Grandjean e di Pascal Canfin per i prezzi del carbonio, prevedevano di iniziare con un prezzo minimo di 40 dollari (USA) ed un prezzo massimo di 80 dollari nel 2020, per arrivare a un prezzo minimo di 50 dollari ed un massimo di 100 dollari nel 2030.
Ogni stato dovrebbe mettere in atto le misure per riuscire a raggiungere il prezzo stabilito per il carbonio: è il mercato del carbonio o la tassa sul carbonio.
Per l’agenzia di sviluppo francese è addirittura necessario superare i 100 dollari.
Una transizione ecologica che deve essere fatta rapidamente, in uno sguardo di giustizia sociale e di protezione di tutti.
Per Gaël Giraud il riscaldamento globale è già in corso e alcuni paesi, come il Bangladesh o i paesi dell’Africa orientale, lo stanno vivendo a pieno regime. I paesi e le popolazioni più povere saranno le prime vittime.
Le perturbazioni climatiche stanno minacciando le strutture della nostra società attuale, anticipando enormi spostamenti di popolazioni e conflitti sulla condivisione delle risorse.
Per Gaël Giraud la transizione ecologica non è semplicemente una questione tecnica, ma deve porci delle domande sul modello di società che vogliamo costruire.

 

Tratto da:
https://www.consoglobe.com/gael-giraud-economiste-financement-transition-ecologique-cg

Traduzione a cura di Mario Grisorio

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