Convivenza virale. Svezia versus Italia

di Francesco Cappello

Svezia, senza clausure né mascherine, Italia in clausura coatta. Risultato?

Ci si chiede
se piuttosto che la clausura coatta non sarebbe convenuto limitarsi a proteggere le categorie più a rischio ossia gli immunodepressi, le persone rese fragili da comorbilità varie, ecc., indipendentemente dall’età, lasciando che il virus diffondesse tra quella maggioranza della popolazione in grado di ospitarlo senza cattive conseguenze (1).

Conozca los billones de virus que constituyen su viromaNei successivi passaggi da un ospite all’altro, i virologi spiegano che esso muta; mutare è nella sua natura; lo fa adattandosi alla specie umana sino a “svanire” diventando parte del viroma umano. I virus, infatti, se vogliono sopravvivere “sanno”, in senso evolutivo, che devono mutare sino a ridurre a zero la propria letalità/mortalità. Sars e Mers sono scomparsi velocemente dalla scena perché il loro tasso di mortalità è stato anche superiore al 30%. Il covid ha fatto registrare una letalità media dello 0,4%.
Il viroma umano è una collezione di trilioni di virus con cui conviviamo. Essi albergano nel nostro apparato digerente, nei polmoni, nelle mucose, ecc..

L’infezione virale è piuttosto la norma per gli esseri umani. Siamo costantemente “affetti” da almeno una decina di infezioni virali asintomatiche.

La coevoluzione con i virus è un esempio di adattamento reciproco creativo. Le proteine evolvono per evitare che i virus possano agganciarsi alle cellule. Si tratta di un equilibrio difficile perché, se cambiare forma per sfuggire al virus può comportare una perdita della sua funzionalità, dall’altra alcune modifiche possono realizzarsi in direzioni inattese dotate di nuove e più potenti funzionalità:

Stimiamo prudentemente che i virus hanno determinato quasi il 30% di tutti i cambiamenti adattativi degli amminoacidi nella parte del proteoma umano conservato nei mammiferi. I nostri risultati suggeriscono che i virus sono uno dei driver più dominanti del cambiamento evolutivo nei proteomi umani e dei mammiferi.

Quello della coevoluzione umana con i microrganismi è un mondo affascinante. Metà del nostro codice genetico è letteralmente il risultato dell’incontro con altre creature. Si ipotizza che la rete di interruttori genetici che regola l’espressione genica la quale pilota lo sviluppo, dallo zigote all’adulto, sia intimamente legata ai retrovirus endogeni.
L’analisi della sequenza del DNA e la teoria filogenetica, ad esempio, suggeriscono che i il materiale genetico contenuto nei mitocondri (centrale energetica della cellula) sia contenuto nel nostro DNA. Tali geni originari sono gli alfa-probacteria poi divenuti mitocondri. Lo stesso nucleo delle cellule eucariote, secondo alcuni ricercatori, pare essere il risultato della colonizzazione permanente di un virus che si sia insediato in modo permanente all’interno dei procarioti (senza nucleo).

I grafici mettono a confronto le morti giornaliere in Italia con quelle che si sono registrate in Svezia dove non è stata imposta alcuna clausura coatta. Vedi anche: There Is No Evidence Lockdowns Saved Lives. It Is Indisputable They Caused Great Harm

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dichiarazione del virologo Giorgo Palù

Il Covid è mutato, in Italia gira un ceppo simile a quello spagnolo, ma la mutazione della proteina “s” lo differenzia dal prototipo uscito da Wuhan. L’ha reso più contagioso ma non più virulento, sembra l’evoluzione di un virus destinato a permanere nella specie umana e che conviverà con l’ospite come successo per molti altri. L’orologio biologico del genoma dice che il Covid-19 gira da settembre. Si è adattato all’uomo. Questo virus non è Sars, non è Mers, non è vaiolo, che hanno avuto un tasso di mortalità superiore anche al 30%. Il Covid ha una letalità media dello 0,4%.

(1) il sars cov-2, nell’80% dei casi, non dà sintomi; nel 15% dei casi dà sintomatologia influenzale senza complicanze; solo nel rimanente 5% dei casi è richiesto il ricovero ospedaliero. Quest’ultima percentuale è riducibile in proporzione all’entità e qualità dell’assistenza domiciliare (vedi intervista al dott. L. Cavanna)

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