Edward Bernays: Propaganda, la fabbrica del consenso.

Ogni giorno siamo inondati da milioni di messaggi. Orientano le nostre scelte per comprare, votare, o aderire ad un idea.
Onnipresenti plasmano la nostra visione del mondo, con tecniche di persuasione inventate un secolo fa negli USA.
Sono state create in meno di 50 anni da alcuni pensatori per controllare il popolo.
Per imporsi, i regimi autoritari hanno scelto la forza, le nostre democrazie, le pubbliche relazioni. Uno dei più grandi teorici del campo è Edward Bernays.


Edward Bernays:
Le pubbliche relazioni hanno a che fare con ciò che io definisco “l’ingegneria del consenso”, in base al principio formulato da Thomas Jefferson: “In una società democratica, ogni cosa dipende dal consenso del popolo.”

Il 6 aprile 1917, gli Stati Uniti dichiarano guerra alla Germania. In poche settimane, gli americani si arruolano in massa. Il loro presidente, Woodrow Wilson, li ha convinti a sacrificarsi per difendere la democrazia. Un anno prima, lo stesso presidente aveva promesso che l’America non sarebbe mai entrata in guerra.

Stuart Ewen (storico):
Quando il Presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson fece campagna elettorale nel 1916, il suo slogan era: “starne fuori”. L’idea era che il conflitto fosse una questione europea e che non avesse niente a che fare con la democrazia americana, per così dire. Così, quando gli Stati Uniti si prepararono ad entrare in guerra ciò pose un problema.

Chris Hedges (giornalista):
Il dibattito alla Casa Bianca era: come controllare le masse per far accettare loro la guerra?

Wilson vuole imporre le sue scelte con la forza, ma alla Casa Bianca, alcuni promuovono un’altra soluzione.

Chris Hedges (giornalista):
Molti consiglieri di Wilson hanno detto: “Noi possiamo creare un sistema, grazie a una propaganda di massa che sedurrà il popolo a supporto della guerra”.

Stuart Ewen (storico):
È necessario mettere in piedi un “arsenale mentale”. Costruire un macchinario che venderà la guerra al popolo americano, che promuoverà la guerra.

Inizia così un immensa campagna. Ispirata ai codici della pubblicità e dello spettacolo, in particolare del cinema. Star come Charlie Chaplin o Douglas Fairbanks sono assunti per galvanizzare le folle. Come loro, molti leader carismatici portano il messaggio del governo nel paese.

Stuart Ewen (storico):
Uomini d’affari, religiosi, persone che erano figure rispettate a livello locale, espressero il loro favore alla guerra.

Shelley Spector (Fondatrice del Museo delle Relazioni Pubbliche di New York):
Prima dell’inizio di un film, un uomo si alzava nel cinema, come fosse un gesto spontaneo, e faceva un discorso di 4 minuti a favore della guerra.

Per orchestrare tutto questo, Wilson crea un dipartimento speciale: il Comitato Creel. Composto da professionisti della comunicazione: giornalisti, pubblicitari, addetti stampa. Tra loro, un giovane di 26 anni che aveva già una solida reputazione in ambito pubblicitario.
Il suo nome era Edward Bernays.

Come gli altri membri del comitato, condivide una visione delle masse diffusa tra i dirigenti dei paesi occidentali. Basata sulle teorie esposte 20 anni prima dal francese Gustave Le Bon nel suo libro “Psicologia delle folle”, decodifica il comportamento specifico delle masse.

Stuart Ewen (storico):
L’idea di base era che la gente fosse incapace di elaborare pensieri razionali. Che fosse impossibile parlarci e farci dei ragionamenti. Erano considerati dei microbi. Si comportavano come dei virus. In balia dei loro istinti. L’anatomia di una folla era presentata come un gruppo di individui privi di capacità di ragionamento.

Poiché la ragione non ha effetto sulle folle, bisogna far leva sulle emozioni e sugli istinti.
“Conoscere l’arte di impressionare le folle, significa dominarle”. (Gustave Le Bon)

Stuart Ewen (storico):
Molto presto, si è arrivati all’utilizzo di approcci psicologici per azzerare il pensiero critico e parlare alla “pancia” della gente.

Chris Hedges (giornalista):
La guerra demonizzava “l’unno germanico”. Così sono nate delle storie fase, come i bebè infilzati sulle baionette in Belgio.

Stuart Ewen (storico):
Tutto ciò è legato all’utilizzo di simboli molto potenti e profondamente radicati nelle menti, in modo da degradare il senso del messaggio reale focalizzandosi sulle emozioni e sui sentimenti.

Distruggiamo questo mostro.

Noam Chomsky (Professore emerito presso il Massachusset Institute of Technology):
Questo ha portato alla rapida conversione di un popolo pacifista in un popolo di fanatici anti–tedeschi. L’orchestra sinfonica di Boston non suonava più Beethoven, per non essere associata a questa “oscena mostruosità”.  Il Comitato Creel è stato efficace.

L’inferno è troppo lieve per gli unni

In meno di un anno, il Comitato Creel rovescia l’opinione pubblica senza violenza e senza cambiare sistema di governo. Per gli imprenditori dell’epoca, come i Rockefeller, i Carnegie o i JP Morgan, il successo della propaganda apre delle prospettive che arrivano a proposito. Dalla fine del XIX secolo, una serie di scioperi, manifestazioni e sommosse fa tremare il paese.

Stuart Ewen (storico):
L’ascesa del capitalismo industriale, sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo industrializzato, ha provocato un certo impoverimento.

Chris Hedges (giornalista):
Nelle miniere, nelle fabbriche e nelle acciaierie, gli operai erano quasi schiavi. I sindacati erano disuniti e anche proibiti. C’era una vera e propria lotta tra le masse e gli oligarchi.

David Miller (Sociologo):
L’immagine dei dirigenti di queste imprese era che fossero incuranti del resto della società e che volessero solo accumulare profitti per se stessi.

Nel 1914, la situazione raggiunge il culmine con il massacro di 65 scioperanti in una delle fabbriche di Rockefeller. Ritenuto responsabile del massacro, il miliardario sfugge per un pelo a un attentato anarchico.

Stuart Ewen (storico):
Il settore dell’impresa era terrorizzato dalla possibilità di veder crollare il proprio mondo.

I metodi del Comitato Creel sono la soluzione ideale per porre fine ai dissidi sociali. L’adesione alla guerra era avvenuta senza scalfire i principi democratici. Allo stesso modo, gli operai avrebbero aderito al modello di società che odiavano: il capitalismo.

Edward Bernays:
Dopo aver sperimentato la situazione della guerra, e avendo realizzato che le idee possono essere armi molto potenti, ho deciso di vedere se fosse possibile applicare quanto appreso durante la guerra anche in tempo di pace.

Nel 1919, Edward Bernays stabilisce i suoi primi uffici a New York, uno dei maggiori poli del potere. Per presentarsi ai suoi clienti, decide di definirsi “Consulente in pubbliche relazioni”.

David Miller (Sociologo):
Il termine “propaganda” era negativo, così ne hanno inventato un altro. Bernays era chiaro su questo, e si attribuiva la paternità del termine. “Consulenza in pubbliche relazioni”, con l’idea di dare nuovo slancio alla propaganda cambiandone il nome. È una vecchia tecnica: se una cosa è impopolare basta cambiarle il nome.

Edward Bernays è influenzato da Walter Lippmann, giornalista e scrittore, ai tempi uno dei maggiori intellettuali americani. Questo ex consigliere di Woodrow Wilson vede nella propaganda l’unico modo per controllare le masse. Un’ idea a cui consacra un testo che rivoluziona i principi di governo in democrazia: “L’opinione pubblica”.

Noam Chomsky (Professore emerito MIT):
Le persone responsabili, cioè noi, devono prendere il comando. Dobbiamo proteggerci dal gregge allo sbando, che rischia di travolgere tutto. E non possiamo farlo con la forza. Il modo migliore è ciò che Lippmann definiva “la fabbrica del consenso”, una nuova arte nella pratica della democrazia.

Chris Hedges (giornalista):
Ciò che vuole dire è che un’abile propaganda può essenzialmente portare le masse a sostenere delle politiche che sono contro i loro interessi.

Questi nuovi esperti in comunicazione, provenienti dal Comitato Creel, vengono ingaggiati dalle imprese. Devono convincere la gente che la prosperità delle imprese private sarà un beneficio per la comunità. E c’è un solo modo per riuscirci: trasformare il cittadino in consumatore. Comprare non deve più costituire un bisogno, ma un desiderio.

Larry Tye (Biografo di Edward Bernays):
L’economia era in delirio, si costruivano grandi imprese per convincere i consumatori a comprare i prodotti che le aziende volevano produrre.

Stuart Ewen (storico):
Il capitalismo doveva autopromuoversi e vendere l’idea che il capitalismo, e non il socialismo, avrebbe portato una vita migliore.

Edward Bernays sarà un maestro nel campo. Uno dei suoi primi successi è una campagna realizzata per la Beech Nut Company, celebre produttore di bacon.

Larry Tye (Biografo di Edward Bernays):
Volevano diventare i maggiori produttori di bacon. Una campagna tradizionale avrebbe detto: “ Il nostro bacon è migliore degli altri”, contrastando così la concorrenza. Ma Eddie Bernays disse no. Voleva allargare il mercato.

Edward Bernays fa leva su un concetto vincente del Comitato Creel: i leader di opinione. Decide di utilizzare il potere di influenza di una delle categorie più rispettate: i medici.

Larry Tye (Biografo di Edward Bernays):
Fece svolgere uno studio chiedendo a molti medici e a rispettabili professionisti nel campo della nutrizione e della salute cosa ne pensassero del concetto di colazione abbondante, e se fosse auspicabile mangiare molto al mattino.

Lo studio si concluse a favore della colazione abbondante. Bernays trasmise il risultato a 4.000 medici in tutto il paese. Senza saperlo, trasmetteranno ai pazienti un messaggio legato a una causa puramente commerciale.

Edward Bernays:
Se lei non ama…. il bacon, ma ci tiene alla sua salute, e 4.000 medici le consigliano di consumarne, lei lo mangerà.

Spot pubblicitario:
Bacon, uova, toast imburrati…una colazione abbondante per partire con il piede giusto! Un pasto come questo dovrebbe soddisfare tutti. Non dimenticate che ciò che mangiate si riflette sul vostro aspetto e su come vi sentite.

La colazione all’americana, in pochi anni, è un istituzione, un riferimento culturale che avrà lunga vita.

Stuart Ewen (storico):
Una colazione senza bacon e uova è come…un cane senza l’osso.

Shelley Spector (Fondatrice del Museo delle Relazioni Pubbliche NY):
L’idea di seguire i consigli di un leader d’opinione è il concetto base di tutto il nostro lavoro di pubbliche relazioni.

Messaggio televisivo:
Attraverso un sondaggio nazionale, è stato chiesto ai medici di ogni branca e di ogni paese: “che sigarette fuma dottore?”.

La garanzia scientifica dei medici diventa uno strumento di comunicazione in pubblicità. Fino a fare della sigaretta un prodotto legato alla salute.

Spot Pubblicitario:
Provate Camel, la sigaretta amata dai medici!

Bernays è sempre in cerca di innovazioni per migliorare le tecniche.  La psicoanalisi in particolare attira la sua attenzione.
Conquistato dalle tesi di Freud, fa tradurre le sue prime opere negli Stati Uniti. Ma ciò che li unisce va oltre l’ambito professionale. Edward Bernays è 2 volte nipote di Freud.

Shelley Spector (Fondatrice del Museo delle Relazioni Pubbliche NY):
Bernays aveva un rapporto molto stretto, a livello familiare ed emotivo con Sigmund Freud. Sua madre era la sorella di Freud. E la sorella del padre di Bernays sposò Sigmund Freud. Quindi Bernays aveva in se molto del patrimonio genetico di Freud. Da bambino, cenava tutte le sere sentendo i genitori che parlavano dello “Zio Siggy”.

Edward Bernays:
Ascoltavo le teorie di mio zio sull’interpretazione dei sogni. Sentivo dire che la psicologia è un ottimo strumento per valutare il comportamento umano. Sentivo parlare di repressione, regressione e soppressione.

Larry Tye (Biografo di Edward Bernays):
Eddie Bernays era un nipote di “professione”.  Entro i primi 10 minuti di un incontro, dichiarava di essere il “doppio nipote” di Freud. Così da dare l’impressione di essere associato non solo a una celebrità, ma a un personaggio brillante, che aveva cambiato la società, rivoluzionato il mondo.

Shelley Spector (Fondatrice del Museo delle Relazioni Pubbliche NYC):
Il concetto che Bernays ha ripreso da Freud, era che la gente pensa di essere governata dalle proprie opinioni e da pensieri razionali, ma non è così. Le persone sono guidate dall’inconscio e dal subconscio, senza neanche saperlo. Quindi, bisogna bypassare la loro logica.

Edward Bernays mette in pratica questo concetto per uno dei suoi clienti, l’American Tobacco Company. La crescita dei loro ricavi è bloccata da un tabù sociale: solo gli uomini possono fumare nei luoghi pubblici. A Bernays viene affidata la missione di fare delle donne delle consumatrici di tabacco.

Stuart Ewen (storico):
È andato da uno dei discepoli di suo zio Sigmund, un certo A.A. Brill, e gli ha detto: “Brill, voglio vendere le sigarette alle donne. Cosa rappresentano?” E Brill ha risposto: “Semplice. Rappresentano il pene. E tutte le donne vogliono un pene. Quindi se riesci anche simbolicamente, la cosa funzionerà!”

Shelley Spector (Fondatrice del Museo delle Relazioni Pubbliche NYC):
Era l’epoca della lotta delle suffragette, per il diritto di voto, a partire dal 1919. Le donne erano determinate a battersi per i loro diritti.

Larry Tye (Biografo di Edward Bernays):
Così reclutò alcune donne della buona società dell’epoca. Le convinse a fare una dimostrazione, non per il suo cliente, l’American Tobacco, di cui loro non sapevano, ma per la causa delle donne.

Per lanciare la sua campagna, Bernays decide di entrare in azione sullo sfondo di un evento popolare: la celebre parata annuale di Pasqua a New York.

Larry Tye (Biografo di Edward Bernays):
Aveva queste donne che sfilavano sulla quinta strada accendendo sigarette, chiamate “torce della libertà”. E per assicurarsi che l’evento avesse risalto, ingaggiò tutti i fotografi delle grandi testate e delle maggiori agenzie di stampa del modo per immortalare il momento.

Titoli di giornale:
Le donne chiamano le sigarette “torce della libertà”. Fumare o non fumare, questo è il problema. Le crociate moderne infrangono il tabù sessuale.

Edward Bernays:
Il mattino dopo, il New York Times pubblicò la vicenda in prima pagina. Come fosse una notizia. E certamente lo era.

“Gli atti sono più eloquenti delle parole”. (Edward Bernays)

Edward Bernays:
In meno di 5 settimane, gli spazi fumatori dei teatri di New York sono stati aperti alle donne, cosa mai accaduta prima.

Giornalista:
Una pratica ancestrale è stata spazzata via….

Edward Bernays:
Da una singola azione.

Stuart Ewen (storico):
Il ruolo delle pubbliche relazioni è creare delle circostanze che si discostano dalla norma e che per questo attirano l’attenzione. Quindi, l’abilità di un responsabile delle pubbliche relazioni, sta nel capire ciò che sembra una notizia accattivante, ciò che ne ha il sapore, ciò che ne ha l’odore.

Shelley Spector (Fondatrice del Museo delle Relazioni Pubbliche NY):
Da sempre creare notizie è il cuore del nostro lavoro. E per risaltare nei media, devi esse nuovo e devi essere il primo. Nessuno si ricorda del secondo uomo sulla luna.

In 10 anni, le abitudini di consumo degli americani sono state cambiate grazie al lavoro dei consulenti in pubbliche relazioni. Sono riusciti a cambiare l’immagine degli imprenditori. Lo stesso Rockefeller, non è più considerato come un capitalista, ma come un filantropo. Le agenzie di comunicazione prosperano, soprattutto sulla Madison Avenue, che diventerà uno dei luoghi simbolo della pubblicità. Edward Bernays diventa il numero uno delle pubbliche relazioni. Vive nella suite di un hotel di lusso, dove riceve gli uomini più potenti e influenti.

Anne Bernays (Figlia di Edward Bernays):
Mio padre era un uomo estremamente mondano. Dava delle feste di continuo. Invitava persone di successo.
Architetti, artisti, avvocati, politici, proprietari di testate giornalistiche. La crème de la crème.

Stuart Ewen (storico):
Molta gente non sapeva chi fosse. Ma chi aveva bisogno di conoscerlo, e chi lui stesso aveva bisogno di conoscere, lo conosceva.

Nel 1929, Edward Bernays, pubblica “Propaganda”, il frutto di 10 anni di esperienza. Vi espone con precisione i principi e le tecniche di manipolazione di massa in democrazia. L’opera fa di lui un visionario.

“La propaganda è in grado di inquadrare l’opinione pubblica proprio come un esercito inquadra i suoi soldati”. (Edward Bernays)

Chris Hedges (giornalista):
Quel tipo di confessione è la prova del fatto che il potere della propaganda è immenso: anche quando il burattinaio confessa, i burattini non gli resistono.

Noam Chomsky (Professore emerito MIT):
I nazisti erano molto impressionati dalla propaganda americana sviluppata da Bernays e delle pubbliche relazioni. Goebbles l’ha studiata, adattandola agli obiettivi nazisti, con grande successo, purtroppo.

Messaggio TV:
25.000 senza tetto a Evansville….Servono beni di prima necessità e medicine…..

Il crac della borsa del 24 ottobre 1929, fa crollare l’apparente equilibrio del capitalismo degli anni ’20. Gli Stati Uniti sprofondano nella depressione economica che getta sulla strada decine di milioni di persone senza lavoro.

Stuart Ewen (storico):
Le imprese, che le pubbliche relazioni avevano tanto decantato negli anni ’20, erano ormai considerate l’incarnazione del diavolo.

Presidente Franklin Roosevelt:
Affronteremo questa crisi, con grande forza di volontà, e soprattutto con fiducia. Dovete avere fiducia…….

Eletto presidente nel 1932, Franklin Roosevelt incarna l’uomo del cambiamento. Ma sa che per avere la fiducia del popolo, il consenso delle masse è determinante. Si affida a sua volta agli esperti in pubbliche relazioni.

Presidente Franklin Roosevelt:
Sedute al mio fianco ci sono mia moglie, la sig.ra Roosevelt e la mia nipotina, Anna Roosevelt Dall

Su loro consiglio, Roosevelt diventa il protagonista di una campagna senza precedenti.

Presidente Franklin Roosevelt:
Qual è il nostro slogan tesoro?

Per apparire vicino al popolo, è spesso ritratto in famiglia nel quotidiano, come nessun altro presidente prima

Anne Bernays (Figlia):
Queste sono scelte in linea con le tecniche di Bernays, assolutamente specchiate. Il modo in cui sedeva in macchina, richiamando la gente, come fosse un giovane pieno di verve. Questi sono tutti simboli.

Ma per Roosevelt i simboli non bastano. Opta allora per un altro metodo: la pedagogia. Spiegare ai cittadini la sua linea per riprendersi il Paese. Con i suoi consulenti, istituisce le “fireside chats”, i “dibattiti intorno al fuoco”, interventi radiofonici in onda per più di 10 anni.

Presidente Franklin Roosevelt:
Sono 3 mesi, amici miei, che non vi parlo dei problemi del paese. Voglio istituire un mercato statale dell’oro negli Stati Uniti.

Shelley Spector (Fondatrice del Museo delle Relazioni Pubbliche NYC):
Aveva una voce rassicurante, parlava agli ascoltatori come a persone che rispettava, come un loro pari.  E questo ha dato fiducia alla gente.

Presidente Franklin Roosevelt:
Autorizzo la Reconstruction Finance Corporation a comprare e vendere oro.

Stuart Ewen (storico):
Una dopo l’altra, le “fireside chats” erano concepite per rendere comprensibile alla gente un sistema altrimenti indecifrabile.

Messaggio TV:
Le strade delle nostre città sono modernizzate e riasfaltate, garantendo così grandi risparmi.

Il Presidente lancia una serie di documentari per spiegare il programma di punta: il New Deal, che si basava sull’ intervenzionismo dello stato per rilanciare l’economia.

Messaggio TV:
Saranno costruite nuove case moderne per aiutare i lavoratori più modesti.

Per far comprendere l’utilità di questi interventi, Roosevelt assolda una squadra di fotografi e scrittori di fama per mostrare agli americani gli effetti della crisi sul paese.

Stuart Ewen (storico):
Non erano una banda di addetti stampa venuti dal mondo della pubblicità o delle pubbliche relazioni. Erano persone che riflettevano sul serio sull’utilizzo delle immagini al fine di illuminare le menti.

Il popolo americano scopre un’America che non conosceva. La forza emotiva di queste immagini lascia il segno.

Stuart Ewen (storico):
C’è stata una rinascita dell’idea che emozione e ragione non dovessero essere separate. È in qualche modo una fabbrica del consenso, ma con il tentativo di creare un consenso informato. Non c’è niente di male ad essere persuasivi, finché la persuasione non cade nella manipolazione, nel voler impedire alla gente di vedere la realtà.

Rieletto trionfalmente nel 1936, Roosevelt inizia delle riforme per limitare il potere di banche e imprese.

Stuart Ewen (storico):
Si decise di creare un’alleanza…tra gli operai e la classe media, che era allo sfacelo, contro le grandi imprese dei ricchi.

Presidente Franklin Roosevelt:
È vero che abbiamo pestato i piedi ad alcune persone, e continueremo a farlo.

Stuart Ewen (storico):
Il mondo degli affari vedeva il New Deal come una catastrofe.

Shelley Spector (Fondatrice del Museo delle Relazioni Pubbliche NY):
Quasi tutte le grandi imprese USA aderivano all’Associazione Nazionale degli Industriali, e il loro programma all’epoca si basava sulle pubbliche relazioni.

Stuart Ewen (storico):
Decisero di iniziare a vendere l’idea che le imprese private, il settore privato industriale, fosse la chiave per una svolta, che Roosevelt voleva promuovere attraverso l’intervento del governo.

Messaggio TV:
Buon giorno a tutti, sono Lowell Thomas. Vi porrò una o due domande, che certamente vi siete già posti. E cui darò delle risposte. Quali sono i nostri nuovi orizzonti? Dove sono le opportunità di domani?

Per il NAM, la Confindustria americana, bisogna ristabilire la fiducia del popolo nel sistema capitalista. Per riuscirci, è guerra aperta a suon di campagne. Per 20 anni, le campagne del NAM vendono una visione idealizzata della società, che gli americani iniziano a desiderare. Roosevelt si basa sulla realtà, il NAM vende un sogno. Roosevelt si rivolge al cittadino, il NAM al consumatore.

Mesaggio TV:
Niente è come l’American Way of Life.

Stuart Ewen (storico):
È nel DNA americano: a noi non piace il governo, ci piacciono le imprese private.

Shelley Spector (Fondatrice del Museo delle Relazioni Pubbliche NY):
Presentavano la libera impresa come si parla di libertà, democrazia e giustizia. Vendevano un sogno, ma ben impacchettato nei valori americani.

Messaggio TV:
Questa è una macchina. In una fabbrica. Questo è un operaio che lavora sulla macchina, nella fabbrica.

Per sensibilizzare gli americani, anche il NAM punta sulla pedagogia. Rivolgendosi soprattutto ai consumatori di domani: i bambini.

Ecco un contadino. Gli serve un attrezzo e ha fretta di comprarlo. “Ecco i soldi, signore”. Ed ecco il suo articolo”. E tutti i clienti portano il loro articolo a casa, in ogni parte del paese.

E per fare grandi numeri, le imprese incontrano gli americani proprio dove si rovano: a casa loro. Fino agli anni 50, una celebra carovana pubblicitaria pro – industria percorre le strade americane: la “Parata del Progresso” di General Motors.

Messaggio TV:
Calma, bambini, è tutto gratuito! Venite a vedere lo show! Questo utensile ha una doppia funzione: può congelare e friggere allo stesso tempo. E questa macchina vi consegnerà il giornale direttamente in poltrona. Fantastico? Chissà.

In questo modo, il capitalismo e il consumismo sono venduti per più di 20 anni come parte del sogno americano.

Stuart Ewen (storico):
Coloro che lanciavano questo tipo di progetto, avevano una visione a lungo termine. Vale a dire che anche se sapevano che non avrebbero visto in vita i loro obiettivi raggiunti, a loro non importava. Erano consapevoli che si trattava di un lavoro su più generazioni.

Pubblicità:
“Migliorate le performance”.

Nel 1939, è proprio la città di New York a fare da vetrina all’American Way of Life.

Messaggio TV:
Le nostre telecamere si affacciano su un nuovo mondo che simboleggia i sogni dell’uomo, le sue speranze e aspirazioni.

Per la prima volta, la città ospita un’Esposizione Universale. Una delle più grandi operazioni di pubbliche relazioni della storia industriale. E il principale organizzatore è Edward Bernays.

Shelley Spector (Fondatrice del Museo delle Relazioni Pubbliche NY):
Il ruolo di Bernays era di promuovere l’Esposizione Universale e fare arrivare le grandi imprese, come General Motors, già suo cliente negli anni ’30. Chiamò l’esposizione “DemocraCity”. Il suo intento era quello di fondere democrazia e capitalismo in un’unica cosa.

Stuart Ewen (storico):
Molte delle grandi imprese avevano dei padiglioni in cui si parlava solo del futuro.  La gente ama il futuro, perché finché parli del futuro, puoi inventarti qualsiasi cosa. In occasione dell’Esposizione, ci fu un famoso documentario su una famiglia del Mid–West.

Spot pubblicitario:
– Come va signori Middleton?
– Benissimo!

Stuart Ewen (storico):
Il figlio era un socialista. La figlia, che viveva a New York, aveva una relazione con un professore che era comunista.

Spot pubblicitario:
– Non è stupendo Nick?

Stuart Ewen (storico):
Il titolo era: “I Middleton vanno all’Expo”, si seguiva la loro visita, in particolare nel padiglione della Westinghouse, che sponsorizzava il fim.

Spot pubblicitario:
– Forse siamo in anticipo. Cosa vuoi fare?

– Andarmene dal tempio del capitalismo.
– Oh, Nick…..
– Sono in visibilio di fronte a ciò che ruberà loro il lavoro.
– Nick, non ti arrabbiare.

Stuart Ewen (storico):
La nonna vede tutte le innovazioni per la cucina e demolisce il vecchio stile di vita a favore di quello nuovo.

Spot pubblicitario:
– È un paradiso! Chi non ha mai cucinato su una stufa alla luce di un lume a petrolio non può apprezzare questo progresso!

Stuart Ewen (storico):
Tutti avranno un robot per lavare i piatti. La bella vita è a portata di mano!

Spot pubblicitario:
La gara si conclude dopo 7 minuti e 58 secondi.
La “signora moderna” ha lavato 50 piatti e 40 posate d’argento.
Signora Corvé, è finita, può fermarsi.
E così, signore e signori, vince la signora moderna.

Stuart Ewen (storico):
Questo ci fa vedere che scoprendo un futuro industriale bello e divertente, il ragazzo abbandona i suoi valori anticapitalisti e diventa una sorta di cantore del capitalismo.

Messaggio televisivo:
– Pensa che l’industria creerà lavoro a sufficienza per i giovani come lui?
– Credo che sarà il contrario: l’industria creerà troppo lavoro rispetto ai lavoratori.

Stuart Ewen (storico):
La gente aveva ormai una sola visione possibile della democrazia: una democrazia capitalista.

Spot pubblicitario:
“Lavorare insieme” – “Un lavoro per tutti noi”

Efficaci e onnipresenti, le campagne di comunicazione sollevano degli interrogativi. Alcuni denunciano la manipolazione delle menti da parte delle pubbliche relazioni. Un’accusa rivolta in modo diretto a Edward Bernays.

Radio:
Le scienze moderne hanno dato ai leader d’opinione delle armi capaci di offuscare le menti. Le responsabilità di evitare un tale disastro è sulle spalle di coloro che influenzano l’opinione pubblica.

Edward Bernays:
La libertà di propaganda ha la stessa libertà in democrazia di altre libertà civili: libertà di religione, di stampa, d’espressione. L’utilità della propaganda ne fa una risorsa vitale per la nostra democrazia.

Larry Tye (Biografo di Edward Bernays):
Molta gente non avrebbe digerito queste accuse, ma a Eddie Bernays piacevano. Erano un segno del suo potere di influenzare l’opinione pubblica, e lui pensava non fosse un male. Spesso si illudeva da solo, convincendosi di agire per il bene comune.

Edward Bernays
Una parte di questo sistema si basa sulla concorrenza, e questa lotta dipende in parte dalla competizione propagandistica per ottenere pezzi di mercato in un ambiente di mercato basato sulla libera concorrenza.

David Miller (Sociologo):
Non è libera concorrenza, perché costa. Di conseguenza chi ha più risorse, come grandi imprese o governi, vince. E vince perché ha più mezzi. Ciò che voglio dire è che chi ha più mezzi parte avvantaggiato. Le persone normali che vorrebbero inserirsi in questa libera “concorrenza”, avranno sempre la peggio contro i potenti.

Radio:
Ok, Bernays……
“Si dà il caso che io sia solo un tecnico della propaganda. Non sta a me dirvi quale ideologia dobbiate adottare o meno.”

Nel 1941 gli Sati Uniti entrano in guerra e il dibattito sulle pubbliche relazioni è sospeso. La propaganda riprende a sostegno della guerra con le stesse tecniche utilizzate 20 anni prima dal Comitato Creel.

Larry Tye (Biografo di Edward Bernays):
Bernays consigliò il governo sul modo di utilizzare la propaganda, ma non ebbe il ruolo contrale che rivestì nella prima guerra mondiale. Un po’ perché le pubbliche relazioni e la propaganda erano ormai mezzi più noti, e il governo aveva le sue agenzie di propaganda.

Per i grandi imprenditori, la guerra è il mezzo ideale per rilanciare l’American Way of Life.

Stuart Ewen (storico):
Le pubblicità mostravano immagini di come sarebbe stato dopo la guerra. A volte con una sfera di cristallo, per vedere il futuro. Un futuro che era un mondo di abbondanza e di consumi, di privilegi e comodità, quando la guerra fosse finita.

Noam Chomsky (Professore emerito MIT):
Subito dopo la seconda guerra, il mondo degli affari ha lanciato un’offensiva per far indietreggiare le componenti progressiste del New Deal.

“In che modo le pubbliche relazioni possono essere la soluzione.”

L’offensiva, sostenuta dallo stesso Edward Bernays, è dovuta a una ripresa delle rivendicazioni sociali. Dal 1945 al 1946, quasi 10 milioni di operai scendono in strada paralizzando il paese. Gli imprenditori impongono al presidente Truman una legge che limiti gli scioperi e il potere dei sindacati. Poi, affidano agli esperti di comunicazione il compito di far passare gli oppositori come cittadini contrari ai valori americani.

Noam Chomsky (Professore emerito MIT):
Negli anni ’50, ci sono state delle campagne immani, che sono state anche studiate, per prendere d’assalto scuole, università, enti sportivi, chiese e fabbriche, e imporre loro dei corsi per inculcare l’americanismo, l’armonia, la lotta contro il nemico, e il comunismo è stato usato a questo scopo.

Messaggio TV:
I comunisti prendono il potere. Il comunismo controlla già un terzo del pianeta. Qual è la realtà dietro la maschera?

Anne Bernays (Figlia):
Tutti gli americani avevano paura della guerra nucleare. Ricordo di essermi nascosta sotto al banco a scuola. Come tutti.

Messaggio TV:
Tony sa che la bomba può esplodere in qualsiasi momento, ed è pronto. A terra, proteggiti!

In America si diffonde la paranoia.

Messaggio TV:
È una bomba! Proteggiti!

I russi che invadono il paese o innescano una guerra atomica.

Messaggio TV:
A terra, proteggiti!   A terra! Copritevi!

Questo clima nazionale di paura è utilizzato dagli esperti in comunicazione per difendere interessi strettamente privati. All’inizio degli anni ’50, è un piccolo paese tranquillo ad incarnare il nemico comunista da abbattere. Il 15 marzo 1951, Jacobo Arbenz viene democraticamente eletto presidente del Guatemala. Una delle sue prime decisioni è di nazionalizzare, su compenso, le terre incolte del paese per ridistribuirle ai poveri. Ma i tre quarti delle terre appartengono a una multinazionale americana, la United Fruit Company.

Spot pubblicitario:
Sono Chiquita Banana e sono qui per dirvi che la banana deve maturare in un certo modo. Quando prende un colore dorato. La banana è ciò che c’è di meglio per voi.

Per la United Fruit Company, la decisione del presidente Arbenz è una minaccia per i suoi interessi. Urge una strategia mediatica. Affidata ad uno dei principali consulenti, Bernays.

Larry Tye (Biografo di Edward Bernays):
Edward Bernays, per conto della United Fruit Company, riuscì a convincere gran parte degli americani e dei guatemaltechi, che il neoeletto governo di sinistra, che voleva riformare un sistema economico arcaico, fosse un alleato sovietico. Edward Bernays lanciò una guerra psicologica che di fatto si rivelò ancora più profonda ed efficace di quella organizzata per il governo americano durante la prima guerra.

Lo stesso Bernays definisce la sua campagna con un’espressione di stampo bellico: il Media Blitz.

Shelley Spector (Fondatrice del Museo delle Relazioni Pubbliche NY):
“Media Blitz” significa passare il tempo al telefono con molti giornalisti di grande influenza, fornendo loro, in modo molto regolare, gli argomenti dei loro reportage. Bernays ha creato un suo ufficio stampa in cui l’unico tema trattato era il Guatemala.

L’ufficio stampa di Bernays, ufficialmente considerato indipendente, in realtà è finanziato dalla United Fruit Company. Fornisce alla stampa le sue informazioni sulla natura comunista del Guatemala. Edward Bernays organizza anche dei viaggi per portare i giornalisti in loco.

Shelley Spector (Fondatrice del Museo delle Relazioni Pubbliche NY):
Di conseguenza i giornalisti hanno diffuso le informazioni.

Larry Tye (Biografo di Edward Bernays):
Alcuni di quei giornalisti mi hanno raccontato, decenni dopo, di aver realizzato molto dopo, e non al momento dei fatti, di essere stati usati e manipolati da Edward Bernays per la United Fruit Company. Non se ne erano resi conto all’epoca.

Messaggio TV:
Il Guatemala precipita in un regime comunista. È il regno del terrore, manipolato dai comunisti come l’argentino Che Guevara a Cuba. Il popolo si ribella.

Larry Tye (Biografo di Edward Bernays): 
Eddie Bernays ha giocato su questa paura dei sovietici e dell’ascesa del comunismo, in modo improprio, contribuendo a convincere il governo americano a intervenire negli affari del Guatemala.

Il 18 giugno 1954, il presidente Arbenz è rovesciato dai ribelli di Castillo Armas con il sostegno decisivo della CIA. Con la sua ascesa, ha inizio una guerra civile che durerà 40 anni e farà più di 200 mila morti.

Spot pubblicitario:
Sappiamo che amate le banane.

La campagna condotta da Bernays è durata 3 anni.

Larry Tye (Biografo di Edward Bernays):
Ha contribuito a sabotare la legittimità di un governo eletto democraticamente, e questo era molto pericoloso, non solo per il Guatemala, ma anche per l’America, perché si è fatta strada l’idea che fosse normale intervenire e ottenere buoni risultati, ma ciò non ha funzionato a Cuba, dove pensavamo di rovesciare il regime di Castro. E anni dopo in Vietnam, quando pensavamo di poter imporre un governo amico nel Vietnam del sud.

Un anno dopo il colpo di stato in Guatemala, Edward Bernays pubblica “Engineering of Consent”, una guida alle pubbliche relazioni per le nuove generazioni. In 40 anni, Edward Bernays ha reso il concetto di gestione del popolo una realtà radicata in tutte le sfere della società. Nel 1990, 5 anni prima della sia morte, Bernays è eletto dalla rivista “Life” una delle 100 personalità americane più influenti del XX secolo.

Anne Bernays (Figlia):
Credo che non abbia mai mentito consapevolmente. O forse l’ha fatto.  Ma ….. la verità ha molte sfacettature e non è possibile separarle le une dalle altre.

Stuart Ewen (storico):
Quando ci sono  …… persone che identificano il loro ruolo, ed era il caso di Bernays, come “Engineering of Consent”, allora la democrazia diventa una farsa.

David Miller (Sociologo):
Non si tratta solo di persuasione, ma di modifica della società. È l’essenza della propaganda, e delle pubbliche relazioni. Si tratta di promuovere degli obiettivi e degli interessi per dei committenti. E i committenti sono i potenti, grandi imprese o governi.

Stuart Ewen (storico):
Quali sono gli obiettivi da perseguire? Lavoriamo per un cliente? E se questo cliente non rappresenta la gente, la popolazione globale, allora c’è un problema. Perché ciò significa che degli interessi privati, o un numero ristretto di persone, danno forma a delle realtà immaginarie caratterizzandole con un senso di urgenza, il che consente loro di … incasinarci il cervello.

“La propaganda non cesserà mai di esistere. Le menti brillanti devono capire che offre loro lo strumento moderno per creare ordine a partire dal caos.” (Edward Bernays)


Trascrizione del video prodotto dall’emittente televisiva Arté
https://www.arte.tv/it/videos/071470-000-A/edward-bernays-propaganda-la-fabbrica-del-consenso/

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