Dazio buono, dazio cattivo

di Ulrich Anders

Abbiamo parlato già di dazi sul nostro blog, parliamo adesso di informazione e ipocrisia di politici e media. Saremo brevi e lasceremo ancora una volta che siano i numeri a parlare, concentrandoci solo sui dazi e tralasciando tutte le altre barriere al commercio come quote, embargo, sussidi all’export e controllo del cambio, nelle quali la UE pur eccelle. I numeri sono i peggiori nemici del potere, per questo vi tengono ignoranti con la Buona Scuola e le altre 100 pessime riforme dell’ex eccellente scuola pubblica italiana.

Partiamo dalle auto. Trump ha minacciato di imporre dazi sulle auto europee, i media tedeschi hanno reagito scandalizzati. Attentato ai liberi mercati! Criminale parlare di dazi nel Grande Mercato Globale! I miei colleghi tedeschi erano furibondi: pagliaccio, provocatore, pericolo per la pace e il benessere mondiale!

Ecco i dazi attuali sulle auto tra EU e USA:

Ma come, la virtuosa EU impone dazi quadrupli sulle automobili americane per proteggere i fabbricanti europei? Media seri avrebbero spiegato la cosa e parlato del rischio di un riequilibrio dei dazi, certo in funzione ritorsiva, ma indubbiamente come misura difensiva verso il mercantilismo eurotedesco. I media europei, forse in mano a soggetti non completamente indipendenti, hanno invece parlato di EU vittima dell’arroganza di Trump.

Passiamo all’acciaio. Trump ha parlato di dazi del 25% sull’acciaio di Cina, Brasile, Canada, Europa e altri paesi. Pochi sanno che la virtuosa UE applica da anni dazi ben superiori su acciaio e semilavorati cinesi. Per l’acciaio grezzo si va dal 17% al 27,9% in funzione della fonderia cinese produttrice; per i tubi cinesi in acciaio i dazi vanno dal 42% al 71%, fin dal lontano 2011.

Notate l’assenza della Germania, in realtà maggior produttore europeo di acciaio con ThyssenKrupp e padrone di acciaierie appunto in Belgio, Francia, Polonia e Paesi Bassi.

Ma chiamarlo protezionismo fa brutto, quindi la stampa specializzata (troverete la notizia quasi solo su questa) parla di tutela contro i produttori cinesi che esportano a prezzi “non di mercato” (che vuol dire?), antidumping, fino al fantastico “strumenti di difesa commerciale“. Guardate qui che peana al dazio:

Finiamo con i dazi sugli alimenti. Qui una tabella comparativa dei dazi EU e USA alle Most Favored Nations (partner commerciali membri WTO ma non parte di accordi commerciali particolari). La media EU è del 13.2% contro una media USA del 3.4%. Di nuovo, chi è il protezionista?

Tanto vi dovevamo per completare l’informazione che TV e giornali europei non vi daranno mai, stretti a quella narrazione buono-cattivo che ha stancato tanti italiani.

 

Tratto da:

Dazio buono, dazio cattivo

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