Dopo cani e gatti, a quando il permesso retribuito per riparare il frigo?

di Massimo Bordin

Con finto entusiasmo, un telegiornale nazionale ci fa sapere che un’azienda privata concede ai propri dipendenti permessi retribuiti per curare gli animali domestici. “E’ amore” conclude il servizio, con tanto di cagnolino petaloso che corre libero nel parco. Posto che l’azienda non fa alcuna concessione, visto che la possibilità di usufruire di permessi retribuiti per far curare gli animali domestici è prevista dalla Legge fin dal 2017, ciò che stupisce è che il mainstream si prenda la briga di renderci nota una cosa del genere. Sarà perché chi scrive va a lavorare anche con la febbre, ma l’idea di un mondo dove si magnifica l’astensione dal lavoro per curare gli animali mi fa ribrezzo.

La stragrande maggioranza degli uomini in Occidente costringe milioni di animali a vivere senza poter deambulare, ingabbiati in celle talmente strette da costringerli a defecarsi addosso, per poi ucciderli gettandoli ancora vivi nei tritacarne al fine di osservare un tenore alimentare iperproteico ed in linea con le esigenze consumistiche e la pubblicità. Poi, però, se il cagnetto (animale che deriva dal LUPO) ha le zecche, possiamo chiedere permesso di astensione lavorativa retribuito.

Occorre interrogarsi seriamente su questi meccanismi, perché indicano che oramai il sistema liberista alimenta patologie gravi e che per curare il sistema più che gli economisti keynesiani serviranno gli psichiatri.

I cambiamenti d’opinione che avvengono nel cervello delle stesse identiche persone non sono affatto casuali, non avvengono solo in virtù di un episodio scioccante, ma anche come esito di una precisa tecnica di manipolazione delle masse chiamata la finestra di Overton.

Le tecniche di manipolazioni individuali e di massa vanno studiate. Non solo perchè possiamo esserne vittime, ma anche perchè la loro comprensione aiuta non poco a capire il nostro modo di pensare e di reagire di fronte a determinate situazioni. Chi ha letto il mio libro su Putin sa di che parlo, perchè un’intero paragrafo è dedicato alla shock terapy, nata come trattamento psichiatrico e poi applicata con tragico successo alla tortura militare e alla politica economica.

La finestra di Overton è, per alcuni punti di vista, meno invasiva e più interessante proprio perchè meno “esplicita” della shock terapy.

Il modello in esame è stato elaborato negli anni Novanta da Joseph P. Overton, scomparso nel 2003 a soli 43 anni. Lo scienziato era ex vicepresidente del centro analisi americano Mackinac Center for Public Policy e teorizzò una sequenza di idee che se ben collocate in un determinato lasso di tempo possono condizionare l’opinione pubblica rovesciando il parere iniziale della stessa. Basta far scorrere la sequenza nei tempi adatti. Per i decisori politici si tratta di una manna dal cielo, in grado di trasformare l’opinione delle masse attorno ad un determinato argomento. Un modello di ingegneria sociale, insomma.

Sui permessi per la malattia degli animali domestici l’ipocrisia regna sovrana. Lo iato tra la legge e la realtà delle condizioni lavorative urla vendetta: in tutto il mondo chi lavora ha difficoltà a chiedere permessi per curare sé stesso ed i propri figli, ltro che il pappagallo! E chi lavora in piccole aziende sa perfettamente di cosa parlo.

Ma quale potrebbe essere lo scopo di questi “mutamenti di paradigma”?

Maggior sensibilità verso gli animali? Specismo? ma davvero c’è chi crede a queste idiozie, quando è dimostrato che gli animali al mondo vengono torturati prima di essere uccisi per la macellazione e che a causa dell’uomo milioni di specie animali si sono estinte da quando è comparso sul pianeta.

Dunque non resta che la disgregazione dei valori sociali tradizionali, che sono un ostacolo alla marcia del consumismo. Il cane è come un figlio, e quindi avrà gli stessi diritti, un bel giorno anche di consumo al centro commerciale. Intanto, io in queste ore soffro perché mi sono innamorato del frigorifero (mhmmm con tutte quelle celle….). Purtroppo non sono ricambiato (dice che mi trova un po’ umido), ma stamane si è rotto e io gli farò vedere chi sono mettendogli il cacciavite addosso. E domani mando certificato.

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