L’economista Ashoka Mody: Il Quantitative Easing è sbagliato, mette in crisi le banche europee

di Fabio Lugano
11.09.2019

Perchè l’economista Ashoka Mody è contrario  ad un abbassamento dei tassi, già negativi, e ad una riedizione del Quantitative Easing da parte della BCE?
Questa è la sua posizione espressa in questo articolo comparso il 09.09.2019 sul giornale online Project Syndicate.
Semplicemente per due motivi:

  • La BCE non è credibile quando viene a svolgere le proprie politiche monetarie espansive.
    Il QE del 2105 è avvenuto con oltre una anno e mezzo di ritardo rispetto all’annuncio di un cambio di passo della politica monetaria, il famoso “Whatever it takes“, ed appena partito fu subito contestato da parte dei politici tedeschi e del Nord Europa;
  • la BCE non è una banca  centrale normale, ma è a servizio di una sorta di “federazione” di economie diverse, nella quale la risposta al QE politica è variata dal -0,7% dei titoli di stato tedeschi al 1% di quelli italiani. Le differenze dal punto di vista di effetto sull’inflazione core è enorme:
  • I paesi nordici non saranno disposti a comprare più debito pubblico in un QE, perchè da un lato questo abbatte eccessivamente i tassi di interesse sul loro  debito, dall’altro non vogliono acquistare troppo debito pubblico italiano;
  • Gli effetti sul sistema bancario privato sono devastanti, come mostra il rapporto fra valori di libro e di mercato, che viene ad indicare una situazione molto diversa fra banche americane ed europee.

Il valore diverso è legato alle diverse prospettive di redditività, nel tempo, degli istituti, la quale a sua volta dipende dalla diversa possibilità di lucrare sull’intermediazione finanziaria.
Il taglio dei tassi riduce i margini di intermediazione e, quindi, manda in crisi gli istituti di credito.

Insomma la politica espansiva può “tirare”, ma non “spingere” l’economia. Ecco perché Ashoka Mody è contrario ad una ulteriore dose di “spinta monetaria” costituita da un nuovo Quantitative Easing della futura governatrice della BCE Christine Lagarde.

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