Finalmente un partito che propone un cambio di paradigma economico. Mirko de Carli de Il Popolo della Famiglia: che lo Stato intervenga proficuamente nei settori strategici.

Oramai è diventato sempre più evidente, in particolare con l’attuale crisi del coronavirus, come il modello economico capitalista dello “stato minimo” mostra tutta la sua inadeguatezza a garantire benessere e giustizia sociale nel nostro paese e nel mondo.
Con estremo interesse riprendiamo questo articolo di Mirko De Carli, esponente del Popolo della Famiglia, pubblicato sul giornale La Croce Quotidiano (riservato agli abbonati, non disponibile online), in cui vengono ribadite le ragioni per cui è opportuno che lo Stato riprenda la sua centralità nell’economia del Paese.


LE REGIONI ANTICIPINO IL GOVERNO NEL DARE SOLDI A FAMIGLIE E IMPRESE. SERVE UN NUOVO CAPITALISMO E LO STATO TORNI A FARE LA SUA PARTE
di Mirko De Carli

Ora più che mai è evidente e necessario ripensare ad un rinnovato protagonismo degli Stati, ad ogni livello amministrativo, nell’economia. Serve liquidità adesso (ben di più di quanto predisposta nel decreto “Cura Italia” e immediatamente esigibile) e per poterla distribuire a famiglie e imprese serve ripensare il modello di capitalismo che ha dominato l’economia sino ad oggi.
Uno Stato che agisce solo come mero regolatore dei mercati ha portato i governi a non avere più strumenti e soprattutto preparazione per gestire emergenze epocali e drammatiche come quella attuale che ci ha investito.
Oltretutto i cittadini hanno riposto eccessiva fiducia e aspettative nei mercati portando ad alimentare un sempre crescente sentimento di antipolitica diffuso che ha portato nei ruoli chiave delle nostre istituzioni presone inadeguate e spesso “improvvisate”.

È saltato anche lo straordinario sistema di mix tra privato e pubblico che, soprattutto durante gli anni d’oro dell’Iri (Istituto per la ricostruzione italiana), ha generato modello industriale tra i più competitivi al mondo (Eni, Finmeccanica…) e ha impiegato le teste migliori nel panorama mondiale a causa di una sempre più diffusa prevalenza dell’interesse privato rispetto al bene pubblico.

Occorre ora avere il coraggio di ripensare il capitalismo dominante negli ultimi decenni e il ruolo dei governi rispetto al prossimo decennio di rilancio economico necessario a superare la recessione più drammatica dal dopoguerra ad oggi.

La strada da seguire? Far sì che lo Stato non si limiti più solo a correggere le distorsioni del mercato ove si manifestino ma intervenga proficuamente nei settori strategici per un vero e proprio nuovo “miracolo economico” al fine di consolidare uno sviluppo che generi benessere diffuso e un nuovo sistema industriale sempre più competitivo a livello globale.
Questa crisi ci fa comprendere ancora di più quanto sia importante prevenire e dotarsi di istituzioni capaci di avere risorse e strumenti sempre più funzionali e operativi per agire con prontezza nel momento del bisogno: perciò finanziare con percentuali sempre più crescenti la ricerca e l’innovazione risulta essere decisivo, come liberare dall’oppressione fiscale e burocrazia tutto quello straordinario mondo del cosiddetto “privato sociale” che integra e sopperisce le carenze dell’amministrazione pubblica.

Potremmo partire già adesso, anziché spendere danaro pubblico per nazionalizzare aziende decotte come Alitalia, a realizzare veri e propri partenariati pubblico-privato nel settore sanitario garantendo prezzi equi nella catena produttiva, dando priorità agli ambiti strategici per gestire l’emergenza e programmare piani di prevenzione per il futuro e forti investimenti in ricerca anziché nella redistribuzione di utili agli azionisti.
Questo “ripensamento” economico va messo in lavorazione ora e per questo, come Popolo della Famiglia, visto l’immobilismo del governo chiediamo alle Regioni, in particolare quelle maggiormente colpite dall’emergenza sanitaria, di anticipare i soldi previsti dal decreto “Cura Italia” per famiglie e imprese e integrarli, soprattutto per la gestione straordinaria degli anziani e pazienti presenti nelle RSA, attraverso interventi finanziari tempestivi.

Come? Attingendo dai fondi di garanzia regionali e riorganizzando i fondi previsti per i vari piani di competitività e sviluppo per fronteggiare i danni emersi dall’attuale emergenza #coronavirus.
Servono azioni straordinarie perché viviamo un tempo straordinario.
Prendere decisioni forti e drastiche non è cosa semplice, ma ora è necessario avere il coraggio di farlo.
Subito.

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